POST 999 – INCIDENTE SULLA PISTA CICLABILE (ALTOGARDA TRENTINO)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Ottobre, 2013 @ 7:10 am

Detto altrimenti: quotidiano l’Adige 3 ottobre 2013, pagina 30 “Frontale tra ciclisti-Due feriti (gravi, n.d.r.) sul Sarca”.

Diciamoci la verità: innanzi tutto noi automobilisti Italiani (anche del nord, n.d.r.) non siamo poi così rispettosi delle regole. Qualche post fa scrissi della “regolare” violazione dei limiti di velocità. Lo stesso dicasi per l’altrettanta “regolare” violazione dell’obbligo del mantenimento della distanza di sicurezza dall’auto che precede. E lo stesso “rigore” – si fa per dire – spesso lo trasferiamo quando percorriamo una pista ciclabile, a piedi o in bicicletta. E parlo per esperienza diretta, pedalando io per circa 3.000 km all’anno su tali piste. Segnaletica e controlli insufficienti se non assenti.

Comportamenti dell’utenza spesso troppo “disinvolti” il che è particolarmente pericolo se si considerano due fattori:
• sulla ciclabile viaggiano contemporaneamente categorie di utenze a velocità molto diverse fra di loro: i pedoni a 3 km/h e le bici a 20-30 kmh. Pensate a come sarebbe pericoloso se le autostrade fossero percorse da mezzi a 30 km all’ora e da altri a 200 o 300!
• Il ciclista “è nudo”, nel senso che i suoi vestiti sono leggeri, non ha “cinture di sicurezza” e “air bag” o carrozzerie che lo possano proteggere. Ogni minimo urto lo ferisce, lo fa cadere.

... e se sopraggiunge un gruppo di scatenati ciclovelocisti?

Recentemente scrissi al giornale citato per invitare il Comune di … (ne ometto il nome per ragioni di privacy!) a migliorare segnaletica e controlli sulla sua pista ciclabile “a lago”, sulla quale, soprattutto in estate, si affollano ed incrociano in modo molto “pittoresco”, velocisti della bicicletta, bambini in libertà, cagnolini, pedoni etc. etc., anche in prossimità di curve strette e cieche. Mi fu risposto testualmente, su quelle stesse pagine, “che mai il Comune avrebbe mandato la Polizia Locale a controllare; che la segnaletica deturperebbe il paesaggio; che tutto sarebbe stato lasciato, come sempre, al senso civico dell’utenza”. Bravi!  Poi, invece, qualche agente della Polizia Locale ce l’hanno mandato a controllare. “Controllo si fa per dire” poiché esso si limitava ad una sua passeggiatina a bordo di quei buffi mezzi elettrici a due ruote che ricordano un’invenzione di Archimede Pitagorico. Tutto qui.

Molto meglio che “atterrare” sull’asfalto!”

Sulla ciclabile oggetto dell’articolo di cui al titolo del presente post io sono già caduto, per via di un gruppo di ciclisti che, zigzagando, alla fine si è improvvisamente fermato esattamente dalla parte opposta rispetto a quella che i suoi componenti stavano reciprocamente indicandosi con le braccia protese lateralmente verso l’esterno, con il risultato che io non ho potuto fare altro che andarmi a “sdraiare” fra le braccia degli oleandri poco fuori pista: qualche livido, qualche graffio … tutto è bene ciò che finisce bene.

Un ripensamento su questi aspetti va fatto. Ormai l’uso della bicicletta, il cicloturismo, il ciclo escursionismo per fortuna si sta diffondendo sempre di più. Una sua migliore regolamentazione si impone. Sulle piste ciclabili e nei centri abitati. E nelle nostre teste.