ITALIA SPA O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2014 @ 3:48 pm

Detto altrimenti: si sente dire: no, governare l’Italia non è come governare una SpA … è tutt’altra cosa (post 1296 -46/2014)

Chi afferma ciò (sono i “tuttaltracosisti”) ragiona come segue:

1) Ogni SpA deve massimizzare il profitto economico, custa l’on ca custa (dialetto aostano: costi quel che costi).
2) Il governo dello Stato deve operare in molti settori anche se non generano utili economici.
3) Quindi, le tecniche di governo di una SpA non sono applicabili al governo dello Stato.

Io affermo il contrario e ragiono come segue:

A. Ogni Spa deve massimizzare la crescita (sotto ogni profilo) di chi ci lavora e del sistema nel quale essa è inserita.
B. Il governo dello Stato deve massimizzare la crescita di tutti.
C. Quindi le tecniche gestionali delle SpA sono applicabili anche al governo dello Stato.

Ed ora ragioniamo.

Quanto affermato al precedente n. 1) è stato smentito dai fatti: la crisi del puro liberismo è sotto gli occhi di tutti. Sui punti 2) e B) tutti concordano. Pertanto la conclusione corretta è quella di cui al punto C) e non quella del punto 3).

Ma quali sono i criteri gestionali delle SpA da adottare nel governo dello Stato? Eccone alcuni:

1) Niente “crisi di governo al buio”. Chi la causa, deve avere pronta una soluzione alternativa valida: nessun Azionista scioglie il CDA -Consiglio di Amministrazione di una sua SpA se non ne ha pronto un altro.
2) Piano strategico pluriennale scorrevole; piano annuale (budget); verifiche mensili: nessun Azionista consente al CDA di una sua SpA di operare al di fuori di una pianificazione pluriennale e del suo articolato svluppo.
3) Una soluzione di riserva, sempre: nessun Azionista paga il CDA di una sua SpA per sentirsi dire che  “si tratta di una crisi improvvisa, non prevista, non sappiamo cosa fare”.
4) Potere unito alla responsabilità: nessun Azionista accetta che il CDA di una sua SpA abbia il potere di decidere cosa fare senza avere anche la responsabilità delle proprie decisioni o non decisioni.
5) Controllo di gestione, a tutti i livelli, a cascata: nessun azionista mantiene in carica il CDA di una sua SpA, se non viene impostato un sistema di controllo di gestione a cascata, dalle grandi alle piccole cifre/decisioni, dai grandi ai piccoli movimenti di denaro di investimento e spesa.
6) Verifica e riordino delle priorità: nessun Azionista rinuncia a che il CDA di una sua SpA non agisca in tal senso e aggorni l’ordine delle priorità.
7) Report significativi: nessun Azionista accetta dal CDA di una sua SpA report settoriali, parziali, incompleti, saltuari, troppo complessi, fuorvianti, illeggibili.
8) Costi di gestione commisurati ai risultati: nessun Azionista accetta che il CDA di una sua SpA sia remunerato con cifre elevatissime a fronte di risultati in perdita.
9) etc. etc. etc.

Dice … ma nello Stato chi sono gli Azionisti e chi fa parte del CDA? Rispondo: gli Azionisti siamo tutti noi Cittadini. I componenti del CDA sono i preposti ai poteri/doveri dello Stato: Parlamento, Governo, Manager di Stato, Burocrazie e Uffici Pubblici, Magistratura.