NATALE IN POLONIA – 12 –

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Dicembre, 2013 @ 9:39 am

Una domenica doppiamente diversa (post 1214)

Polonia…, terra poco conosciuta. Una sua città, Bialystok (“Bianco pendìo”), ancora di meno. La città emerge dal buio delle campagne che percorriamo, veloci, con un’auto distratta. Siamo a trenta chilometri dal confine con la Bielorussia.

E’ domenica. Andiamo a Messa. In cattedrale. La Chiesa è stracolma. Gente di ogni età si accalca con oltre mezz’ora di anticipo rispetto all’inizio della Funzione. In fondo alla chiesa due ragazze sono inginocchiate, una in mezzo alla navata, l’altra ai suoi lati, fra la gente che passa loro accanto, imperterrite, concentrate nella preghiera, con le ginocchia sul freddo marmo del pavimento, immobili, quasi fossero sole. Mi vergogno quasi di violare la loro esigenza di spiritualità con la mia presenza. Le due file di panche sono molto distanziate. Lo spazio viene riempito dai bambini che fra un anno celebreranno loro Prima Comunione. Noi troviamo posto alle loro spalle. In piedi.

Le luci dell’altare si accendono solo pochi minuti prima dell’inizio della Messa, come ricordavo di aver visto fare 60 anni fa, quando, bambino, assistevo alla Messa nella campagna toscana, nel paesello dei nonni: per non sprecare energia elettrica. Dietro l’altare alcuni bassorilievi dorati scintillano quasi d’oriente sotto la luce improvvisa. Giallo e rosso i colori dominanti. In una navata laterale la Madonna della Carità, veneratissima da queste parti, al pari della più conosciuta Madonna Nera. Solo una minoranza dispone di una panca o di una sedia. Al momento della Consacrazione tutti si inginocchiano sul pavimento: Riceviamo così, semplicemente, la Comunione. Cerco di seguire la Messa basandomi sulla scansione delle preghiere, sui tempi del rito, non certo sulle parole del Celebrante. Mi scambio il segno della pace “in polacco”. Chissà se avranno capito che sono straniero. Chissà poi se questo è importante.

Avverto un’attenzione diversa da parte dei fedeli. Maggiore che non da noi. Forse perché la città non offre tutte le distrazioni delle nostre città, forse perché qui si vive con minore fretta, forse semplicemente perché la Fede è più viva. Il volto della gente…, ecco ciò che maggiormente mi ha colpito: l’intensità dei volti, uomini, donne, anziani, giovani, bambini…., tutti con la stessa concentrazione sul Mistero al quale stanno assistendo.

Esco. Poco più in là, dal lato opposto della strada, c’è la Chiesa Ortodossa. Entro. Qui i fedeli si fanno il segno della Croce con le sole due dita indice e medio della mano destra. La partecipazione è la stessa. Sia numerica che di attenzione. Vorrei anch’io far la fila come gli altri per andar a baciare il Crocifisso che il Celebrante offre ai fedeli come i nostri Sacerdoti offrono la Comunione. Poi esito…, rinuncio…, chissà perché… Peccato …

Viaggio di ritorno in Italia. Fra due voli, ho qualche ora di tempo libero a Vienna. Visito la cattedrale. E’ bellissima. Piena di turisti. Una domenica. Doppiamente diversa.