BANCHE …? NO!! BAN … DE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2014 @ 9:40 am

Detto altrimenti: una mia vecchia “passione”, oggi vera passione! (post 1287- 37/2014)

Cinque anni in Comit (12 filiali, Direzione Centrale), poi dirigente in holding private e pubbliche, fra le quali per cinque anni, a capo della Finanza Italia della STET – Società Finanziaria Telefonica per Azioni, Torino, all’epoca (seconda metà degli anni ’70), la prima finanziaria italiana. Una Finanziaria mista, cioè società di partecipazioni (cioè azionista di società operative) e società operativa in alcuni settori di gruppo: finanza, pianificazione e controllo.

Già in Comit (prima metà degli anni’70) avevo assistito a momenti eccezionali: lo sblocco degli accordi di Bretton Woods per cui il dollaro USA non fu più ancorato alll’oro (35 dollari USA ad oncia), il che determinò la liberalizzazione dei cambi; una stretta creditizia e valutaria eccezionale. Pensate … la valuta estera andava obbligatoriamente ceduta all’UIC, Ufficio Italiano Cambi; ogni importatore a fronte di un valore di importazioni di 100, doveva versare 50 a Bankitalia su di un conto infruttifero bloccato per sei mesi! Questa non la sapevate, eh …?

Quando passai alla STET andò un po’ meglio (ma non certo per il mio passaggio!), nel senso che sulla valuta si fece qualche passo vanti ed alcuni (fra i quali ad esempio una grossa fabbrica di automobili a Torino) furono autorizzati a mantenere “Conti autorizzat Iin valuta estera ”.  Ma la stretta creditizia per alcuni anni persistette. Quando credevate di pagare il denaro al 18% (e la STET era il cliente più ambito da tutto il sistema bancario) facendo i calcoli di matematica finanziaria vi accorgevate che il 18% era il tasso nominale annuo, ma il costo effettivo annuo era del 25-30 % e anche oltre! Roba da usura!

 Ebbene, mai come in quel periodo le banche ebbero utili così rilevanti.  No buono.

Le banche oggi. Si dice: ti danno l’ombrello quando c’è il sole e te lo tolgono quando piove … Ma cerchiamo di fare una analisi un poco più professionale. Avevamo il sistema delle banche specializzate: ogni banca faceva il suo specifico mestiere. Chi raccoglieva e prestava a breve termine, chi a medio lungo etc.. Poi “improvvisamente”  si è detto: passiamo alla banca universale, che fa tutto! (improvvisamente e inspiegabilmente, ecco i primi due guai!) E poi anche alla Banca SpA affidata a chi non aveva mai gestito una SpA (terzo guaio!). E qui si sono cominciate a confondere le acque: ad esempio, raccolta a breve termine (dai risparmatori) ed investimenti a medio lungo termine (soprattutto in titoli di stato): no buono! Il tutto organizzato dagli italiani ..

Paradiso: il luogo nel quale il poliziotto è inglese; il cuoco francese; l’ingegnere svizzero; l’amante italiano; tutto organizzato dai tedeschi. Inferno: il luogo nel quale il poliziotto è tedesco; il cuoco inglese; l’ingegnere francese; l’amante svizzero; tutto organizzato dagli italiani.

Ancora: la banca ha iniziato a fare sempre di meno la banca e sempre di più la finanziaria. Già, ma cosa vuol dire “fare banca”? Semplice: Raccogliere il risparmio e prestarlo a chi ne ha bisogno. Efare Finanza”? Una Finanziaria non bancaria può fare solo una delle due cose: raccogliere denaro oppure (oppure!) prestare/investire su famiglie/imprese.  La banca invece si è messa a “fare finanza  scorretta”  contravvenendo a quel vincolo e cioè paradossalmente facendo concorrenza sleale alle Finanziarie: la banca si è messa a raccogliere a breve termine e a erogare a medio lungo termine (primo errore); a raccogliere a breve termine e a investire in operazioni finanziarie (secondo errore); a premiare con cifre da capogiro (milioni di euro all’anno) il proprio top management (terzo errore).

Come se non bastasse, a corollario di ciò, le banche hanno commesso altri peccatucci da dozzina: sostituirsi con erogazioni esentasse ai propri top manager nel pagamento delle tasse dagli stessi dovute; finanziare indebitamente i gestori delle slot machine; strapagare acquisizioni di altre banche estere e italiane; rendere necessario il proprio salvataggio da parte di altre banche più solide. Da Milano a Siena, da Siena a Palermo …, ce ne è per tutti, Nord, Centro, Sud: evviva l’unità d’Italia! Tanto noi banche siamo “Too bank to fail”, troppo banche per essere lasciate fallire ….

Alla fine poi le banche si sono trovate costrette ad accettare i finanziamenti/salvataggio dell’UE (con denari degli Stati e quindi di noi cittadini) che loro pagavano al tasso dell’1%. Cosa hanno fatto? Hanno investito quei denari in titoli di Stato al 4%. Evviva! E alle famiglie e imprese? Nulla.

Dice … ma le imprese oggi non sono più sicure come una volta … Si, caro, ma “una volta” il direttore della filiale si recava personalmente nella fabbrichetta, guardava gli impianti, il magazzino, l’organizzazione, etc., si rendeva conto e decideva. Aveva il potere di decidere e la responsabilità della decisione.

Oggi le banche hanno separato potere responsabilità. Il direttore della filiale ha la responsabilità del risultato della propria filiale. La Direzione centrale ha il potere di decidere se e come erogare il credito. Grazie (si fa per dire) ai computer, ai moduli, alle tabelle, alle crocettature, alle caselle si/no. Un po’ come fare un esame di maturità solo rispondendo a questionari. Ed invece l’economia bisogna guardarla negli occhi. I maturandi e gli imprenditori bisogna guardarli negli occhi.

Una banca a Riva del Garda. Un fido di Lit. 5.000.000 (Lire cinque milioni) alla badante di mia suocera (residente, con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato) con la firma di garanzia mia e di mia moglie. “Sa, ci vorrà qualche giorno … la competenza è di Trento”. Che dire? Se tanto mi dà tanto … è con queste banche e con questi banchieri che vorremmo finanziare la ripresa? Ma via … siamo seri …!