Trentino: Comunità di Valle, si o no?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Dicembre, 2011 @ 7:33 am

Motivazioni istituzionali, funzionali ed economiche o solo politiche – strumentali?

Detto altrimenti …

Val di Non

… l’apposita commissione ha ammesso il referendum per la cancellazione delle neonate Comunità di Valle.

Ora … vediamo … molti Comuni trentini sono di dimensioni minime. Ciò rischia di moltiplicare costi gestionali e volume degli investimenti. Il che è da evitare soprattutto in periodo di crisi economica. Teoricamente, le vie percorribili sono le seguenti:
1) accorpare Comuni minori in un unico Comune;
2) realizzare accordi intercomunali per accorpare funzioni gestibili in modo centralizzato;
3) ampliare e attivare le deleghe delle Comunità di Valle.
Mi pare che la discussione possa procedere su due binari paralleli: quello dei soggetti sui quali puntare (binario politico  ormai referendario  che travalica il significato istituzionale – funzionale dell’iniziativa del Governo Dellai); quello delle cose da fare (binario economico-funzionale).

A questo punto, mi permetto di sottoporre ai lettori alcune valutazioni

1) Ritenete utopico o troppo laborioso il processo delle fusioni intercomunali?
2) Non ritenete che la Comunità di Valle sia il risultato “più vicino politicamente” alla fusione dei Comuni?
3) Non preferireste che la critica alle Comunità di Valle fosse maggiormente orientata, soprattutto in questa prima fase, verso la definizione delle materie da gestire in forma accorpata o meno?
4) Premesso che probabilmente alcuni Sindaci potrebbero non essere d’accordo nel delegare ad altri le funzioni comunali, non riterreste maggiormente sostenibili le Comunità di Valle delegatarie di funzioni comunali, ove esse fossero gestite esclusivamente dai Sindaci stessi e non con la loro semplice “partecipazione” ad una gestione affidata “anche” ad altri organi elettivi diversi da loro?
5) Non riterreste possibile e/o conveniente che nel frattempo, la Provincia incentivasse “a prescindere” l’accorpamento di tutte (e non solo di alcune) le funzioni comunali accorpabili, in analogia a quanto già operato nei confronti delle Polizie Locali?
6) Ritenete che agli accordi intercomunali di accorpamento di funzioni su base volontaria, ancorchè agevolati con denaro dalla PAT, si potrebbe pervenire un po’ troppo lentamente?
7) ritenete che gli accordi di cui al n. precedente sarebbero accompagnati o meno dalla riduzione delle strutture comunali? 7) Ove dagli accordi precedenti si arrivasse alla costituzione di Società intercomunali, non riterreste che si dovrebbe affrontare anche il problema della loro privatizzazione? (Di ciò tratterò in altro mio intervento);
9) da parte dei promotori del referendum, dopo la pars destruens, esiste anche una pars costruens, cioè una proposta tecnicamente articolata?