LE NUOVE SFIDE PER LO STATO E PER LA NOSTRA AUTONOMIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Febbraio, 2012 @ 9:50 am

Detto altrimenti: anche qui in Trentino dobbiamo occuparci molto dei problemi del Paese, se non altro perché il suo naufragio farebbe naufragare anche noi. Il nostro contributo al Paese? Un nuovo modello di crescita.

Democrazia. Potere, forza  del popolo. Mafalda ci legge  una favola. “C’era un volta un Paese nel quale una coalizione di partiti politici aveva ricevuto l’approvazione da parte della maggioranza relativa dei votanti (non degli aventi diritto al voto). In forza della legge elettorale allora vigente in quel Paese, quella coalizione aveva ottenuto in premio la maggioranza assoluta in senato e comunque il diritto di nominare i parlamentari. Da ciò era derivato che quel loro parlamento non rappresentava quei cittadini né ovviamente la loro maggioranza assoluta. Quella non era democrazia, non era cioè “il potere del popolo, bensì era “il potere dei partiti”, anzi, del partito di maggioranza assoluta al’interno della coalizione che aveva ottenuto la maggioranza relativa dei votanti e la maggioranza assoluta in Senato. Insomma, era un po’ come il gioco delle scatole cinesi o delle SpA che possiedono il 51% di una Spa che possiede il 51% di un’altra SpA e così via, fino a quando con un 5% di azioni dell’ultima SpA ne detieni di fatto il potere assoluto. Quel partito non caso era arrivato a tanto: infatti poteva contare su disponibilità finanziarie assai rilevanti, grazie a fidi bancari assistiti dalle fidejussioni firmate dal suo fondatore, un uomo molto ricco. Restava poi da verificare se nel momento della probabile attivazione delle fidejussioni da parte delle banche a fronte dei debiti contratti da quel partito, fosse rispettata la legge sul finanziamento ai partiti, ma questa è un’altra storia. Gli antichi Romani dicevano: “Quid faciant leges, ubi sola pecunia regnat?” Cosa mai potrà fare la legge in un Paese ove regni il solo denaro? Con un sistema del genere, in quel Paese lontano lontano da noi, tanti, tanti anni fa, si erano rotte due catene: quella che dovrebbe sempre unire i rappersentanti ai rappresentati e quella che dovrebbe sempre unire il potere alla responsabilità“.

Fine della favola.

E oggi, in Italia,  esiste la democrazia? Mah …. sotto il profilo sostanziale (sostanziale, per carità … non formale!) si potrebbe forse avere qualche dubbio, in quanto il parlamento continua – come e più di prima – a non essere eletto dal popolo e a non fare le leggi ma ad approvare le proposte del governo. Inoltre Monti si incontra e discute innanzi tutto con i capi dei partiti politici per raccogliere sostanzialmente il consenso che poi gli sarà formalmente dato da un parlamento che continua ad essere mero strumento. D’altra parte occorreva un “Commissario Straordinario” per trarre il Paese fuori dalla emergenza nella quale era stato condotto da altri. Del resto, già nell’antica Roma vi era la figura del “dictator”  plenipotenziario nominato, in caso di particolari stati di pericolo, per un periodo massimo di sei mesi.

Governo Monti
– 1 – nato nel vuoto della politica di chi, nonostante la maggioranza di cui disponeva in parlamento, non aveva previsto il prevedibile; non aveva attivato le riforme strutturali necessarie; non aveva investito su un nuovo modello di crescita;
– 2 – governo di tecnici contrapposto al precedente governo “politico”, politico in quanto espressione di un parlamento eletto dai cittadini? No, anche il precedente parlamento non era eletto dai cittadini. Governo di tecnici quindi perché i suoi componenti sono tali;
 3 — Monti ha il potere che gli deriva dal non aspirare ad essere “rieletto”. Ed allora, visto che sta funzionando, in sede di modifica della legge elettorale diamo lo stesso potere anche ai futuri governanti, limitando la loro rieleggibilità a due mandati (come già avviene per i sindaci delle città) o anche limitandone l’eleggibilità ad un solo mandato;
 4 – – ora mi sento di nuovo “governato”, e per questo dico: grazie Presidente Napolitano, grazie Presidente Monti! Anche se Monti è forse un po’ troppo progressivo e prudente con i forti e un po’ troppo immediato e deciso con i deboli.

Cosa mi piacerebbe sentire programmare? Ecco alcuni auspicati interventi

1) Considerare che la pur dovuta riduzione di uno stipendio di oltre €600.000 (il doppio dello stipendio di Barak Obama!) ad €350.000 annui non pesa su chi lo riceve né per lui è significativa quanto invece pesa ed è significativa la riduzione di uno stipendio annuo da 17.000 a 16.000 euro; detto altrimenti: occorre valutare il peso specifico e l’incidenza marginale di ogni singolo intervento, soprattutto considerando che in Italia le retribuzioni dei “non super burocrati e non super manager” sono la metà di quelle tedesche. Quindi …
2) … quanto meno, attivare una immediata, effettiva, generale, significativa riduzione delle super retribuzioni, dei super benefit e delle super pensioni e abolire i cumuli di stipendi e pensioni ad ogni livello ed in ogni campo, pubblico (manager e burocrati), privato, politico: il Paese non se li può più permettere!

Bjorn Larsson, professore universitario, velista, scrittore, filologo, conferenziere alla Biblioteca di Trento il 23 febbraio 2012

3) Non escludere da questa riduzione i supermanager delle società quotate in borsa: non corriamo il pericolo che “se ne vadano” (e dove andrebbero, del resto?): Anche in Svezia del resto … se leggete l’ultimo libro di Bjorn Larsson, “I poeti morti non scrivono gialli”, edito nell’agosto 2011 da Iperborea, a pagina 22 troverete che i super pagati manager (svedesi, per carità!) non possono difendersi affermando che “così vuole il mercato” … il mercato? Si domanda l’Autore, altro non è che un numero limitato di ricchi finanzieri che si coprono le spalle a vicenda … (Larsson si sfoga nel suo romanzo. Io nel mio blog);
4) un piano “vero e completo” di liberalizzazioni preceduto dalla elencazione formale di tutte le caste;
5) un piano “vero e completo” delle privatizzazioni, ad iniziare dai servizi pubblici locali;
6) varare un piano straordinario di finanziamento delle masse di lavoratori dalla cassa integrazione e dalla disoccupazione verso nuove forme di occupazione (corsi di riqualificazione professionale, lancio di nuove iniziative, etc.);
7) una riscalettatura delle priorità, rimandando a tempi migliori non solo Olimpiadi e Ponte sullo Stretto, ma anche il TAV, i 90 cacciabombardieri F35 da (190 milioni di euro ciascuno!), etc. a vantaggio della creazione di posti letto nei Pronto Soccorso; di investimenti nell’edilizia carceraria; della difesa del territorio da terremoti, alluvioni e nevicate; della manutenzione delle reti della mobilità esistenti; etc…

Mini centrale idroelettrica

8)  Un forte piano energetico basato sull’attivazione e l’utilizzo di fonti rinnovabili e non inquinanti. Ad esempio, la realizzazione di 15.000 nuove piccole centrali idroelettriche (in Italia si può, e si autofinanziano!), lo sviluppo dell’energia solare, delle biomasse, dell’eolico, la coibentazione degli edifici, etc.;
9) un piano “lavoro per i giovani” basato sul finanziamento dello start up di migliaia di nuove cooperative per la gestione delle migliaia di siti archeologici e naturalistici di cui il nostro paese è ricco;
10) rilanciare e non tagliare gli investimenti sulla cultura. Ho udito un frase: “Tagliare in Italia i fondi per la cultura sarebbe come tagliare in Arabia Saudita i fondi per l’estrazione del petrolio”;
11) riformare la contrattualistica del lavoro non occupandosi principalmente dell’articolo 18 ma anche dell’abolizione del precariato e delle false partite IVA;
12) un forte rilancio degli investimenti sulla scuola e università pubbliche e sulla ricerca;
13) un deciso intervento sulla qualità dei programmi televisivi, considerando che la TV è la principale fonte di formazione, informazione, disinformazione e deformazione del pensiero;
14) una politica più forte non solo contro l’evasione fiscale, ma anche contro l’elusione fiscale;
15) abolire la prassi di concordati fiscali per le grandi evasioni, prassi che – sulla base del principio “meglio pochi e subito” – porta ad accettare di riscuotere 30 milioni di euro in luogo dei 100 dovuti, oppure, e lo scrivo provocatoriamente, estendere questa possibilità a tutti, cioè anche ai contribuenti assolutamente “piccoli” (infatti, la legge non era uguale per tutti?);
16) una nuova legge elettorale, questa volta democratica, la quale inoltre limiti l’eleggibilità dei politici a uno, massimo due mandati;
17) trattare il problema della responsabilità di un potere dello Stato (magistratura) insieme a quello della responsabilità degli altri due poteri dello Stato (esecutivo e legislativo);
18) sanità: ne pariamo in un prossimo post;
19) giustizia: è di ieri 25 febbraio 2012 la prescrizione di un famoso processo. Lasciamo decantare le mezze soddisfazioni e le totali delusioni e poi ne parleremo.

Dice … ma bisogna fare i conti con le risorse finanziarie disponibili, ed allora …  Prospetto Fonti – Impieghi: dove prendo il denaro, e per fare cosa. Infatti forse non è del tutto condivisibile che solo per alcuni interventi si dichiari che i denari recuperati attraverso quello specifico intervento sono destinati ad uno specifico scopo. Forse sarebbe preferibile disporre dell’ elenco completo delle fonti finanziarie (maggiori tasse, risparmi di spesa, cancellazione di

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mega progetti, lotta all’evasione fiscale, etc,) e l’ elenco completo delle destinazioni del denaro, elencate in ordine di priorità. Dice … intanto iniziamo a ridurre i costi … ridurre i costi? Ad esempio dei voli ministeriali …? Monti li ha ridotti del 90%. Bravissimo Presidente! Sicuramente un Suo ministro non vola da Roma a Milano con un aereo militare “per motivi di sicurezza” per assistere, sempre con la massima sicurezza, ad una partita di calcio! Ma allora … prima …? Quegli abusi sono anch’essi “prescritti”? Se Lei “chiude un buco”, vogliamo chiederci cosa fare a chi quel buco lo aveva fatto?

Economia e produzione. I nostri industriali hanno aumentato di molto i posti di lavoro. All’estero. Infatti molti di loro hanno delocalizzato molti centri di produzione in Paesi ove la manodopera costa molto meno e i diritti civili, spesso, sono un’optional. Ora, ci si dice che occorre rivedere la disciplina dei contratti di lavoro “per invogliare investimenti esteri in Italia”. Esteri o nostri che rientrano? In ogni caso ben vengano, ma a produrre cosa? Visto che dalla Cina importiamo financo i berrettini da sole! Ok, importiamoli, questi berrettini, ma a condizione che la Cina importi le nostre regole democratiche e rispetti i diritti civili. Altrimenti .. una, mille Libia, Egitto, Siria …. aspettiamo forse che altri stati “esplodano” a catena? Quando toccherà, ad esempio, alla Cina? Alla Cina, la quale a sua volta sta già delocalizzando le produzioni dalle sue città del Pacifico verso le zone interne, dove la manodopera costa molto meno … Ma … quando salterà anche quel coperchio? Ricordo l’Iran, ai tempi dello Scià. Io ero a Teheran, per lavoro. L’urbanizzazione di masse di manodopera dal deserto verso le grandi città, attuata per farne manovali edili, portò quelle persone a confrontarsi con l’opulenza degli Hotel delle città e costituì una delle motivazioni che spinsero alla rivolta contro il regime. E quando i lavoratori cinesi delle campagne si renderanno conto i essere sfruttati, cosa succederà? O cosa accadrà quando i lavoratori cinesi delle città vedranno delocalizzare le produzioni verso le campagne? Mi si dirà: sono problemi loro … scusate, mi sono lasciato trascinare dalla globalizzazione delle problematiche …

Parlare di crescita non basta. Forse occorre ripensare al tipo di modello di crescita da adottare. Quello attuale (crescita della produttività attraverso delocalizzazioni e automazioni; crescita dei consumi “comunque”; finanza … te la raccomando quella!) ha fallito. Alcuni esempi per tutti: automobili sempre più grandi, potenti, veloci ….a che pro? Mutui sub prime? Titoli derivati? Mapperlamorddiddio! Altra correzione da fare: pochi sempre più ricchi e un numero sempre crescente di persone sempre più povere? No. Occorre ricostituire – non distruggere – il

Così o ...così?

CETO MEDIO, come il soggetto collettivo che può rilanciare i consumi interni (in modo equilibrato) e rappresentare il traguardo per chi ancora viaggia nella “terza classe” non ferroviaria bensì sociale. Ben venga quindi, fra le altre iniziative, quella in corso, da parte della nostra Provincia Autonoma, per una edilizia agevolata per il CETO MEDIO, ceto sociale non abbastanza ricco per acquistare casa e troppo ricco per averne una in locazione nell’ambito dei piani dell’edilizia popolare.

COS’ALTRO FARE, IN TRENTINO? Soprattutto di fronte ad una contrazione delle risorse finanziarie, occorre rivedere le priorità e decidere sul modello di crescita da adottare. Una prima ipotesi: potremmo domandarci se sia più urgente proseguire nella pur lodevole azione di infrastrutturazione stradale del territorio (gallerie, bretelle, rotonde, etc.) o invece non sia più urgente investire quelle risorse nell’avvio di nuove iniziative produttive per creare posti di lavoro a fronte dei tanti licenziamenti in corso o annunciati? (Anche perché per sopperire all’eventuale rallentamento negli investimenti della rete della mobilità provinciale di cui sopra, si può comunque investire in sistemi di tele gestione e telecontrollo della mobilità. Detto altrimenti: meno hardware e più software). Una seconda ipotesi: diminuiscono i turisti invernali, nevica di meno? Ed allora perchè non puntare su un sistema integrato, gestito, sorvegliato e assistito di piste ciclabili “di pianura” e “di montagna”, a pagamento per i non residenti? Una terza ipotesi: per i turisti, perché non attivare la “rete dei masi” come già fatto in Sud Tirolo? Sono solo esempi banali, assolutamente parziali, operativi, me ne rendo conto, ma iniziamo a ragionare a tutto campo, e non solo per “sviluppare quello che già stiamo facendo”. Creatività, occorre …, creatività!

Insomma, per noi in Trentino, la crescita deve essere la prosecuzione del modello attuale o di un altro tipo? L’ADOZIONE DI UN NUOVO E PIÙ ATTUALE MODELLO DI CRESCITA  POTREBBE ESSERE, DI FRONTE ALL’INTERO PAESE, LA MIGLIORE DIMOSTRAZIONE DEL VALORE E DEL SIGNIFICATO DELLA NOSTRA AUTONOMIA. Voi, cosa ne pensate? Non siete d’accordo con le mie ipotesi? Non vi preoccupate … io stesso voterò contro di esse, ove, a seguito di un approfondimento, esse risultassero errate o inattuabili. Ma almeno, discutiamo su queste come pure su altre vostre idee …confrontiamoci!