GIACOMO LEOPARDI secondo ALFONSO MASI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2014 @ 7:45 am

Detto altrimenti: iri pomeriggio, presso la “Dante Alighieri” di Via Dordi, a Trento … (post 1336)

Nadia Reina intervista Giacomo Leopardi, impersonato da Alfonso Masi. In sala oltre cinquanta persone. In poco più di un’ora. Un successo. Mai, in tutta la mia vita scolastica – e dire che ho fato studi classici – mai, dicevo, ho “capito” il Poeta e l’Uomo Leopardi come ieri. Bravissimo, quindi, Alfonso, per l’idea, per come l’hai realizzata e grazie a Nadia Reina che ti ha intervistato.

Ciò premesso, mi concedo alcune osservazioni, alcune banali, altre, forse, un po’ meno (spero!)

La prima, banale. Cinquanta persone, un successo. Di questi tempi, sicuramente, tempi nei quali la cultura, la poesia, la sensibilità, l’amore per il passato sembrano “cose” inutili, vecchie, superate … Cinquanta persone attente, rapite dalla magìa della voce narrante, dalla musicalità dei versi, dall’intensità dei sentimenti da cui sono pervasi, dalla tragicità di una vita infelice, “guarita” da una morte all’età di 38 anni.

La seconda, un po’ “sociologica”: Leopardi Uomo, nobili genere natus, che disprezza la gente del “natìo borgo selvaggio” per la sua mancanza di cultura … un po’ snob – e nemmeno poco, direi – lui che ogni tanto “fa finta di lavorare” e “i gha bon temp” (dialetto trentino: “si può concedere il lusso di dedicare tempo a …”) ma che evidentemente può contare su una cospicua rendita familiare che comunque lo segue di città in città.

Di città in città, dicevo, infatti si diparte dal borgo selvaggio di Recanati per visitare le grandi città: Roma, Bologna, Firenze, Pisa … tutte sulle prime gli appaiono belle e vivibili; dopo poco, esattamente il contrario. Le critica, le disprezza insieme agli abitanti loro. Forse si salva Pisa, che invece per il suo “collega” Dante Alighieri era addirittura “vituperio delle genti” tal che che avrebbe dovuto essere allagata e affondata dalla piena provocata dalle isole Capraia e Gorgona, che avrebbero dovuto “muoversi” per andare ad ostruire, a mo’ di diga, la foce dell’Arno, con le conseguenze del caso (Inf. XXXIII, 79-81):

Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove ‘l sì suona
poi che i vicini a te punir son lenti,

muovasi la Capraia e la Gorgona
e faccian siepe ad Arno in su la foce
sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

Ma come, direte … si sta parlando del Leopardi e citi versi di Dante? Certo, sia perchè l’evento è stato organizzato dalla  “Dante Alighieri”, sia soprattutto perché, quanto a “linguaccia”, Leopardi Uomo avrebbe ben potuto essere uno di quei toscanacci che Curzio Malaparte definì “maledetti” …

Leopardi scrittore, assai più che poeta. L’epistolario soprattutto ci rivela l’impietosa sofferenza di una vita “cominciata male” già in famiglia …

Leopardi Poeta. Desiderio d’amore, mai soddisfatto (Silvia, rimembri …); desiderio di “evasione” mentale e fisica … (Sempre caro mi fu quest’ermo colle); rimpianto per una fanciullezza, una gioventù perduta (La donzelletta vien da la campagna …), solo per citare alcune poesie, fra le più note.

E a proposito di quest’ultima: ricordo che alle scuole medie (io sono del 1944), il Sabato del villaggio ci veniva proposto monco, privo di quei versi con i quali il poeta invitava il “fanciullo” a godersi il sabato della sua vita, “che la tua festa, anco tardi a venir, non ti sia grave”. Ora, ditemi voi, ci voleva l’ottimo Alfonso Masi e i miei ormai 70 anni (che compirò il 3 febbraio prossimo) per capire quale scempio di stava facendo dell’Uomo Leopardi, più che del Poeta Leopardi, col troncarne l’opera …!?

Un’osservazione “di servizio”: se questi sono i dati di presenza, se cinquanta persone sono un successo – e lo sono – be’ allora non posso certo lamentarmi dei dati di frequenza del mio blog, con una media giornaliera – ad oggi – di 142 lettori; 867 pagine lette; 928 contatti da altri siti/blog ed una durata media di ciascun contato di 9 minuti circa. E di ciò ringrazio tutti voi mie lettrici e miei lettori, che mi date l’entusiamso di proseguire con le mie “sudate (moderne) carte”.

Ultima nota: complimenti Alfonso, complimeti Nadia: per essere io un fruitore e talvolta ben più modesto “co-produttore”  di manifestazioni culturali locali “autoprodotte” so bene quanto lavoro ci possa essere stato, e quale faticoso lavoro di cernita e di sintesi, dietro al meraviglioso concentrato leopardiano che ci avete regalato! E “Grazie!” all ‘Associazione Culturale “Antonio Rosmini” che ha ospitato l’evento.