POLIS, CITTA’, STATO: OCCUPARE, OCCUPARSI, PREOCCUPARSI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2013 @ 8:42 am

Detto altrimenti: leader “da competizione”

Occupare, invadere, possedere presidiare. Occuparsi, prendersi cura. Preoccuparsi, prendersi urgentemente cura. Ecco, le parole sono pietre, diceva Don Milani … e aveva ragione! Occuparsi della Polis o occupare posizioni dalle quali – volendo – ci si potrebbe “eventualmente anche” occupare della Polis? Al “Me ne frego (e occupo)!” di tristissima memoria, Don Milani contrapponeva “I care”, cioè “io mi prendo cura di”.

Papa Francesco ci sprona a non perdere la Speranza.

“Giorno verrà …”

In tal senso (ma è una semplice coincidenza!) un leader (BER …) delle tre principali formazioni politiche invita, parla, grida, incita ad avere speranza, che con lui si risolve tutto, che tanto abbiamo ben 8.000 miliardi di ricchezza privata … E la gente, stanca, stressata, spaventata … si aggrappa a questa “promessa di speranza”. Costui invade le TV e grida alle piazze, con il braccio destro proteso in una sorta di semi saluto romano, alternativamente con la mano aperta o chiusa a pugno, innalza per l’aere roboanti domande retoriche sollecitando ed ottenendo altrettanto roboanti risposte corali. “A chi la Presidenza della Repubblica”? E tutti in divisa, non più con il fez, bensì con cappellino bianco e biglietto del metro pagato: “A noi!” 

Te la do io la fiducia …

Un altro leader (GRI …), all’opposto, grida che è tutto sbagliato, che questo modello non ha futuro e che bisogna stravolgere tutto, attraverso una nuova rivoluzione culturale. Costui schiaccia le TV con il suo web e anch’egli grida alle piazze. Ma mentre il primo “politico urlatore” (ricordate i cantanti urlatori, tipo Tony Dallara?) grida prospettando latte e miele, costui grida evidenziando le miserie dell’ “attuale regime dei morti viventi”. Anche costui ha un gran seguito di gente arrabbiata, stanca, desiderosa di cambiamenti radicali. Caratteristica di questo gruppo è il “pensiero unico” di un’unica mente, di una sorta di Grande Fratello Web che aspira al 100% dei consensi, per instaurare una democratica dittatura. Aristofane, nella commedia “I cavalieri”, racconta che gli aristocratici ateniesi, per contrapporsi al popolare Cleone, assoldarono un venditore di salsicce noto per la forza tonante della sua voce, dicendogli: “Se griderai più forte di Cleone, avremo vinto!”.

Vabbè che gutta cavat lapidem … ma … est modus in rebus

Vi è poi in terzo leader (BER …) il quale sta utilizzando il registro giusto in un ambiente sbagliato. Cerca di ragionare, di far ragionare, non grida, non alza la voce. Si rivolge alla ragione più che alla pancia.

Infine, il quarto leader (MON …) è a capo di una formazione numericamente minore, non grida, parla, soprattutto all’estero, e si rivolge esclusivamente alla ragione.

Il risultato? L’ingovernabilità.

 

 

 

Chi dobbiamo ringraziare? Chi ha partorito l’attuale legge elettorale, anzi due leggi elettorali fra di loro “disincronizzate”: una per la Camera ed una per il Senato: è un po’ come dover guidare una “quattro per quattro” con le ruote anteriori a marcia avanti e le posteriori a marcia indietro.

 

 

E io, cosa mi auguro? Nell’ordine: escludo l’ingovernabilità; escludo soluzioni non democratiche; escludo chi non dia garanzia di moralità. Per il resto, ogni soluzione mi va bene, purchè RAPIDA!