BJORN LARSSON – Scrittore navigatore o navigatore scrittore? (comunque, navigatore a vela!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Febbraio, 2012 @ 7:00 am

Detto altrimenti: “recensione di un uomo”, non di un libro che peraltro mi accingo a leggere

Bjorn Larsson e Paolo Malvinni

Biblioteca di Trento, 23 febbraio 2012 – Bjorn Larssson presenta il suo ultimo libro, “I poeti morti non scrivono gialli”. Gli organizzatori (Paolo Malvinni, senza fare nomi), conoscendomi velista, avevano insistito perché io fossi presente. A loro avviso avrei potuto animare il dibattito. Credevo di trovarmi di fronte soprattutto un velista. Invece ho “scoperto” che Larsson è soprattutto scrittore. Ed io – lo confesso – non lo conoscevo in nessuna delle sue due “interpretazioni della vita”! Nessuno è perfetto, ed io men che mai …
La Sala degli Affreschi è piena di gente . Seduto al mio fianco, l’Ammiraglio Sauro (!).  Bjorn, prima dell’inizio della manifestazione, firma pazientemente dediche sulle copie dei suoi libri. Lo avvicino, mi presento, gli consegno copia delle domande che avrei voluto fare ad un velista … Sorride, mi risponderà, assicura. Certo che se avrà la compiacenza di rispondere a quelle domande, sarà comunque un’intervista ad un velista molto più che ad uno scrittore. Vedremo.
La sua è una lectio magistralis di filosofia di vita. Qui di seguito utilizzo un virgolettato con riserva, perhè non avevo il registratore …

Biblioteca di Trento. Sala degli Afferschi. Piena.

“Il giro del mondo a vela? Per poi ritrovarsi al punto di partenza cioè a casa propria? No, non vale la pena. Noi svedesi non siamo così attaccati a mamma, suocera, alla casa d’origine … siamo più liberi di viaggiare …Forse perché la nostra cucina è molto migliore della vostra … (afferma uno dal pubblico) …. Certo, lo ammetto.
Ho cominciato a veleggiare con una barchetta di sette metri. Poi la mia compagna ne ha voluta una nella qual si potesse stare “a piedi” (cioè in piedi, n.d.r.). Ma casa e barca costavano troppo, ed allora … barca! Che sia anche casa. Senza debiti, con qualche soldo “alla banca”. E via nei mari del Nord. Non nel Mediterraneo, perché mi hanno detto che il più delle volte devi prenotare l’ormeggio nei porti… ohibò! Non sia mai! Dove la a finire la libertà? Sei anni i barca. Se ti stanchi del panorama che vedi dai tuoi oblò, basta cambiare l’ormeggio anche senza cambiare porto, ed ecco un panorama diverso! Poi è nata mia figlia, ed allora per un anno a terra, in una casetta a 100 metri dal mare.
Ero affascinato dall’acqua, non spaventato, benché mio padre fosse morto annegato in un lago. dapprima ho fatto il sub, volevo emulare Custeau, ma poi ho riflettuto: trasportare tutto quel peso per poi vivere in acqua mezz’ora! Non ne valeva la pena. Ed ecco la vela. La barca a vela … arrivi in un’isoletta sperduta, poche case .. tu sei comunque accolto bene, tutti ti aiutano, ti accolgono … perché è implicito che tu, dopo poco, sarai ripartito! Se invece tu arrivassi con un camper non sarebbe la stessa cosa.

Bjorn con una sua ammiratrice, Paola Calza della Fraglia Vela Riva, Riva del Garda

I miei libri sono romanzi, non biografie travestite. La realtà deve essere vera. Il romanzo può contenere elementi di fantasia, ma a mio giudizio deve sempre raccontare una storia “possibile”. Infatti, con i miei libri, ho cercato di trasmettere la voglia di tentare anche un’altra vita, una vita diversa e comunque possibile, o più semplicemente, ho cercato di descrivere mondi “possibili”. Questa “evasione possibile” da una realtà verso un’altra realtà per me è “libertà”. Non si nasce liberi. Lo si diventa, attraverso una conquista continua e precaria di tutta la vita. Per questo affermo che dopo aver letto un mio libro, il lettore dovrebbe avere un problema in più, dovrebbe porsi la domanda se debba o meno ricercare un’altra vita. Libertà … quando nessuno ti aspetta dietro l’orizzonte e nessuno rimpiange che tu sia partito. Libri, impiego da uno a tre anni per ogni romanzo, Scrivo la mattina, a matita, poi cancello, correggo, riscrivo. nel pomeriggio leggo altri libri e correggo ciò che ho scrutto. I miei personaggi prendono vita, sono autonomi, man mano che il mio lavoro procede, sono loro stessi che decidono come “andrà a finire”, che mi suggeriscono il prosieguo della storia. La fine di u libro? prima o poi arriva, ma non è mai la fine dei miei libri. Il libri “finito”? Non è più mio. E’ di chi lo legge”.

Che libro è, il suo ultimo che ci presente? Un giallo. Uccidono un poeta. Non certo la poesia. Un ispettore che si picca di essere un po’ poeta.

Cosa pensa del naufragio della Concordia? Che abbiamo un po’ tutti la memoria corta:  negli ultimi anni a casa loro ci sono stati due naufragi con 700 morti … ma “gli Italiani hanno la particolarità di essere i primi critici di se stessi, a differenza dei Francesi”.

Larsson, scrittore di primissimo livello in Svezia et ultra, amico dei massimi poeti del suo paese …. quello che mi ha colpito della sua esposizione, è il modo geniale con il quale riesce a trasfondere elementi di verismo nei suoi romanzi, attingendo, ad esempio, a poesie vere di poeti veri. Il tutto come se – inoltre – a scrivere la storia fossero i suoi personaggi e non lui stesso.
Questo fatto lo avevo già colto, per certi aspetti – simili se pur non uguali – in un altro scrittore, Alberto Cavanna, nel suo Bacicio du Tin, così verosimile che pare vero (o invece è proprio vero?). I traghetti che portano i turisti da La Spezia a Porto Venere si chiamano “Lanpo” perché si rifanno allo sciabecco del pirata Bacicio o è Cavanna che ha preso il nome dei traghetti è lo ha dato sciabecco del suo pirata, in questo caso,  inventato? Ad ogno modo, ove il lavoro di Cavanna fosse di pura fantasia, esso è assolutamente verosimile e possibile. Ecco il parallelo con Larsson.

Ecco, dopo qualche giono, ho letto il libro e l’ho inserito come commento in un post di Mirna. Ripeto qui quelle mie note:

I poeti morti non scrivono gialli (IPERBOREA ed.)

 Larsson è un uomo che “vive la vita”, che ha deciso come viverla. Persona di grande cultura e comunicativa, è anche velista, docente universitario di letteratura francese all’Università di Lund e filologo. E’ anche scrittore, anzi, è “molto” “scrittore. Io confesso: non lo conoscevo! E dopo averlo ascoltato alla biblioteca di Trento il 23 febbraio scorso ho acquistato e “divorato” questo suo ultimo libro, da leggersi “con una matita in mano”. Ora acquisterò la sua opera omnia. Quanto al thriller, l’ho apprezzato al pari di quelli del mio giallista preferito, Eric Ambler. Che dire … sì, è anche un giallo, con un “romanzo nel romanzo”, ma è anche un libro “di poesia” (mi sa che un po’ poeta è anche Bjiorn); anche libro di civiltà della finanza (ce ne accorgiamo subito, alle pagine 22 e 23); anche libro di civiltà tout court, quando (pag. 31) fa affermare dal racconto (e cioè lui stesso afferma, n.d.r.) che “nessuna rivoluzione violenta aveva mai portato ad una società più democratica e solidale”.

E quando lui …. e quando … ricordate come commentavamo i film appena visti, da ragazzi?

E quando …cita Gomorra del nostro Saviano (pag. 130) …

E la sua interpretazione dell’ ”essere umano bancario erectus” (pag. 132) che classifica le persone solo sulla base del loro rapporto razionale con il denaro, mentre invece le Persone con la P maiuscola sono ben altro …

E quando a pagina 163, per giustificare la venalità di un tizio, gli fa “pensare” perché egli dovrebbe mai avere scrupoli di arricchirsi quando Berlusconi poteva permettersi un boeing 727 personale?

Non mancano sottolineature alla giustizia sociale (pag. 164): perché “competitività” significa stipendi sempre più alti al top e sempre più bassi alla base”?

E quando … (pag. 168), circa la poesia, fa pensare ad un suo personaggio (cioè a se stesso, n.d.r.) che la poesia è una dose giornaliera di bellezza e verità che agisce da salvagente in un mondo falso e brutto come per il peccato?

E quando … (pagg. 171-172) afferma che “il problema di fondo di una civiltà è la mancanza di senso etico dei cittadini, la loro carenza di solidarietà e fratellanza e non il cattivo funzionamento di leggi e delle forze dell’ordine, … che si limitano a raccogliere l’immondezza che qualcuno sparge in giro”…

…o quando (pag. 175) fa dire ad un personaggio che “è ora che i ricchi capiscano che non possono continuare impunemente ad accumulare denaro a spese del prossimo”.

Segue, a pagina 176, un elenco di “ricchi ingiustamente ricchi” che andrò a verificare su internet per vedere se sono veri o immaginari.

A pagina 178 poi .. “il comunismo sarà anche morto, ma la rabbia per le ingiustizie non muore mai…”

Pagina 186: un bravo bugiardo deve avere una memoria di ferro per ricordare cosa ha detto …

A pagina 191, poi, cita le violenze della polizia al G8 di Genova!

Pagina 197: di fronte alla poesia, è più difficile essere ateo che credente

Genova? A pagina 250 un tizio si mangia un bel piatto di pasta al pesto!

Pagina 256: nessuno scrive perché ha avuto una vita interessante o ricca … ma solo perché sa scrivere ..

Pagina 260: …”era profondamente indignato dell’enorme divario tra reddito da lavoro e da capitale …”

Pag. 266:  il procuratore (PM) è una donna, Lisa … Larsson (una sua parente?)

Pag 304. morale e legalità unite o disgiunte? Secondo il filosofo del diritto austriaco Hans Kelsen, disgiunte (n.d.r.); secondo Larsson …? 

 Ok, ma è un giallo sì o no, direte voi? Si è anche un giallo. Da leggere. D’altra parte chi scrive un post su di un libro, volete mai che ve ne presenti uno da non leggere? Questo qui, tuttavia è diverso: ne acquistate uno e ne leggete più d’uno, di libri, in una sola volta!