CARO GRILLO TI SCRIVO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Marzo, 2013 @ 7:44 pm

Detto altrimenti: … prima della prima seduta del parlamento

Caro Grillo, i seggi che i “tuoi” parlamentari occupano, non sono “loro” né “tuoi”: sono nostri, di noi cittadini, di tutti noi cittadini, e noi tutti abbiamo diritto che quei posti siano occupati per “fare”, non per “non fare”. Per contribuire a far nascere un governo e poi per legiferare. Nessuno, nemmeno tu, ha il diritto di occupare o di fare occupare quei posti in modo inerziale.

Nessun dorma … si sente cantare in una celebre opera … nessun dorma, ripeto io, nessun dorma quando tu dici ai tuoi “Non parlate, non parlamentate”. Li hai incantati, li hai convinti, cavalcando l’onda della protesta, del malcontento, della loro semplicità giovanile … della possibilità di uno stipendio e di una pensione (facile). Ora sono “tuoi”, mentre dovrebbero essere “del Paese”, dovrebbero potere (e sapere) parlare e parlamentare. Ora li doti di assistenti blasonati … ma a quale scopo? Tanto poi il da farsi lo decidi tu … Ecco, vedi Beppe, se tu permettessi ai tuoi di sedersi ad un tavolo a discutere … no. Niente di tutto questo. Ma abbiamo già visto tutto … già nel 1919 c’era uno contro tutto e contro tutti … In miei post precedenti ho già ampiamente esposto le perfette analogie … ma che la storia non ci insegni nulla? Certo che se prima erano “panem et circenses” ed oggi sono “panem per   silentes” …andiamo bene … Panem, gli stipendi per i parlamentari e i portaborse; silentes, i “tuoi” uomini … silenziosi e silenti — andiamo bene! Beppe, mi sun seneise cumme ti, ma nu sun grillinu, t’è capiù …? Fame brusgià in scià griglia nu me piasge guei! Sono genovese come te, ma non sono grillino. Farmi bruciare sulla griglia non mi piace per niente).

Fine dell’ultimo post prima della prima riunione del nuovo parlamento

E Silvio? Ecco qui:

Ceterum censeo … e poi penso che non sia accettabile che parlamentari del secondo partito di maggioranza relativa del paese, violando le regole di accesso (controlli elettronici compresi, tanto per capirsi), invadano il tribunale di Milano cercando di forzare l’andamento della giustizia e interferendo nel principio costituzionale della separazione dei poteri. Inoltre, così come non approvo chi nel passato ha definito il parlamento un possibile “bivacco di manipoli”, non approvo oggi chi lo definisce “una scatola di sardine”. Prendo infine atto che oggi due persone sono purtroppo di ostacolo all’esercizio della democrazia: una, per i suoi problemi giudiziari; l’altra, per la indisponibilità a “partecipare” al governo del paese, essendo disponibile solo al “proprio” governo, benche’ in minoranza, aspirando inoltre essa – nel frattempo – non a raggiungere la maggioranza dei consensi, ma la totalità.

Manifestazione inaudita, afferma il Presidente Napolitano, come “inaudito” è il saluto militare “alla visiera” che un poliziotto riserva a chi stava violando l’ingresso riservato ai magistrati e non si sottoponeva al controllo del metal detector.