IUS SOLI PER REFERENDUM?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Maggio, 2013 @ 2:11 pm

Detto altrimenti: mea Grillo, cosse ti me disgi?

Jus soli? Solo con referendum!

Beppe, te lo dico in genovese: senti Grillo, cosa mi dici mai? I referendum, se male utilizzati, sono uno strumento di rafforzamento della democrazia formale e di distruzione della democrazia sostanziale. Belandi, te l’ho ditu molte votte, ma ti… ninte …accipicchia, te l’ho detto molte volte … ma tu … niente! Leggiti i miei post del 1 e del 12 aprile scorsi, leggiti … belandi …

Mi ri-spiego: l’istituto del referendum va bene solo per problemi “secchi” tipo “divorzio si/no” rispetto ai quali ognuno può ben prevedere quali potranno essere su di sé le conseguenze del voto referendario. Ma portare il popolo a decidere con referendum su un problema quale l’uscita dall’Euro … via … credo che solo il 10% della gente – a voler essere generosi! – potrebbe capire quali sarebbero le conseguenze di una simile decisione! E quindi, la stragrande maggioranza voterebbe con la “pancia” non con la testa. Tanto varrebbe tirare in aria una monetina!

Genova – Buenos Aires

Idem – anzi peggio – per l’istituzione dell’jus soli, cioè per la concessione della cittadinanza ai figli nati in Italia da una coppia di extracomunitari in Italia da oltre 5 anni, con casa e regolare lavoro. Si tratta infatti di regolarizzare i figli di chi regolare lo è già. Si tratta di capire che il mondo sta cambiando, che la molla che noi nord occidentali della terra abbiamo compresso per secoli, quella dell’imperialismo e dello sfruttamento del sud est del pianeta, si sta distendendo; si tratta di capire che “natura non facit saltus”, che non vi sono forzature in natura, e che, se noi queste forzature le facciamo, prima o poi la natura si riprende i suoi spazi. Negare la cittadinanza alle condizioni sopra indicate, significa – nel medio termine – cercare di ri-comprimere una molla sociale che prima o poi scatterebbe, sfuggendoci di mano, anzi, ferendo le nostre mani di uomini bianchi. E allora, ragioniamo nelle sedi più convenienti, cioè in Parlamento (Italiano ed Europeo), non andiamo a votare con in una cabina elettorale “pancia si/ pancia no”. E poi, Beppe, tu sei Genovese, come me, … tu sei appena più giovane di me (io sono classe ’44) quindi non puoi ricordare le emigrazioni italiane degli anno ’20 – ‘ 30, ma quelle degli anni ’40 – ’50 sì, quando proprio a Genova, al Consolato della Repubblica Argentina, in Albaro, di fronte alla casa dell’allora Sindaco Vittorio Pertusio, sì … di fronte alla “Farmacia “Albaro” … hai capito benissimo, i nostri concittadini facevano la fila per avere il visto per potere emigrare verso una terra della quale speravano a buona ragione di conquistarsi il diritto di diventare cittadini.

Erano gli anni “che a scuola” ci davano i “giornaletti” con il personaggio Erpinotto, per fare propaganda agli aiuti USA del piano ERP -European Recovery Program (o Piano Marshall) ed anche quelli con su tale Evita Peron … ricordi?

E allora? Questi “altri” le cui sorti tu vorresti affidare ad un referendum siamo noi stessi, gli “altri” di ieri.