LA NOSTRA AUTONOMIA E LA NOSTRA ETA’ PENSIONABILE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Maggio, 2014 @ 5:16 pm

Detto altrimenti?  Non c’è altro  modo: “nostra”!    (post 1527)

Unione delle Comunità di Valle Trentine, alias ex Provincia Autonoma di Trento. Tre partiti politici – due territoriali ed uno no – fanno convergere l’azione del legislatore locale sull’innalzamento a 66 anni dell’età per la pensione dei politici.

thCAUWPWGYL’attenzione della popolazione locale si concentra su chi – “localmente”-  fra i politici è d’accordo e chi no. Io mi permetto di sottoporre all’attenzione delle mie lettrici e dei miei lettori un aspetto diverso: il rapporto fra quanto si sta facendo qui, all’interno della nostra Autonomia, e quanto NON si sta facendo “in Italia”. Maccome (maccome) dirà taluno, di che ti lamenti? Anche in Italia è stato innanzato il limite dell’età per il conseguimento del diritto alla pensione … Già replico io, ma per chi? Per tutti? Nossignore, a livello statale vi sono alcune categorie i cui appartenenti vanno in pensione a 55 anni (55 anni)! Eppoi (eppoi) ve ne sono altre i cui appartenenti  non “vanno in pensione”, ma sono “inseriti nella riserva”.

Insomma, la legge è uguale per tutti ma per alcuni è più uguale che per altri.

Ecco, raga, potremmo anche suggerire ai nostri rappresentanti che vanno a Roma a lottare per il mantenimento della nostra Autonomia e del suoi autofinanziamento, di non “giocare solo in difesa” ma di giocare la partita con azioni di “attacco diplomatico”. Mi spiego: si vogliono ridurre le nostre risorse finanziarie perché occorre dare un doveroso contributo alla finanza statale?

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thCAX58R8COk, ma nel frattempo la Finanza Statale non deve essere un colabrodo dai cui mille fori escono risorse che vanno ad alimentare privilegi (tipo le pensioni a 55 anni!) e furti d’ogni sorta. Ogni giorno. Tecnicamente, come fare? La mia è solo una provocazione, s’intende … ma la faccio per riportare l’attenzione di noi tutti sul problema. Ecco, si potrebbe dire che dopo che le nostre risorse prodotte localmente sono state ridotte per dare quel certo contributo allo Stato Centrale, esse siano di nuovo aumentate di quel tot che centralmente risulta rubato, attribuito per mantenere privilegi di casta o “semplicemente” sprecato.

Ma, direte voi, quali sono le due categorie a livello centrale  i cui componenti vanno in pensione a 55 anni o che non “vanno in pensione” ma sono collocati “ in riserva”? Eh no, raga, se ve lo dico io finisce il bello del “gioco” (che poi gioco non è, ma triste realtà!). Vediamo un po’ se fra le tante lettrici ed i tanti lettori che ho l’onore di avere – e che ringrazio – vi è chi indovina. Fra tutti coloro che avranno trovato la soluzione esatta sarà sorteggiata una bilancia (“balanza”) di precisione, con la quale sarà possibile misurare se tutti noi cittadini abbiamo la stessa quantità di diritti e di doveri. Una  balanza di precisione, dicevo, al milligrammo di privilegio …

Nel frattempo un “Grazie!” alle Donne della nostra Politica Locale che sono promotrici di questi “tentativi di botanica della democrazia” (fra parentesi, leggete il bel libro “Tentativi di botanica degli affetti” di Beatrice Masini, Ed. Bompiani!).

Scusate, dimenticavo … per la par condicio: un grazie anche agli Uomini che sostengono quelle Donne!

N.B.: le lettere maiuscole non sono utilizzate a caso.

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