LA STORIA D’ITALIA – 2) DAL FASCINO AL FASCISMO AL FASCINO (OVVERO, STANTE LA CONCLUSIONE DEL POST, “ALLARME DEMOCRAZIA”)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Marzo, 2013 @ 8:14 pm

Detto altrimenti: seconda puntata (interrotta, vedere alla fine, grazie)

Giovanni Giolitti

Giolitti, a mio avviso fu il primo ad utilizzare metodi fascisti. Con Giolitti al nord c’era libertà di parola, di stampa, di associazione politica e sindacale, le amministrazioni locali erano elettive, le elezioni parlamentari regolari. Ma tutto questo non serviva alla democrazia, perché al sud le cose erano all’opposto e comunque in parlamento sedevano solo suoi yes men. Giolitti formalmente apparteneva alla sinistra democratica, ma in pratica era conservatore al nord e al sud … al sud “controllava” le elezioni attraverso i prefetti che avrebbero rimosso sindaci e consigli comunali dei comuni ove non si fossero votati esponenti “governativi”. Giolitti fece ricorso anche a intimidazioni e violenze, avvalendosi sia della polizia che della malavita locale. (Oggi i voti non si acquisiscono con il bastone: si comperano! N.d.r.) Con la legge del suffragio universale (1911) la quale ampliò di molto la base degli elettori, il controllo divenne sempre più difficile e soprattutto visibile, il che provocò indignazione e reazione. I conservatori vennero sconfitti mentre cresceva la pressione dei nazionalisti di destra e dei socialisti rivoluzionari di sinistra.

Benito Mussolini

Nella puntata precedente ho anticipato come scoppiò la prima guerra mondiale e come l’Italia si dichiarò neutrale. Mussolini: compagno o camerata? Neutralista o interventista? Prima socialista, poi socialista rivoluzionario, aveva imparato ad esercitare il controllo sulla emotività delle folle. Per comunicare non usava la TV, ovviamente. Utilizzava radio, piazze e giornali. La sua concezione politica e filosofica era: “violenza”. Ieri, fisica, oggi sarebbe anche mediatica, web, per intendersi. Da socialista rivoluzionario, voleva la rivoluzione interna, la lotta di classe. Che le potenze si scannassero fra di loro, noi abbiamo altro da fare. Niente guerra. Poi, piano piano cambia: “ma se venissimo aggrediti …”, sino a quando, nel 1014, diventa interventista contro l’Austria. Da socialista rivoluzionario a nazionalista. La lotta interna dell’Italia fra proletariato e caste fu sostituita dalla lotta “dell’Italia proletaria contro le plutocrazie” (tali in quanto possedevano colonie, miniere e petrolio, n.d.r.). Espulso dall’Avanti, fonda il popolo d’Italia finanziato dalla Francia che ben vedeva l’intervento dell’Italia contro l’Austria e la Germania. La sua “virata”, unita alle incertezze ed alle divisioni interne al Governo, disorientarono la popolazione , la quale letteralmente “non capiva più nulla”. Tuttavia la decisione di entrare in guerra fu la conseguenza della violenza psicologica (fatta) e fisica (temuta) di una minoranza parlamentare e di una minoranza della popolazione sulla maggioranza del parlamento e della popolazione.

Del resto, la storia si ripete. Di fronte alla violenza perpetrata dar due anni (1920-1922) dalle squadre fasciste, dalla sopravvalutata minaccia degli squadristi in marcia su Roma, l’incerto governo e l’incertissimo Re posero le basi perché una minoranza parlamentare (quella mussoliniana) si candidasse ed ottenesse una larga maggioranza nella votazione di fiducia al promo governo del Cavaliere (Benito)

Che .. grilli ha in testa?

Ecco perchè la storia ci insegna a dubitare da chi, oggi, avendo una minoranza, afferma: “Date a noi il governo” oppure “Vogliamo arrivare al 100% dei parlamentari”. La violenza … non è violenza solo quella fisica. Turba l’equilibrio e la libertà delle persone anche una informazione sbilanciata, ed ecco le regole per la “par condicio televisiva”. Ma il web? Non esiste una par condicio per il web. Chi più lo sa usare e chi più lo usa, più è forte, anzi … più “viola” l’equilibrio … “violare” … stessa radice di “violenza”. Infatti a mio avviso non c’è vera democrazia senza un equilibrato e civile confronto di idee, il che pare non possa avvenire sul web.

“Interrompiamo la trasmissione …”

 Ho appena visto il TG3 delle ore 19.00. Da cittadino, sono sconvolto e interrompo la puntata: non e’ accettabile che parlamentari del secondo partito di maggioranza relativa del paese, violando le regole di accesso (controlli elettronici compresi, tanto per capirsi), invadano il tribunale di Milano cercando di forzare l’andamento della giustizia e interferendo nel principio costituzionale della separazione dei poteri. Inoltre, così come non approvo chi nel passato ha definito il parlamento un possibile “bivacco di manipoli”, non approvo oggi chi lo definisce “una scatola di sardine”. Prendo infine atto che oggi due persone sono purtroppo di ostacolo all’esercizio della democrazia: una, per i suoi problemi giudiziari; l’altra, per la indisponibilità a “partecipare” al governo del paese, essendo disponibile solo al “proprio” governo, benche’ in minoranza, aspirando inoltre essa – nel frattempo – non a raggiungere la maggioranza dei consensi, ma la totalità.

Fine del post

Ceterum censeo familiam Riva de possessione ILVAE deiciendam esse”, e cioè ritengo che occorra espropriare l’ILVA alla famiglia Riva, per evitare di essere costretti a scegliere fra due mali: la perdita di posti di lavoro o della salute pubblica. Il prezzo potrebbe essere corrisposto in “Monti bond Serie Speciale ILVA irredimibile 2%”, al netto delle somme trattenute per il risarcimento dei danni provocati, per l’adeguamento degli impianti, per il ripristino ambientale e per pagare gli operai anche se – nel frattempo – costretti a casa