LO STATO PAGA LE IMPRESE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Marzo, 2013 @ 10:00 am

Detto altrimenti: un’onda da 70 miliardi

La prassi di pagare a tot giorni, anni, mesi … io non l’ho mai approvata. Nella mia vita ho fatto anche il consulente. Una volta mi dissero: “Noi paghiamo a 90 giorni”. Io risposi: “Qui essere cammelli, dove essere tue piastre?” In altre parole: lavoro “a vista”? Pagamento “a vista”. Quando l’ impresa ero io, pagavo consulenti e fornitori a vista. E invece no. Le pubbliche amministrazioni hanno deciso di pagare a tot anni! E le imprese fornitrici entrano in affanno, cercano crediti bancari (che non esistono), falliscono.

Ora il governo ha deciso di “sbloccare” pagamenti per 40-70 miliardi. Ma come “girano” i soldi? Ecco qui:

1) Per reperire i fondi necessari, lo Stato deve aumentare il proprio indebitamento;
2) Taluno dice: non è un aiuto alle imprese, ma alle banche e alle loro società di factoring che nel frattempo hanno scontato i crediti delle imprese o hanno concesso anticipi sul conto corrente.

Alla prima osservazione rispondo: le imprese hanno fornito beni e servizi allo Stato. Lo Stato non le ha pagate. Lo Stato siamo noi. Con il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, lo “sbilancio” in capo alle imprese si spalma come maggiore indebitamento di ogni cittadino. Praticamente si tratta di una tassa a fronte di un servizio già ricevuto. Una “tassa” quindi, non una imposta, finalizzata allo sviluppo economico e non a sprechi di vario genere.

Alla seconda osservazione replico: “regalo alle banche?” No, perchè anche se i denari “entrassero in banca e non nelle casse delle imprese, le imprese avrebbero comunque un vantaggio, perché si rendono nuovamente libere presso le banche le linee di credito utilizzabili per ulteriori utilizzi dello stesso tipo (factoring) o di tipo diverso. Purchè.

Purchè le banche, dopo essere state rimborsate, aprano nuovo credito. Altrimenti ha ragione chi dice che si aiutano le banche e non le imprese.