POST 989 -TRAGEDIA AMERICANA E TRAGEDIA ITALIANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Settembre, 2013 @ 7:07 am

Una tragedia americana, romanzo del 1925 di Theodore Dreiser, film del 1931, sceneggiato RAI del 1962.  Una tragedia italiana: la caduta del governo Monti e la crisi del governo Letta … ad opera di chi?

Detto altrimenti: possibile che la storia  (anzi, la cronaca recente) italiana  non  ci insegni nulla?

                                                                               I fatti

Monti: il PDL, al di fuori del momento istituzionale del voto di fiducia, dichiara che non ha più fiducia nel governo. A seguito di ciò Monti fa (un errore, n.d.r.) un passo formale: rassegna le dimissioni. Osservo: con dichiarazioni fatte in sedi non deputate, il PDL provoca la reazione della controparte nelle sedi deputate.

Letta: il PDL minaccia in tutti i modi di far cadere il Governo. Ciò genera incertezze che inducono Letta a dichiarare nella giornata di venerdì 27 settembre 2013 che “in un clima di tale incertezza non si può procedere ad impegnare fondi” etc.. e che per  martedì 1 ottobre egli avrebbe chiesto un nuovo voto di fiducia sulla base di un preciso programma di interventi (il che avrebbe portato il PDL allo scoperto su singoli temi fondamentali per il Paese). Ciò tuttavia fornisce l’occasione al PDL di affermare in data sabato 28 settembre 2013 che Letta “non ha voluto evitare l’aumento dell’IVA e pertanto vi sono ragioni sufficienti per far cadere il governo”. E poi, si prosegue, “c’è anche la questione giustizia …” Il solo Cicchito (Capogruppo PDL al Senato) si ribella contro una decisione così grave, se non altro per il modo autoritario e personalistico con cui è stata assunta, senza discussione nel direttivo del partito e con i capigruppo).

                                                                      Le mie osservazioni

1) Ormai si sarebbe dovuto capire che di fronte a provocazioni esterne del PDL, cioè di fronte a dichiarazioni rilasciate fuori della sede istituzionale, occorrerebbe comunque mantenere la barra al centro e non deviare dalla rotta stabilita. La reazione di Monti, homo non politicus è forse più comprensibile. Letta, invece, forse ha peccato di “onestà (o ingenuità) eccessiva” ed è parzialmente caduto nel “tranello” tesogli.
2) … ah già, e poi c’è il problema della Giustizia in genere, della sua mancata riforma … non già, afferma il PDL, solo quello della “giustizia ingiusta” nei confronti di “Lui”. Al riguardo mi permetto di sottoporre all’attenzione dei miei lettori una sola osservazione, quella che formulo in merito alla tanto agognata separazione della carriera dei pubblici ministeri da quella dei magistrati giudicanti, cercando di essere molto specifico.

Un conto sarebbe ridimensionale il potere ed il ruolo del PM rispetto a quello della difesa: ciò mi potrebbe anche stare bene. Infatti è inquietante per la difesa vedere entrare in aula PM e giudice giudicante dalla stessa porta di servizio, magari parlando fra di loro come vecchi colleghi … il che è un aspetto superficiale ma sintomatico di un certo squilibrio fra il rapporto fra i tre binomi “giudice-PM”, “giudice-difesa e “PM-difesa”.

Altra cosa, a mio avviso non accettabile, sarebbe eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale: ciò ridurrebbe l’iniziativa a livello del singolo e/o degli organi di polizia, il che non andrebbe assolutamente bene. infatti, il singolo può non essere informato sui suoi diritti, può essere minacciato da terzi, etc. e quindi la sua iniziativa può essere bloccata. La polizia deve indagare, ma non arrivare al punto di “giudicare” se intentare un processo penale o meno.

Ugualmente inaccettabile, e qui proprio si sarebbe toccato il fondo dell’abominio, sarebbe far dipendere gerarchicamente i PM dal governo: in tal caso l’ordine di priorità per lo svolgimento dei processi sarebbe stabilito dal Governo, e quelli a lui “scomodi” sarebbero sicuramente posti in coda agli altri e cioè, stante i pesanti arretrati, mai celebrati ed estinti prima di nascere per prescrizione del preteso reato, peeraltro mai accertato come tale. Al riguardo, due esempi:

A) Bertolaso, ex capo della protezione civile, era autorizzato ad operare con affidamenti diretti degli appalti, in quanto in situazioni di emergenza non ci si possono certo permettere i tempi delle Leggi Merloni. Partendo da questa regola, sotto il “regime Berlusconi” a Bertolaso è stata affidata anche l’esecuzione per affidamento diretto (senza gara d’appalto!) di opere che con la Protezione Civile nulla avevano a che fare. Oggi Bertolaso, insieme ai costruttori fratelli Anemone ed al prefetto Balducci, è sotto processo accusato di corruzione, concussione, associazione a delinquere.

B) Formigoni a la Fondazione Maugeri sotto il “regime Berlusconi”. La clinica Maugeri ha oggi pagato un milione di euro quale sanzione pecuniaria ed ha messo a disposizione della magistratura beni immobili per sedici milioni di euro per risarcire lo Stato del proprio illecito arricchimento derivante dalle decisioni dell’ex Presidente della Regione Lombardia Formigoni, ripagato con somme di denaro ed altri costosissimi regali vacanzieri. La Regione Lombardia si è costituita parte civile nella causa contro Formigoni/Maugeri.

Ora, mi permetto di domandare ai miei lettori: se l’iniziativa di questi due processi fosse dipesa dalla decisione del governo, pensate voi che il governo “interessato” li avrebbe fatti avviare, o piuttosto non li avrebbe messi in coda alle decine di migliaia di casi arretrati “in attesa di giudizio”?

Per rispondere, fate una crocetta sul cerchietto a fianco della soluzione prescelta:
o SI
o NO