POST 862 – CHI SENTE LA CRISI E CHI NO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Giugno, 2013 @ 9:46 pm

Detto altrimenti: tre testimonianze

Luglio 1944

1) Prima metà degli anni ’70. Sono saltati gli accordi di Bretton Woods. L‘oro non è più agganciato al dollaro (e viceversa): il “35 US$ l’oncia” non vale più. Stretta valutaria feroce. Ogni importatore doveva inoltre versare a Bankitalia una somma vincolata per sei mesi e infruttifera pari alla metà del valore delle merci importate. Giovane ragazzo bancario “in missione”  a capo di un reparto estero merci della filiale di una grande banca, distaccato dalla Direzione Centrale. La crisi c’era. Lui non l’avvertiva sulla sua pelle: stipendio, indennità di missione, un lavoro sicuro e di soddisfazione.

2) Seconda metà degli anni ’70. Quel ragazzo è dirigente in una SpA finanziaria “mista” (cioè di partecipazioni e operativa),  al tempo la più grande del Paese. E’ responsabile del settore operativo Italia. Crisi: stretta creditizia, stretta valutaria. Denaro al 25% (tasso nominale) e al 35-40% (costo effettivo annuo). Rapimento di Aldo Moro. La marcia dei 40.000 a Torino. Crisi. Lui non la sentiva sulla sua pelle. Ottimo stipendio, un lavoro sicuro e di soddisfazione.

 3) 2013. Quel ragazzo è in pensione. Crisi. Questa volta la crisi la sente, e pesantemente, sulla sua pelle.

Ecco, credo che occorra tener conto del diverso “peso specifico” delle manovre anticrisi a seconda che vadano a gravare su chi nemmeno  le avverte o su chi invece le patisce.