ANCORA SULLA CONCORDIA: UNA IPOTESI … ANZI DUE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Febbraio, 2012 @ 7:50 am

Detto Altrimenti: perché quel ritardo nell’avviso di “abbandonare la nave” ?

Whisper in regata nell'Altogarda Trentino

Sono andato a vedere la mia carta nautica dell’isola del Giglio. E’ la carta dell’IGM scala 1:20.000 del luglio 1994, quella che ho usato con il mio natante a vela, un FUN da regata di 7 metri di nome Whisper, numero velico ITA 526, stazza 2,8 tons, dislocamento Kg. 1.000, motore ausiliario fuoribordo ad 4 CV, deriva del 33% (cioè 330 kg.), pescaggio m. 1,60. Randa mq 16, genoa mq 16, fiocco mq 8, spinnaker mq 40, tormentina mq 4.

Ho notato che alcune centinaia di metri oltre il punto di impatto, il fondale arriva a 85 metri di profondità.

Orbene,  poiché lo squarcio sulla fiancata di babordo (sinistra) della nave è abbastanza “puntuale”, cioè lo scafo non ha subito un lungo squarcio, deduco che, accortosi che era troppo vicino alla costa, il Comandante abbia “poggiato” leggermente a tribordo (destra). Non avrebbe potuto virare più marcatamente perchè navi di quelle dimensioni rispondono a virate di 5 gradi alla volta, altrimenti cominciano a vibrare e non virano. Nel far ciò la nave ovviamente “scarroccia” un po’ sul lato opposto, cioè a a babordo (sinistra): ed ecco l’impatto quasi “frontale” della fiancata sinistra conto lo scoglio. A questo punto, per quanto limitata fosse la velocità della nave, l’abbrivio l’ha portata un po’ più avanti, là dove il fondale è – come dicevo – di 85 metri! Ora, se il Comandante avesse voluto dare subito il segnale di abbandono della nave, avrebbe dovuto fermarla proprio in quel punto, mantenerla diritta (evitando, con appositi allagamenti compensatori, che sbandasse su un fianco) e quindi mettersi nelle due condizioni necessarie per potere calare a mare tutte le scialuppe di salvataggio. A fine operazione, probabilmente la nave sarebbe affondata, andandosi a poggiare 85 metri sotto la superficie.

Il che può far supporre che il  Comandante e/o la Compagnia di Navigazione abbiano voluto evitare a tutti i costi questo inabissamento totale.

Ecco quindi che sorge la domanda: conscio della quasi impossibilità di valutare quanto ancora la nave sarebbe stata a gala, il Comandante – nella ipotesi che sto formulando – avrebbe scelto di non fermare la nave, di non lanciare il segnale di abbandono nave, di non calare le scialuppe di salvataggio (non è possibile farlo, con la nave in movimento), per portare la nave, con una virata a babordo (a sinistra, durante la quale la nave ovviamente si è raddrizzata) ad arenarsi là dove forse sarebbe stato possibile recuperarla con appositi successivi interventi. Infatti, nel punto in cui è arenata, la nave mostra al cielo la fiancata sinistra  squarciata e ha cessato di imbarcare acqua. In questa ipotesi, il tentativo di salvare la nave sarebbe stato prevalente sulle azoni mirate a salvare innanzi tutto la vita di tutti i passeggeri.

A meno che … il Comandanre Schettino avesse stimato che, se avesse fermato la nave per alare in acqua le scialuppe di salvataggio, il suo affondamento sarebbe stato molto rapido e non avrebbe permesso di completare la manovra. In questo caso, farsi sorprendere dall’affondamento completo durante l’abbandono della nave,  avrebbe causato un’ecatombe di vittime.

P.S.: attenzione! Si tratta solo di mie ipotesi. La rotta e le varie posizioni della nave sono state da me dedotte da notizie ed immagini televisive.