MUSICA A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Maggio, 2013 @ 3:13 pm

Detto altrimenti: musica classica, in questo caso.

Edoardo Bruni

L’Associazione Culturale “Antonio Rosmini” di Trento, con sede in via Dordi n. 8, –Presidente la Prof. Lia de Finis -. organizza ed ospita annualmente tre concerti di musica classica. Direttore artistico dell’intera manifestazione dal significativo titolo “Verso il Novecento ed oltre: tre concerti-conferenza sulla musica del XIX° – XX° – XXI° secolo” è il pianista musicologo compositore M°. Edoardo Bruni. Ecco i concerti:

 1 – 13 maggio, Edoardo Bruni (1975) pianista e relatore, musiche di Chopin (1810 – 1849); Liszt (1811 – 1886); Rachmaninov (1873 – 1943) e sei brevi ed intense composizioni di Bruni stesso.
2 – 17 maggio, Alessandra Taglieri e Roberto Genitoni pianisti e relatori, musiche di Chabrier (1841-1894), Borodin (1834-1887), Ciajkovskij (1840-1892) Milhaud (1892-1974), Di Fiore (1966).
3 – 23 maggio, il violinista Francesco Iorio (1985) , suona su un “Guarnieri” (!) e su un violino appartenuto a Mozart (!), e il chitarrista classico Carlo Fierens(1986), allievo innanzi tutto del padre a sua volta allievo di Segovia (!) hanno eseguito brani di Pablo de Sarasate (1844 – 1908); Francisco Terrega (1852 – 1909); Niccolò Paganini (1782 – 1840); Jacques Ibert (1890 – 1962); Astor Piazzolla (1921 – 1992); Cesare Lutzemberger (1918 – 2001).

Alessandra Taglieri e Roberto Genitoni (pianoforte a quattro mani), hanno proposto un percorso imperniato sul concetto di viaggio, inteso in senso non solo “temporale” (come tutti i concerti del ciclo, che hanno spaziato dall’Ottocento ad oggi), ma anche “spaziale”: il pubblico è stato trasportato così dalle memorie wagneriane di Monaco di Baviera (riviste da Chabrier in chiave salottiera e quasi ironica) alle steppe dell’Asia centrale di Borodin, attraversando poi l’Italia del Capriccio Italiano di Ciaikowski (che ripresenta, in un pout-pourri molto gradito dal pubblico, melodie tipiche della canzone del Sud Italia) per poi sbarcare oltre oceano, prima in Sud America con la “sinfonia cinematografica” di Milhaud intitolata “Il bue sul tetto” (basata su celebri arie appunto sud-americane, trasfigurate con tecniche novecentesche quali politonalità e poliritmia) ed infine in Nord America, precisamente a New York con la brillante Manhattan-Suite di Francesco di Fiore, descrittivamente impegnata nei frenetici ritmi della vita newyorkese.

 

Francesco Iorio e Carlo Fierens

Dell’ultimo concerto i due musicisti hanno illustrato alcune notizie salienti. De Sarasate, spagnolo di origine musicale gitana. Tarrega, Recuerdos de la Alhambra, scritto per chitarra e ieri eseguito al violino (!); Paganini, anche chitarrista (!), brano scritto per violino e ieri eseguito alla chitarra (!); Ibert, il migliore studente della scuola parigina, vincitore del Prix de Rome che gli consentì di vivere e studiare tre anni in Italia; Piazzolla, argentino di origine italiana.

Piazzolla che ha sviluppato i quattro “periodi” del tango (da “tangere”, toccare): il primo, suonato nei bar-postriboli dell’angiporto e ballato fra uomini; il secondo, il “tango cafè” suonato per essere ascoltato e non ballato nei caffè cittadini; il terzo, il tango ballabile; il quarto, il “tango musica classica”. Infine, Lutzemberger, nonno del violinista, che ha fondato la cattedra di chitarra classica a Trento, e scritto numerosi pezzi: Quello eseguito dal nipote gli fu ispirato durante una pausa della sua guerra d’Africa”.

E la musica contemporanea? Ci siamo mai chiesti perché certa musica “moderna” difficilmente ci rimanga in mente ed ancor più difficilmente la canticchiamo o almeno la riconosciamo? Siamo proprio noi, semplice pubblico, a non capire? E invece, perché invece rimaniamo estasiati di fronte ad un preludio di Chopin o ad un pezzo di Brahms o di Debussy?
E come mai capiamo” e ci sentiamo coinvolti emotivamente nell’ascoltare motivetti, melodie, canzonette, canti di montagna, tante belle musiche da film?
Il fatto è che la musica è una cosa meravigliosa “inventata” dall’uomo. Ci accorgiamo che, anche senza averla studiata, non ne possiamo fare a meno! Così come non possiamo fare a meno di tante altre scoperte dell’uomo.

… appartenuto a W. A. Mozart !

Da sempre i “poeti della musica” studiano e propongono nuove forme compositive che rispecchiano e spesso anticipano lo spirito del loro tempo.
Alcuni compositori del XX° secolo si sono cimentati con tipi di musiche che sembrano ancora poco amate e minimamente accettate dal comune “sentire” cui appaiono assai strane.
La musica senza sintassi e destrutturata fa fatica, ormai da un secolo e più, ad essere capita dal nostro cervello… Ed allora perché non provare altre vie, perché non dare ascolto ad altre sperimentazioni, altre ricerche?
Edoardo Bruni da tempo affronta e studia queste tematiche musicali; nella conferenza ha spiegato la sua “Ars modi” e la nuova prospettiva della sua composizione musicale, la cosiddetta Pan-modalità‘, che propone un giusto mezzo: comporre cioè con tutti i modi, di tutte le scale… Esistono infatti, a disposizione del compositore, 352 scale che generano ben 2048 modi!
Più di 2000 modi non ancora sfruttati sono lì, in attesa di essere utilizzati, suonati, ascoltati … Chi vuole saperne di più ed in modo più completo può visitare il sito www.edoardobruni.it. “Progetto Ars Modi”.

(Da appunti presi alla conferenza di E. Bruni in occasione dei primi due concerti. – Mi scuso sin d’ora con il Musicista per eventuali miei svarioni).

Che altro aggiungere? Viva la musica! Viva Trento!