RIFORMA DELLA GIUSTIZIA (solo alcune brevi considerazioni)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Maggio, 2013 @ 6:15 am

Detto altrimenti: “Aggiornamento, miglioramento della Giustizia”.

A Scuola e all’Università ci hanno sempre detto che la nostra Democrazia si fonda su tre poteri separati: il Legislativo (il Parlamento), che “fa” le leggi; l’’Esecutivo (il Governo), che le applica; il Giurisdizionale (la Magistratura), che controlla e giudica.
Ora, poiché nessuno è perfetto e tutto è migliorabile, nessuna meraviglia che anche il nostro sistema democratico sia suscettibile di miglioramenti e correzioni.

Il Legislativo. Circa 1000 persone che troppo spesso di fatto hanno delegato al Governo la funzione legislativa. Inoltre alcune di queste persone sono state chiamate al Governo, facendo quindi parte contemporaneamente di due funzioni e, in certi casi, “correndo” in Parlamento a votare per far approvare la fiducia al Governo, cioè a sè stessi!

Il Governo. Soprattutto quando ha avuto ampia maggioranza ed ampio lasso di tempo per fare le riforme e non le ha fatte ….

Quis custodiet custodes ipsos?

La Magistratura. Ecco il punto che pare catalizzare l’attenzione della politica, o almeno di una certa politica. I punti sui quali essa si concentra sono: la responsabilità civile dei giudici e la dipendenza dei PM dall’Esecutivo (quest’ultima chiamata “separazione delle carriere”).

Circa la separazione delle carriere dei PM dai giudici giudicanti, potrei anche essere d’accordo. Ma non sono assolutamente d’accordo sull’eventuale abolizione della obbligatorietà dell’azione penale o sul demandare all’esecutivo la gestione gerarchica dei PM e della loro attività.

Sulla responsabilità civile dei giudici (PM compresi) avrei qualche perplessità. Piuttosto si potrebbe inserire una maggiore “responsabilità interna” nel senso di prevedere sanzioni disciplinari veramente rilevanti non per quei giudici/PM la cui sentenza venga poi ribaltata o cassata ma per quei giudici/PM che non studiano i fascicoli, che non interrogano gli imputati (benchè richiesti), che pur di fronte a corpose documentazioni ed argomentazioni della difesa, non approfondiscono la causa limitandosi a dire “confermo quanto già esposto” oppure “mi rimetto a quanto risulta agli atti”, chiedendo “comunque” pesanti condanne e/o condannando “comunque”, “tanto poi si rivedrà tutto in appello e in Cassazione”.

Poi c’è un aspetto particolare: la cosiddetta “autorizzazione a procedere” da parte del Parlamento per consentire l’arresto di un Parlamentare. Il Parlamento dovrebbe valutare se il processo è stato instaurato “per impedire l’attività politica dell’imputato”. Non altro. Invece, spesso, si assiste a pronunce del Parlamento del tipo: “No, lui è una persona onesta, non può avere commesso quel fatto … io non la voto l’autorizzazione a procedere”. Così facendo il Parlamento snatura l’istituto e si sostituisce al Giudice di merito. Anche questo comportamento va “riformato”.

L’arretratoooo…!!

In parallelo all’evoluzione della revisione della materia, occorrerebbe da subito investire risorse sul completamento degli organici della Magistratura e sulla sua informatizzazione. Anche di recente, infatti, ho visto Giudici scriversi di pugno, a penna, i verbali dell’interrogatorio che stavano eseguendo! Vi immaginate cosa accadrebbe se il Ministero delle Finanze fosse altrettanto (poco) informatizzato? E allora, forse che il rendere tempestivamente giustizia ai cittadini è meno importante di un corretto e tempestivo prelievo fiscale?

Dove reperire le risorse necessarie? Ad esempio non acquistando gli inutili e costosissimi cacciabombardieri F35!