AD UN AMICO, PER IL SUO SETTANTESIMO COMPLEANNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Maggio, 2013 @ 7:45 am

Detto altrimenti: time flies like an arrow, il tempo vola come una freccia

Lorenzo, un amico. ma potrebbe avere un altro nome, essere un altro amico. Vostro, ad esempio. Non cambierebbe nulla. Compirà 70 anni. ma lui era molto, molto più vecchio di voi che eravate nati … qualche mese dopo!

Dalla galea dell’ Ammiraglio Andrea Doria (da cui il Liceo Doria) …

Genova. Eravate arrivati in quella classe, trasferiti da altra scuola, in una classe che non era stata la vostra, e … gradita sorpresa! Per la prima volta vi era capitata una classe mista, con tante ragazze! Uaoooo! Tuttavia questa vostra allegria era un po’ smorzata dalla timidezza che riscontravate in voi stessi rispetto agli altri compagni, “veterani” del loro rapporto reciproco e con il gentil sesso. E poi, l’incognita dell’ambiente …. i professori … come sarebbe andata? Vabbè che venivate da una scuola severissima, quindi peggio di quella sarebbe stato difficile. Comunque un po’ di tensione l’avvertivate.

… alla caracca (non era una caravella!) Santa Maria dell’Ammiraglio Cristoforo Colombo (e omonimo Liceo C. Colombo): per forza che poi sono diventato velista!

Molti sguardi erano puntati su di voi, la “novità”. Entra un primo professore, fa l’appello. Giunto al vostro nome domanda. “Ah … proveniente dalla tale scuola, ripetente?” “No”. “Perché ha cambiato scuola?” (Maccome, mi dà del lei?) “Perché non andavo d’accordo con un professore sull’ordine della tabella periodica degli elementi di Mendeleev” (solo per alludere al prof. di chimica, n.d.r.)”. “Ah, ho capito, si sieda pure, grazie”. In mattinata entrano altri professori: stesse domande, stesse risposte, fino a che, ad un certo punto, quando stavo rispondendo all’ennesima domanda, si alza un mio (nuovo) compagno, Lorenzo, e dice. “Professore, proviene dalla tal scuola, non è ripetente, e non andava d’accordo con il professore di chimica, per cui ha preferito cambiare aria”. Grazie Lorenzo, pensai: hai compreso il mio imbarazzo, mi hai teso una mano, dopo solo tre ore di “conoscenza”. Devi essere diverso, molto diverso (cioè migliore di altri).

Ecco, questo fu il primo approccio con Lorenzo. Lo chiamammo poi “il Grande Spirito”, perché non parlava, sentenziava. E se qualcuno non si comportava bene, lui, già canottiere, lo persuadeva con un gesto fisico …, no, cosa avete capito, non con una violenza fisica … bastava un gesto … Era stimato. Da noi, dai prof e dai genitori. “Mamma, vado ad una festa” “Cosa? E’ gente che conosco?” “No, ma c’è Lorenzo” “Allora vai pure”. Lorenzo, una garanzia. Anche per i genitori.

Una professoressa, un giorno: “Io, se voglio so essere cattiva. Volete vedere? Prendiamo uno a caso, da interrogare: venga Lorenzo!” E il Grande Spirito si sacrificò per tutti noi …

Dopo l’esame di maturità ci concedemmo due vacanze.

La prima al mare, in tenda canadese da tre posti. Il terzo era Paolo. Chi dorme al centro (la posizione più scomoda)? Lorenzo!

La seconda nelle Langhe, a Callianetto, la patria di Gianduia, presso suo nonno. Sempre con Paolo. Di giorno in giro per i boschi, in bicicletta o con una vecchissima motocicletta con il cambio “ a cacciavite” … già, perché per cambiare marcia occorreva agire con un cacciavite su certi ingranaggi. La sera a giocare a carte con il nonno, sorseggiando una barbera che ci stava dritto un coltello da quanto era “spessa”. Un giorno facemmo una colletta per consentire a Paolo di comperarsi un fucile ad aria compressa. A quei tempi – purtroppo – fumavamo e avendo finito i soldi da quel giorno ci concedemmo mezza sigaretta alla volta o qualche sigaro del nonno. Paolo ed io andavamo anche a caccia e Lorenzo ebbe a dire: “Distruggete qualcosa che non sarete mai capaci di riprodurre”. Le parole sono pietre, scrisse Don Milani …

Ci perdemmo di vista. Dopo tanti anni io venni assunto alla STET, a Torino. Sapevo che Lorenzo abitava in quella città da anni. Una sera telefonai: “Pronto? Il dottor …?” “Si, sono io. Chi parla?” “Sono il dottor Lucatti”. Uaoooo, che festa! Era inverno, sera tardi. Dopo mezz’ora lo vedemmo arrivare con la moglie Margherita (altra nostra compagna di classe) e la figlioletta in braccio, bene avvolta in una coperta!

Ecco, questo è il mio “vecchio” compagno di scuola Lorenzo. Ma potrebbe tranquillamente essere uno dei vostri compagni di scuola, solo per questo motivo non ne ho scritto il cognome. Quindi, buon compleanno, Lorenzo, e insieme a te, anche a tutti gli altri “vecchi” compagni di scuola di tutti noi ex alunni della … vita e di una vita!