CARNE DI CAVALLO …POST D’INTERVALLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2013 @ 5:48 pm

Detto altrimenti: fra tanti post di storia, politica, economia e finanza …

Come controllare la carne di cavallo in entrata (illecita) nel nostro Paese? Come si fa per l’olio d’oliva.

La più pericolosa è la carne dei cavalli da corsa, per le sostanze che possono avere propinato loro

Un importatore italiano in assoluta buona fede importa olio extravergine d’oliva da un paese estero e per tale lo paga. Una volta immesso nei suoi magazzini, si scopre che l’olio è adulterato. La legge italiana prevede che l’importatore ne risponda anche penalmente. Pertanto, gli importatori si dono attrezzati e operano come segue: inviano propri rappresentanti nei porti esteri o nei magazzini esteri di carico dell’olio. Costoro prelevano di persona campioni d’olio dalle tanche della nave olearia o da quelle dei TIR, fanno sigillare i campioni con il sigillo del venditore, assistono alla partenza della merce, rientrano in Italia ed analizzano i campioni ben prima dell’arrivo della merce. Se essa risulta adulterata, denunciano il fatto all’autorità competente liberandosi in tal modo da ogni responsabilità. Se i campioni risultato in ordine, attendono l’arrivo della merce e, prima di immetterla nei propri magazzini, effettuano una seconda campionatura ed una seconda analisi. Se le seconde analisi confermano le prime, ok. In caso contrario, non ritirano la merce e sporgono denuncia alle autorità competenti.

Un meccanismo analogo potrebbe essere previsto anche per gli altri generi alimentari.

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa