CARNEVALE CON ERODOTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Marzo, 2014 @ 2:56 pm

Detto altrimenti: nella biblioteca Comunale di Trento, con la nostra Prof Maria Lia Guardini (post 1427 – 177/2014)

Erodoto ed i grostoi

Alla riunione precedente ero “assente giustificato”. Ma ho recuperato! Ed ecco il carnevale con Erodoto e le sue “Storie” e i nostri “grostoi”!

Erodoto risente degli influssi dell’epica omerica, ma fa un passo avanti nel senso di ricercare – per la prima volta nella storiografia – la causa degli eventi, e soprattutto dell’ “evento” per antonomasia, e cioè dello scontro (militare e culturale) fra i Greci e i barbari. Nei barbari Erodoto riconosce la “lontananza” culturale dei barbari , gente lontana che vive in terre lontane, “marginali”, pur senza escludere un accenno ad “inizi di corruzione” nella “grecità”.

Epica, si diceva. Erodoto ci parla anche di Elena, quella che “si fece rapire” da Paride, fornendo il pretesto per la guerra di Troia. Tuttavia egli non dà per scontata la condanna morale della donna, che descrive “Elena e le sue ricchezze” in senso di fertilità rispetto ad una prospettiva di futuro. D’altra parte Erodoto non è il solo “revisionista” della storia di un’Elena donna leggera. Il sofista Gorgia fa di più: “La colpa è di Paride, che ha usato in modo disonesto la parola, confondendo le idee ad Elena e plagiandola”(Ed oggi, Don Milani: “Le parole sono pietre”. Che Don Lorenzo Milani fosse un sofista?).

La guerra di Troia, migliaia di giovani soldati mandati a morte per difendere un falso ideale, spinti da una falsa motivazione … come è attuale Erodoto! In realtà ieri come oggi le armi parlano per affermare o difendere interessi economici. La guerra … ogni guerra … una vera e propria “troiata” …

La sua storiografia, letta con la lente odierna, appare un insieme di eventi in parte slegati fra di loro, manca cioè quell’andare indietro nella Storia, linearmente. Bensì, troviamo numerose date, ognuna delle quali collegata ad avvenimenti, nei quali tuttavia è sempre presente la rice3rca del rapporto causa-effetto, che poi sarà massimamente sviluppato da Tucidide.

“Quello, Erodoto viaggiare era l’arte sua”. Viaggiare a quell’epoca era come vincere un terno al lotto. Si partiva ma non si sapeva dove e se si sarebbe arrivati. Per questo suo “andare” Erodoto ha una visione molto meno greco-centrica di Tucidide, avendo per di più maturato la convinzione della “relatività dei costumi” (“costume” = modo do intendere la vita e la politica) nel senso che “ogni popolo ha il governo che si è scelto, che vuole, che accetta” (Ma va? Ma io me lo sono scelto questo o quel governo?)” Ma quale governo è quello buono? Erodoto schematizza e riassume le diverse forme di governo, tre buone: la monarchia, l’aristocrazia e la democrazia e tre cattive: le degenerazioni delle tre forme buone.

Erodoto parla di avvenimenti ai quali ha assistito o ci riporta narrazioni altrui, garantendoci l’autenticità della testimonianza, non del fatto testimoniato. E quando descrive le piramidi d’Egitto, si sofferma sui costi economici e di vite umane (degli schiavi) che stanno dietro quelle realizzazioni. I costi delle Opere Pubbliche, della corruzione, i costi della politica, con quel tale Pericle che ha inventato ed introdotto lo stipendio per i politici! Tutto questo 2500 anni fa. E noi, che ci crediamo … oggi non abbiamo inventato nulla, signori!