POST SUCCESSIVO (a quello precedente, è ovvio) SUI PARADISI FISCALI)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Aprile, 2013 @ 1:15 pm

Detto altrimenti: Sic transit pecunia mundi … così passa (esentasse) il denaro del mondo!

Corsera odierno alle pagine 14 e 15 riporta la notizia della lista dello scandalo dei paradisi fiscali: un hard disk consegnato ad un giornalista australiano, contiene i files di 120.000 società e singoli evasori offshore (in nero). Da una prima stima si calcola che la ricchezza così “salvaguardata” sia compresa fra 21.000 e 32.000 miliardi di dollari USA. Per capirsi, il PIL di tutti i paesi del G8 messi insieme è di 35.000 miliardi di dollari USA.

Che fare? Lasciare che il mondo sia depredato da quei “pochi tanti privati” che lo “utilizzano” per arricchirsi in modo spropositato e comunque ingiustamente, derubando quei “molti tanti altri pubblici e privati”, o semplicemente applicare le leggi fiscali? Applichiamo le leggi, diranno molti. Si, bravo merlo, diranno altri molti, ma come si fa?

Io credo che la strada più immediatamente percorribile sotto il profilo di una soluzione strutturale del problema sia la seguente:

Le stelle le abbiamo già: aggiungiamo le strisce, e di corsa!

1) Creare gli Stati Uniti d’Europa – EUE, USE, EVS, rispettivamente in francese, inglese, tedesco (Etats Unis d’Europe, United States of Europe, Europeischen Vereinigten Staaten);
2) fare un accordo fra USA e EUE per l’eliminazione dei paradisi fiscali interni ai due Stati Federali e per il boicottaggio di qualsiasi relazione con paese esteri che non adottino le nostre comuni leggi fiscali, bancarie, finanziarie, di sicurezza sul lavoro, di rispetto dei diritti civili ed umani, del rispetto ambientale, etc..

Quindi Europa, Stati Uniti d’Europa! Altro che uscire dall’Euro, Beppe, belin, ma t’ei nesciu? Nu ti ghe n’ è atre belinee’ da cuntà? (Per i non Liguri: “Beppe, ca… spita, ma sei stupidino? Non ne hai altre “cose poco sagge” da dire?”).