LE NOSTRE LEGGI? IMPARIAMO DA ROMA (DALL’ANTICA ROMA!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Febbraio, 2012 @ 9:10 am

 

Detto altrimenti: come era bella, sintetica e significativa la lingua latina!

 

Summa lex, summa iniuria
Per quanto una legge sia dettagliata, tuttavia essa potrà risultare molto dannosa per alcuni cittadini (Liberalizziamo, si, ma in modo specifico, settore per settore. Altrimenti … N.d.r.)

Corruptissima republica, plurimae leges
L’enorme proliferare delle leggi fa sì che si distrugga la democrazia (quante migliaia sono le leggi formali e sostanziali in materia fiscale? Occorre intervenire. E’ meno difficile di quanto possa sembrare: infatti oggi disponiamo di computer che gestiscono miliardi di informazioni. Incarichiamo un gruppo di esperti di leggi e di software di computerizzare tutto il materiale, attribuendo ad ogni disposizione il grado di prevalenza o soccombenza rispetto alle altre ed ogni altro criterio necessario alla loro razionalizzazione. N.d.r.)

Quid faciant leges, ubi sola pecunia regnat?
Cosa mai potrà fare la legge in un Paese ove regni il solo denaro? (ma no! … Non ce ne eravamo accorti! N.d.r.)

Salus civitatis in legibus sita est
La salvezza dello Stato consiste proprio nelle sue leggi (siamo d’accordo! N.d.r.)

Nulla lex satis commoda omnibus est
Nessuna legge può essere tale da essere ugualmente utile a tutti (smaltiamo i rifiuti, ma non vicino a casa mia … N.d.r.)

Legum servi sumus ut liberi esse possums
Siamo soggetti alle leggi per poter essere liberi (è vero! N.d.r.)

Leges bonae ex malis morbus procreantur
Le buone leggi sono emanate a seguito di cattivi eventi (speriamo che ciò accada – e presto – per quanto riguarda la prevenzione e la gestione degli eventi atmosferici e delle calamità naturali! N.d.r.)

Legem breve esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur
Occorre che la legge sia breve, affinchè possa essere compresa anche dai non esperti (ricordate come erano lunghe, arzigogolate e complesse le “grida” manzoniane? Proprio per non essere comprese dl popolo. N.d.r.)

Quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor
Ciò che non vieta la legge, è il pudore che deve vietare che  sia fatto (stiamo attenti a che l’immoralità non sia sconfitta e sostituita dall’amoralità! N.d.r.)

Scire leges non est verba earum tenere, sed vim ac potestaetm
Conoscere le leggi, non è conoscerne le parole, bensì conoscerne la forza e l’efficacia (cioè, avere coscienza se, in caso di sua violazione, in tempi brevi le sarà data esecuzione forzata e sanzione. N.d.r.)

 

Legge elettorale. Premio di maggioranza? I Romani di oggi lo vogliono. Gli antichi Romani non lo avevano.
Il premio di maggioranza non va dato a chi ha raggiunto la maggioranza relativa dei voti, bensì a chi ha già raggiunto da solo la maggioranza assoluta. E voi cosa ne pensate?