TRENTO: CANONICHE VUOTE? DIAMOLE AI POVERI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2013 @ 11:34 am

Detto altrimenti: un “regalo” della Curia trentina al nuovo Papa? Ce lo auguriamo tutti!

Trento: la storica Piazza del Duomo

Trento. Convegno promosso dalla Caritas:  “Un futuro pieno di speranza”. Moderatore Paolo Ghezzi. Don Lauro Tisi, Vicario del Vescovo di Trento, ha detto che per venire incontro alle famiglie bisognose la diocesi potrebbe mettere a disposizione gli edifici vuoti che ha a disposizione, a partire dalle canoniche”. Marco Zeni, Direttore del settimanale Vita Trentina, che qualche settimana fa aveva fatto appello alla carità, osserva. “A fronte do 450 parrocchie ci sono 150 parroci. Da 100 a 150 canoniche sono vuote. L’apertura ai bisognosi deve avvenire non solo dalle parrocchie ma anche dalla società civile. Pensiamo ai senza tetto”. Don Tisi: “Dobbiamo tornate a fare della solidarietà il motivo dell’azione”. Paini (AltraEconomia) ha affermato: “I bocconiani ed i politici (o i  bocconiani politici? N.d.r.) ascoltino di più le associazioni”.

Una decisione simile sarebbe un esempio per tutta la Chiesa e  il miglior regalo che il Trentino potrebbe fare al nuovo Papa!

P.S.: e i locali del Seminario Maggiore a Trento? Quante decine (o centinaia) di seminaristi ospitavano? Quanti sono oggi? Dieci?  Certo, è più agevole mantenere (vuoti e) puliti i locali nella situazione attuale, assai meno impegnativo, meno costoso … – Alla TV vidi un’intervista relativa all’apertura   ai poveri di un enorme palazzo centrale, a Roma, palazzo al momento abitato da dieci suore in tutto. Si diceva: “Che volete, come si fa a gravare dieci suorine di tutto il lavoro che ne scaturirebbe, ove aprissimo il palazzo ai poveri …” –  Ho capito … (peccato che il problema non fosse quello: nessuno avrebbe avuto quella pretesa …)

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Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa.