POST 898 – ROBERTO MELINI, UN CARO AMICO SCOMPARSO IMMATURAMENTE (v. anche post 903)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Luglio, 2013 @ 10:45 am

Detto altrimenti: quando accade a te o vicino a te, resti stordito …

Roberto, 53 anni, musicista, musicologo, archeologo della musica, professore al Conservatorio e all’Università. Amico. Ieri, sul Lagorai, lui che frequentava molto la montagna, è scivolato in un canalone. No, non doveva accadere. Per sua moglie Nives, per la sua famiglia d’origine (in particolare per papà Giulio di cui pure sono amico), per i suoi amici, per tutti noi, per Trento, per la Cultura. Non avrebbe dovuto accadere. Lo si dice di tutti, certo … e allora  a maggior ragione lasciatemelo dire di Roberto. Ho appreso la notizia ieri, mentre ero in una riunione ad organizzare concerti. Caduto in montagna? Su un sentiero, ho subito detto. Infatti Roberto non era uno scalatore, ma un escursionista, non si esponeva ai rischi delle pareti verticali … e un sentiero lo ha tradito. Ligure, come me. Amava la montagna, come me. Amava la vela, come me. Avevamo gareggiato insieme in una Centomiglia sul Garda. Roberto poi era stato una delle pochissime persone alle quali in altra occasione avevo affidato il mio FUN da regata. Si meritava ogni mia fiducia. Amico, un Amico e che Amico! Laureato al Conservatorio, pianista, concertista, “da grande” si è laureato anche in lettere antiche, ha studiato ed insegnato archeologia, ha scritto libri, tenuto conferenze, partecipato a congressi. A livello mondiale. Questo mio breve post è un ricordo dovuto alla Persona, all’Amico, a chi pur essendo Persona di grande valore, non si atteggiava, non ostentava e quando lo incontravi per strada, ti accoglieva con un sorriso sempre cordiale. Semplicemente.

Roberto, riprendo a parlarti oggi, 18 luglio. Tu lo sai, io sono un ex alpinista … sapevo che tu non arrampicavi … avevo subito pensato ad una caduta su di un sentiero. Oggi me lo hanno confermato. Ma che sentiero … un sentiero facile, largo. Da un lato la montagna, dall’altra un pendio erboso e solo dopo molti metri il burrone. Dicono che mentre scivolavi non ti sei trattenuo … non hai gridato …  nulla. Evidentemente sei stato vittima di un malore che ha determinato tutto il resto. Non c’è altra spiegazione. Tu eri un escursionista esperto, ben equipaggiato, allenato, preparato sotto ogni punto di vista.  L’escursione non era difficile, solo 900 metri di dislivello. L’altitudine limitata … eravate soli 2000 metri di quota. Eri con persone anch’esse esperte. Quel tratto di sentiero non era difficile. Un malore. Che altro pensare? Oggi ho visto tua moglie Nives, mi ha mostrato la bella foto che ti ha scattato una settimana fa, anniversario del vostro matrimonio … eravate in Svizzera. Sullo sfonfo la parete nord del Cervino … per te è stato fatale molto meno. Roberto, ci manchi sin d’ora … manchi a  noi che continuiamo a domandarci: “Perchè? Perchè?”.

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