DORIAN

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2012 @ 5:36 pm

Detto altrimenti: caro micio, ho radunato altre tue foto …

Marzo 2001, Edoardo mi saluta prima di lasciarmi da Riccardo

Gli amici mi dicono che è normale soffrire per l’improvvisa morte del tuo gatto, dopo dieci anni che lui ti aveva adottato e ti faceva le coccole. Chi non ha mai avuto animali forse non mi capirà del tutto. Chi li ha avuti, penserà che io abbia scoperto l’acqua calda … ma era la prima volta che avevo una bestiolina in casa … arrivata quasi per caso, un regalo di mio figlio Edoardo … Dorian era diventato parte della famiglia. E lui aveva scelto me, come suo “amico” Sì, i mici, sono loro a sceglierci, non viceversa.
Dorian mi seguiva negli spostamenti da una stanza all’altra. E non per chiedere da mangiare o altro, ma semplicemente per starmi vicino talchè io dovevo sempre avere un posto libero per lui accanto me: davanti al computer, a pranzo, alla televisione. Nel lettone matrimoniale poi io accennavo a mia moglie la canzone “E lui fra di noi …”.

Qui ho un anno, sono in vacanza al mare (Bogliasco, GE): ho già l'aria furbetta ...

Al mattino appena mi svegliavo e la sera prima che io mi addormentassi Dorian veniva a trovarmi, sdraiandosi sul mio petto guardandomi con quei suoi occhioni azzurri e dolcissimi.
Questo è l’aspetto che maggiormente ricordo e che mi fa commuovere, ogni volta che lo penso. Questo suo darmi la amicizia, ricercarmi, volermi state accanto. Questo suo darmi tanto, chiedendo poco, veramente poco. Noi “umani” dovremmo veramente imparare molto da loro, da queste bestioline.
Quando ci si spostava in automobile, il tragitto da casa alla macchina e viceversa lo faceva dentro la sua gabbietta. I primi tempi, quando capiva che si stava per uscire, (e lo capiva, e presto anche, alla prima borsa o valigia che vedeva girare per casa!)

Qui controllo Maria Teresa che aggiorna i suoi registri di scuola

andava a nascondersi sotto il lettone, al centro, ed io a sdraiarmi per prenderlo e farlo uscire. Tuttavia mai un graffio, una ribellione. Era sereno e rassegnato, del tipo “Va bene, va bene … vengo”. Poi, in auto, tutto il sedile posteriore coperto da un asciugamano, era tutto suo, tranne qualche “affaccio” sul bracciolo anteriore, fra me e Maria Teresa, forse per controllare se … avevo imboccato la strada giusta.
E le serenate alla gattina della porta a fianco a Trento e quella del piano di sopra a Riva del Garda, quando andavamo a trovare la nonna?
Avevi una cuccetta tutta tua, con la copertina … quando mai!? Dove si dorme? In inverno, sui piedi miei o di Maria Teresa. Nella

Oh, ecco, hanno aggiunto un posto a tavola ...

bella stagione, nel posto più fresco della casa, in sala da pranzo, con tutti quei tappeti e divani … e se no perché ce li avrebbero messi?

Sapevi chiedere ciò che volevi, ma con garbo e dignità, sempre. Volete qualche esempio?

 Io sono a letto o in poltrona, leggo un libro. Dorian arriva, si sdraia sul mio petto o sulle ginocchia e con una zampina cerca di scostare il libro “che ci divide”. Al terzo tentativo cedo.
 Fame? Basta sedersi dignitosamente in silenzio davanti alla ciotola vuota, o anche semipiena se le crocchette sono vecchie … e che diamine!

Le mie esplorazioni della nuova casa

 Acqua fresca? Stessa attesa dentro la vasca da bagno. Meglio se io m i riempio d’acqua il cavo della sua mano: gli piace bere da lì! In mancanza si beve dalla apposita ciotola.
 Coccole al mio rientro a casa? Ci si sdraia a pancia all’insù.
 Grattatina con la apposita spazzola? Si salta sul tavolo della cucina. Chi vuol capire capisca.
 Vuole giocare? Gli bastava mordicchiare delicatamente i miei pantaloni e poi corsa a nascondersi fra le gambe del tavolo della sala.
 Uscire sul balcone? Come per chiedere cibo, davanti alla porta finestra.
 Rientrare in casa? Normalmente lasciavo la porta finestra accostata. Dorian si alzava sulle zampette posteriori, si appoggiava con quelle anteriori al vetro ed il gioco era fatto.
 Se sono a tavola o al computer e non ho collocato accanto a me una sedia per lui … piccoli colpetti con le zampine sulla gamba (destra o sinistra, non importa). Se poi tardavo, me lo ritrovavo sulla tastiera del computer! 

Sto benissimo .... letteralmente fra due guanciali!

I suoi miagolii, rari e misurati, uno per ogni circostanza. La serenata alle gattine, un lungo miaaaaoooooo (da pianoforte); voglia di coccole? Un semplice mià (nota più “corta”,.da fortepiano, con la o appena sfumata), breve breve. Il viaggio in auto dura troppo? Miaoo miao, due volte. Ci capivamo alla prima, vero Dorian?
E quella volta che sei venuto con noi in vacanza al mare, in Liguria? Eri piccolo … ti abbiano lasciato solo casa un pomeriggio … tu ti sei infilato nel poggiolo della vicina e poi in casa sua … e quella signora a chiedere aiuto a noi perchè … perché aveva paura a prenderti in braccio!
E quella volta, l’unica, che ti ho portato a cena con me, dagli amici

Qui sto facendo la serenata alla gattina del piano di sopra

con casa e giardino alle pendici del monte Brione a Riva del Garda? Uscendo non ti ho più visto! 24 ore di ricerche (Maria Teresa mi aveva fatto nero!) e poi dov’eri finito? Sotto il pavimento di legno della loro veranda c’era un piccolo intercapedine, perché non esplorarlo? Però quella volta … io avevo sbagliato, d’accordo, ma anche tu … via … per 24 ore senza rispondere ai nostri richiami! E quando alla sera successiva, in risposta a nostro scuotere la tua ciotola piena di crocchette abbiano sentito il tuo miaoooo flebile flebile … che gioia! Un’altra volta ti avevamo perso … in casa: eri dentro un armadio! Insomma, in queste occasioni tutto è bene quel che è finito bene.

Una delle mie prime "uscite" (nel giardino di Sandra, a Riva del Garda), 11 anni fa ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La mia ultima fototessera

Questa volta però non è finita bene. Dorian, te l’eri cavata egregiamente da un volo dal terzo piano, avevi ancora sei vite a disposizione … perché te le sei bruciate tutte e sei, così, improvvisamente? Stavi bene, pulito, curato, sereno e poi …. improvvisamente, nonostante le immediate cure del veterinario ed il ricovero presso la clinica per gatti, perché … a nemmeno undici anni compiuti? Sai, me ne ero accorto che qualcosa non stava andando bene, l’ultima mattina che sei salito ul letto per il buongiorno. Non è stato il solito salto silenzioso per cui ti materializzavi all’improvviso sul copriletto, al mio fianco. No. Ho sentito che mentre saltavi ti aiutavi a salire con le unghiette sulla “parete” laterale del letto: la spinta non era stata sufficiente, cominciavano a mancarti le forze, e tu, ugualmente, non hai voluto macare all’appuntamento e sei venuto a salutarmi! Grazie Dorian per  l’affetto  che mi hai regalato!

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