INCONTRI – 10) ENRICO FUOCHI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Febbraio, 2012 @ 6:56 am

Detto altrimenti: io sono amico suo, sapete, sì …  suo amico, io …!

Autoritratto

Enrico Fuochi , 50 anni compiuti … da quando?
50 anni? Grazie per il complimento, ma forse è meglio aggiornarsi! Sono passati più di 11 anni da quando ho compiuto mezzo secolo! Per il momento però non me ne faccio un problema: come diceva il grande Manfredi “basta ‘a salute e ‘n par de scarpe nove e pòi girà tutt’er monno”!

Enrico , pensionato? Ma se non ti ho mai visto più attivo di adesso! Infatti, Enrico dai mille interessi. Ma procediamo con ordine. Io ti ho conosciuto velista …
Il poter disporre di libertà, intesa non solo come tempo libero, ma anche come libertà mentale dai problemi del lavoro, mi ha permesso di poter dedicare più tempo a quelle passioni che prima praticavo con fatica e solo marginalmente. Fra gli sport che ho praticato e pratico, la vela è senza dubbio, assieme al nuoto, il mio primo amore e quello che, agonisticamente

UFO 22 di bolina

parlando, mi ha dato più soddisfazioni. Ho iniziato a 16 anni con il Flying Junior e sono poi passato allo Strale e al Flying Dutchman. Con l’FD ho partecipato a diverse regate internazionali e campionati italiani con molte soddisfazioni ma poi, a 27 anni, per impegni di lavoro e di famiglia miei e del mio prodiere, ho dovuto smettere. Ho ripreso in età più matura con barche più comode e negli ultimi anni, dopo una breve e negativa parentesi con il Contender, mi sono dilettato con il J24 e l’UFO22 sul lago di Garda. E’ proprio in occasione di alcune regate sul Garda che ho conosciuto l’amico Riccardo con il suo fun “Whisper”.

Enrico Fuochi (dovete credere, è lui, lo si riconosce dalla barba!)

Poi ho scoperto che volavi con il parapendio…
Beh, sono nato sotto il segno della Bilancia, noto segno zodiacale dell’aria, e non potevo non essere affascinato dal volo libero per eccellenza come il parapendio, uno sport che se praticato con la “testa”, senza imprudenze e sempre consapevoli dei propri limiti, è una delle cose più affascinanti che ci siano: volare, da sempre il sogno dell’uomo.

Poi, che sei un esperto di fotografia…
Eh già, la fotografia. Questo è un amore nato quando avevo ancora i pantaloncini corti…e non perché facesse caldo, ma perché la mia prima macchina fotografica mi è stata regalata dai miei genitori in occasione della mia Prima Comunione. La passione è continuata senza interruzioni fino ad oggi. E’ stato anche il mio primo lavoro: diciottenne e ancora studente, mi ero impratichito in camera oscura e guadagnavo qualche lira sviluppando e stampando fotografie per un negozio di Riva del Garda. Poi, compatibilmente con gli impegni di lavoro, ho fatto diverse mostre personali in Italia e collettive all’estero. Con l’occasione vorrei ricordare il mio prossimo impegno: il 5 maggio 2012 (per 1 mese con inaugurazione alle ore 18) esporrò a Trento presso lo Spazio Espositivo Pretto in Piazza San S. Benedetto. La mostra si intitola “Tempus mutandis”. E’ un lavoro decisamente “particolare” per il contenuto e al quale mi sono dedicato al termine del progetto “A bordo della Città di Milano”.

Poi, che scrivi libri…
Ecco, a tal proposito ci tengo a precisare nuovamente che io non sono uno “scrittore” e non ho la presunzione di classificarmi tale. Mi considero un fotografo che si diletta, di tanto in tanto, a scrivere qualche breve racconto di accompagnamento alle mie immagini. Così ho fatto nei miei primi due libri FotoGrafie e FotoStorie.

Cliccate, gente, cliccate su Enrico ed Isotta!

Poi, che hai una splendida cagnetta…
Isotta, il mio bracco italiano, alla quale mi sono affezionato al punto da far nascere in me il sospetto che Marina qualche volta sia gelosa! Gli animali sono splendidi e vanno amati e rispettati. Tu, Riccardo, che hai avuto Dorian, sai cosa vuol dire!

Poi, che tua moglie era collega della mia…
Eh sì, Riccardo, oltre alla vela, alla lettura e ad altre cose, abbiamo in comune anche la professione delle nostre mogli: non solo insegnanti entrambe, ma anche ex colleghe!

Enrico con il figlio Luca, in elicottero

Poi, che tuo figlio è pilota di elicotteri…
Qualis pater, talis filius! Anche mio figlio Luca, ha sempre avuto la passione per il volo, una passione che però è il suo lavoro: è pilota professionista di elicotteri con una sua società in provincia di Verona. Comunque penso sia un problema di DNA: anche mio zio, il fratello di mia madre, è stato uno dei primi piloti in Trentino, e mio padre, in tempo di guerra, è stato per un periodo aviatore a Trieste.

Verso Capo Nord, con Marina (in piedi) e Isotta (seduta)

Poi, sei un appassionato camperista…
Campeggiatore da sempre e camperista da quando ho potuto permettermi l’acquisto di un camper. Ho sempre amato viaggiare e penso che viaggiare senza vincoli dia la possibilità di avvicinarsi di più alla natura e alle persone. Finora con il camper (sempre per limiti di tempo libero) ho viaggiato solo in Europa e nel nord Africa, ma per il futuro i progetti sono tanti. Vedremo!

Poi, sei un membro dell’Accademia delle Muse…
Il poter partecipare alle serate culturali dell’Accademia delle Muse è per me un motivo di grande piacere e orgoglio. Ti sarò sempre grato, Riccardo, per avermi dato questa opportunità.

Poi, che eri un bancario, ma proprio non si direbbe!
Bancario? Eh, sì, diciamo che fino a qualche anno fa facevo parte dell’organico di una delle 796 banche presenti in Italia. La mia comunque non è stata una vocazione: a 23 anni, in attesa di completare i pochi esami che mi mancavano alla laurea e per poter essere autonomo finanziariamente, ho fatto domanda di assunzione. La mia doveva essere una scelta temporanea in quanto non mi riconoscevo come “bancario”. Ma poi sai com’è: lo stipendio allora era ottimo, mi sono sposato, c’era lo “zuccherino” della carriera…mi sono laureato e…sai com’è la vita!

Grazie, Enrico … solo che la tua innata modestia ti faceva dimenticare di ricordarci che il 2 marzo prossimo, alle ore 20,00, presso la Biblioteca Comunale di Lavis, nell’ambito delle iniziative dell’Associazione Culturale Lavisana presieduta da Daniele Donati,  ri-presenterai il tuo ultimo lavoro, che poco fa hai semplicemente citato, e cioè il libro “A bordo della Città di Milano”, la nave appoggio del Dirigibile Italia del Comandante Nobile, lavoro che hai realizzato grazie all’iniziativa della nostra Presidente dell’Accademia delle Muse, Cristina Endrizzi Garbini il cui suocero era il medico di bordo di quella nave, e che pertanto ha potuto darti le testimonianze ed il materiale fotografico sul quale poi tu hai lavorato.