AZIONI, PENSIERI, PAROLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2014 @ 7:46 am

Detto altrimenti: “Gli uomini usano i propri pensieri per giustificare le proprie azioni, ed usano le proprie parole per nascondere i propri pensieri” (Voltaire). (post 1290 – 40/2014)

Invece per noi …

E’ chiaro: prima viene il pensiero; poi la parola o l’azione; infine l’azione o la parola. Nel senso: il politico-governante prima “pensa”; poi “agisce”; infine “spiega” la sua azione, oppure prima “pensa”; poi “illustra” l’azione che si appresta a compiere; infine la “compie”. Il problema è che non sempre si pensa “prima” e anche che, anche quando pur si è pensato “prima”, non sempre la parola descrive esattamente il pensiero, e cioè la motivazione dell’azione (dicesi “incoerenza”).

Invece per noi, cioè per la maggior parte dei cittadini, noi non “politici-governanti” sarebbe importante che effettivamente “prima” di ogni parola, prima di ogni azioni, ci fosse il pensiero e che azione e parola fossero coerenti con il “pensato”. Soprattuto da parte della politica.

Così, purtroppo, non sempre avviene, come è accaduto nel caso della previsione o meno della crisi, del calcolo del numero degli esodati; degli scatti di stipendio degli insegnanti, dell’IMU si/no; etc..

Invece per noi, cioè per la maggior parte dei cittadini, noi “non politici-governanti” sarebbe importante capire quei pensieri, e non accettare semplicemente le parole interpretative di azioni o peggio,  non accettare parole che, come afferma Voltaire,“nascondono” quei pensieri.

Invece per noi, cioè per la maggior parte dei cittadini, per noi “non politici-governanti” sarebbe importante, prima di non andare a votare, è importante “pensare”; indi spiegare agli altri perché si andrà a votare; infine, “agire” (cioè andare a votare). E che la nostra parola sia coerente con il pensiero e con l’azione.

Ma veniamo agli altri, cioè ai “gruppi politici” (gruppo politico = partito o movimento):

C’è un gruppo “a”, gruppo di piazza, che parla e agisce (vota), ma pare non pensare quando afferma che bisogna uscire dall’UE, uscire dall’Euro.

C’è un gruppo “b”, gruppo di TV, che parla e agisce ma pare non pensare quando critica chi non sarebbe in grado di fare completamente fronte ai danni che lui stesso (gruppo) ha generato.

Ma .. si dice …(soprattutto in Italia): il politico che dice chiaramente come la pensa … non farà mai carriera …

Invece per noi  Italiani, in questa fase di crisi sociale, economica, politica … queste sfumature barocco-levantine-veteropolitiche non sono più tollerabili.

Invece per noi non sarebbe meglio che 2+2 facesse 4, aber schell auch (e anche presto) ?