POLITICA – ANTIPOLITICA – BUONA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2014 @ 2:11 pm

Detto altrimenti: non è mai un binomio, ma un trinomio   (post 1761)

Par condicio: provo a elencare un campione di quanto rispettivamente e quasi reciprocamente viene contestato fra diverse forze politiche/sociali, in quanto “decisioni fondamentalmente populiste”:

  • 80 euro a (quasi) tutti!
  • Non pagare in canone RAI!
  • Nessuna tassa sulla casa!
  • Sciopero generale!

Orbene, se una persona contesta contemporaneamente tutte queste scelte, rischia di essere tacciato di antipolitica. Invece io penso che se alla pars destruens (la citata quadruplice critica) costui facesse seguire la pars construens, ovvero le proprie proposte alternative, ecco che la sua potrebbe essere una “politica diversa” financo a poter diventare essa stessa una  “buona politica” (perché no?).

Dice, ma tu blogger … non è che come per il calcio in ogni bar ci sono almeno tre CT della “nazionale” anche in ogni blog c’è almeno un “deus ex machina”? No, scialla raga, calma ragazzi. Qui nessuno vuole salire in cattedra, ma questa giusta e doverosa presa di coscienza della propria posizione, del proprio livello, delle proprie capacità, dei propri limiti non può e non deve impedire ad ognuno di cercare di ragionare.

Un esempio: a chi proclama lo sciopera generale dei lavoratori per i mancati rinnovo contrattuali, una parte politica risponde che ha destinato prioritariamente le (poche) risorse disponibili a chi il lavoro non lo ha o a chi è remunerato a livelli infimi. Ecco, una spiegazione a livello di “diverse priorità”. Mi sta bene. Tuttavia non basta: a mio sommesso avviso occorrerebbe poter disporre dell’intero elenco di tutte le priorità (fabbisogno finanziario) e del relativo piano delle coperture (copertura finanziaria), secondo cifre agglomerate in modo significativo, secondo schemi semplici comprensibili da ognuno. Ad esempio, mi chiedo: è sempre valido quella LBP- Legge Bipartisan Privilegio (dicembre 2011 o 2012, non ricordo) che per dieci anni assegna ben 20 miliardi di euro l’anno alla difesa, a prescindere da altre priorità? Ovvero, “burro o cannoni”? Difesa …  da eserciti stranieri o da alluvioni?

Ora, restando nel campo della comprensione della completezza delle leggi,  mi piace tornare al mio  amato“latinorum”:

“Legem breve esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur” (Seneca, Epist., 94, 38): le leggi (e il loro sistema, n.d.r.) devono essere concise, perché più facilmente vengano comprese e tenute a mente da chi non è del mestiere.

“Corruptissina repubblica, plurimae leges” (Tacito, Annal. 3, 27): quando la Repubblica giunge all’estremo della corruzione, si moltiplicano a dismisura le leggi. Ovvero: il moltiplicarsi eccessivo delle leggi corrompe il sistema democratico.

E voi, che ne dite?