Svezia a vela

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Marzo, 2012 @ 7:10 pm

 

Bijorn Larsson

Detto altrimenti: dalla Svezia  con amore per …  la vela!

E’ di questi giorni l’incontro con Bijorn Larsson, svedese, velista soprattutto scrittore (vedi miei precdenti post ed anche sul blog www.trentoblog.it/mirnamoretti).

Svezia…. velista … ? Il mio secondo incontro con la “Svezia a vela”: Sì, infatti per me si è trattato della “seconda volta”. Ecco qui il racconto della mia “prima volta” , dodici anni fa.

Tanti tanti anni fa un signore svedese, con la sua barca a vela di nove metri e mezzo, dalle linee classiche, dolcemente a sbalzo a prua e a poppa, salpò solo soletto dalle sue spiagge del nord e, naviga naviga, in solitaria, attraversato lo Stretto di Gibilterra giunse in Sardegna, nel Golfo delle Saline, vicino a Palau.

Baia delle Saline (oggi con campimng, ma anni fa ....)

Il posto gli piacque tanto che costruì alcune villette, altri fecero altrettanto ed il Villaggio è chiamato ancor oggi  “Villaggio degli Svedesi”.
Ogni anno egli vi tornava, e, partendo da lì, visitava “a vela” tutto il Mediterraneo, sempre da solo.
Poi gli anni passarono, egli invecchiò, si ammalò, e non riuscì più nemmeno a salire sulla sua barca, dalle linee calde e morbide come solo le svedesi sanno avere (e non solo le barche!) e dal nome sardo: “Ajò”, (“Andiamo!”).
Ajò trascorreva l’inverno, triste, in secca a Palau. Col sopraggiungere dell’estate, veniva alata e ormeggiata alla boa sotto le finestre del nostro Svedese.

Questa è un' Alpa di 9,5 metri: non è Ajò, ma le assomiglia molto

E passava così l’estate, Lei mesta, in attesa come un fedele cane da caccia ansioso di essere chiamato dal padrone per una battuta al fagiano, lui ancora più triste, a guardarla da lontano, dalla finestra, accarezzandola con lo sguardo e ricordando le avventure trascorse, come quella volta che arrivò attraverso le Bocche di Bonifacio, legato a lei, tanto era forte la burrasca…
Anch’io avevo notato Ajò, soprattutto perché ero venuto in vacanza, a differenza degli anni precedenti, senza traversare dalla Toscana con il mio piccolo Fun da regata “Whisper” numero velico ITA 526, residente (cioè ormeggiato) a Riva del Garda, Trento, Fraglia della Vela, molo centrale, posto 21.
Detto, fatto. Indago, chiedo, mi informo, supero l’esame dei Sardi custodi di Ajò,…”Sì, lei è una persona seria, e poi anche capace…, l’abbiamo notata, questi anni, con quella sua barchetta blu (si riferivano al mio Fun Whisper, 7 metri da regata.n.d.r.), ne abbiamo parlato al proprietario, è contento che la faccia vivere un po’ … qui ci sono le chiavi…, faccia pure i giri che vuole…, attento però, il motore non funziona…”
E allora, ajò, andiamo, via, di corsa…cioè…, a nuoto, pinne ai piedi, sacco giallo della Lipton Tea (Giro d’Italia a vela di qualche anno prima, era il 2004) sulla testa…, sino ad Ajò, ormeggiata alla boa, a controllare la bella addormentata.

Stornoway, la barca svedese di Bijorn Larsson, ancora una di quelle con linee marine, fatte per navigare

Le tracce della marineria svedese erano evidenti: cime antiche, nobili, impalmate a dovere, nodi sapienti, ognuno al posto giusto per l’uso giusto, pozzetto raccordato contro le onde, predisposizione per la capottina, due stralli prua (niente avvolgifiocco, evviva!), randa piccola, lunghe rotaie per il genoa, ricca dotazione di vele. In compenso, vang armato male, idem il tesa base randa, manca qualche coppiglia, qualche vite non è nastrata…
Scendo a terra, vado a Palau col motorino e compero il poco materiale necessario.
Quindi mi dedico a “Lei” per un paio di giorni: la rifinisco con cura, anzi, con amore, la metto in ordine, me ne impadronisco. E poi, via, si salpa…, ajò…, andiamo Ajò, …., finalmente…!

Piccoli giretti, i primi due giorni. Quindi al largo. Incontro un gommone di Biellesi che hanno finito la benzina, virata, accosto e traino a vela sino a Cannigioni! Al rientro ormeggio alla boa a vela, sempre alla prima accostata.

Da solo, verso Palau, in planata col vento in poppa (qui però ero con il mio FUN, non con Ajò)

La barca è stabile, di bolina, una volta in assetto, si può anche abbandonare il timone…, ha bisogno di vento, ma qui non manca…, entro nelle  Bocche (di Bonifacio), siamo in due a bordo (l’altro è un passeggero, è salito in barca a vela per la prima volta in vita sua), 30 nodi di vento, Ajò è splendida, affronta le onde in modo “pastoso”, le cavalca con grazia, non le urta.
La mia vacanza si è trasformata: da una noia mortale in spiaggia, al vento ed agli spruzzi delle Bocche sul viso.
Al rientro ho 25 nodi di vento in faccia, da ovest. Nel Golfo non c’è onda. Ammaino il genoa: con la sola randa Ajò bolina precisa e lenta. Agguanto la boa di ormeggio al primo passaggio.
Grazie, Ajò. Buon Vento a te ed al tuo padrone…
Sardegna, estate 2000

E voi, avete anche voi da raccontare un’ avventura con una … svedese?