BAR …YCENTRO A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Marzo, 2013 @ 8:18 am

Detto altrimenti: socializzare a Trento

Barycentro. Un bar. Più che un bar. A Trento ve ne è già un altro … prima si chiamava Il Papiro, in Via Galilei, ora si chiama Controvento, e lì si fa una “socializzazione letteraria”. Qui, nel Barycentro di Piazza Venezia , 38, proprio adiacente a Porta Aquila, si fa qualcosa di più. Il programma? Se state leggendo questo mio post significa che avete il computer e quindi potete leggere il programma su baricentro@delfino.coop, oppure potete telefonare allo 0461 262802 /3408890793.

 

 

Ieri pomeriggio Barycentro ha ospitato due eventi: il primo, un concerto ad opera di quattro giovani promesse fra gli 8 e i 10 anni, il quartetto di violoncello Cel-lo-Fan-S, guidati dalla professoressa Barbara Bertoldi della Scuola di Musica Minipolifonici. Bravissimi!

 

 

Indi una riunione della Associazione Alzheimer Trento – La forza di non essere soli (www.alzheimertrento.org) fra parenti e malati del morbo di Alzheimer. Io ero presente per via di mia suocera novantaduenne …

Cosa è emerso? Che stare insieme, aprirsi al vicino, ascoltare il vicino … aiuta a capire noi stessi, ad essere utili agli altri, a vivere insieme, ad accettarsi, a superare le difficoltà. Ha aiutato me – ad esempio – a capire la fortuna che mia moglie ed io abbiamo per il fatto che mia suocera si sia ammalata essendo ormai molto avanti negli anni e non in età più giovanile, che non sia aggressiva, che abbia – come noi – la sua pensioncina, la sua brava badante … Non tutti i presenti hanno dichiarato di avere uguale fortuna: vi sono persone che per assistere il congiunto malato hanno sacrificato la loro vita, anche lavorativa … per cui, assistere gli ammalati non è sufficiente: speso occorer assistere anche i loro familiari.

Ecco, già questo, un grande risultato. E poi … e poi è arrivato Marcello, cioè Don Marcello Farina, il quale ci ha parlato sul tema “Attraverso il dolore cogliere la ricchezza”. In effetti Marcello è andato “fuori tema” nel senso che “lo stesso Gesù ha pregato il Padre di allontanare da Lui il calice del dolore”. Il dolore non va ricercato. Non santifica. Va evitato, combattuto. Non basta saper resistere al dolore, lo stoicismo non è cristiano. Cristiano è evitare il dolore, combattere il dolore, non semplicemente resistere stoicamente al dolore. Comprendere il dolore solo nel senso di evento “possibile”, insito nella natura. E la comprensione del dolore va inoltre rivolta soprattutto al dolore altrui. Il “nostro” dolore ha solo questo di positivo: non la nostra santificazione, ma il fatto che ci fa capire il dolore altrui e quindi ci avvicina all’altro. Ci avvicina, appunto, in una società che soprattutto negli ultimi vent’anni ci ha voluto formare “antagonisti” uno dell’altro … il mercato, la competitività … più mi stai lontano meglio è. La socializzazione sul piano filosofico e dello sviluppo del pensiero ha fatto passi da gigante, basti pensare al filosofo Emmanuel Lévinas … “Il volto, il volto dell’altro che mi guarda, mi interroga, si aspetta risposte da me …” ma sul piano pratico … tutto il contrario: homo homini lupus

Ho voluto fare una prova. Mi sono rivolto ad una signora seduta vicino a me. Ho parlato del mio problema. Ho chiesto del suo. Ci siamo rapportati come due vecchi amici, senza diffidenze, paure, reticenze … e ci siamo scoperti “uguali”: io stesso ero l’ “altro”. E viceversa. In qualche maniera, dal “male comune” stavamo percorrendo una stessa strada, quella verso il “Bene Comune”. Il Bene Comune, già, quello che dovrebbe essere l’imperativo categorico dei nostri politici … Per finire, il nuovo Papa? Francesco, il Vangelo “sine glossa”, così com’è, originario, pulito, immediato … il primo Maestro per aiutare tutti, politici e non, credenti e non, a perseguire e a conseguire il Bene Comune. Non un Papa Re, non l’auto blu. Scampato pericolo. Grazie , Marcello, grazie, come sempre …

Fine del post

Ceterum censeo … e poi penso che non sia accettabile che parlamentari del secondo partito di maggioranza relativa del paese, violando le regole di accesso (controlli elettronici compresi, tanto per capirsi), invadano il tribunale di Milano cercando di forzare l’andamento della giustizia e interferendo nel principio costituzionale della separazione dei poteri. Inoltre, così come non approvo chi nel passato ha definito il parlamento un possibile “bivacco di manipoli”, non approvo oggi chi lo definisce “una scatola di sardine”. Prendo infine atto che oggi due persone sono purtroppo di ostacolo all’esercizio della democrazia: una, per i suoi problemi giudiziari; l’altra, per la indisponibilità a “partecipare” al governo del paese, essendo disponibile solo al “proprio” governo, benche’ in minoranza, aspirando inoltre essa – nel frattempo – non a raggiungere la maggioranza dei consensi, ma la totalità.

Manifestazione inaudita, afferma il Presidente Napolitano, come “inaudito” è il saluto militare “alla visiera” che un poliziotto riserva a chi stava violando l’ingresso riservato ai magistrati e non si sottoponeva al controllo del metal detector.