QUALE LEGGE, IN ITALIA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2014 @ 9:28 am

Detto altrimenti: quale è la legge?  (post 1793)

Nel mondo anglosassone non esistono i codici delle leggi: valgono i precedenti, ovvero la raccolta delle sentenze emanate. In Italia esistono i codici. Quindi la legge è la norma del codice.

I codici, ma .. con le dovute eccezioni! E qui casca l’asino. Un esempio? L’art. 63 delle disposizioni di attuazione del codice che le prevede che al condomino moroso (moroso = in ritardo con il pagamento delle spese condominiali, non “moroso in quanto innamorato di –“) oltre i sei mesi, possa essere staccato il riscaldamento dell’alloggio. Ma … ma ci sono delle sentenze che hanno dato ragione al moroso ed hanno imposto il riallacciamento del riscaldamento. E allora?

E poi, Roma? Mafia Roma? Appalti truccati? Plurimae leges corruptissima republica! Infatti in Italia per lanciare e partecipare ad un bando pubblico di appalto, occorre rispettare oltre 600 articoli, rivisti negli ultimi anni oltre 500 volte. In Francia i numeri corrispondenti sono 300 e 2. In Germania 100 ed 1. Capite bene che in Italia la legge intesa come norma non sono quei 600 articoli, ma “ciò che riuscirà a scoprire il giudice in un simile marasma di norme”.

La legge dovrebbe avere innanzi tutto un effetto “preventivo”, dissuasorio rispetto alla perpetrazione di reati. Ma se il nostro sistema di leggi è così complesso e se gli investimenti in favore della magistratura sono così limitati (ho visto giudici scriversi direttamente, in tempo reale, di persona e a penna biro i verbali di interrogatori e udienze!), allora nel “ritardo della Legge Vera” la legge è “la previsione quello che materialmente faranno Polizia, Carabinieri e ufficiali giudiziari.

Si dice: la miriade di SpA pubbliche inutili carrozzoni o carrozzelle; la corruzione; l’evasione fiscale; la mancanza di una programmazione pluriennale sulla base delle nuove priorità; la necessaria semplificazione del sistema delle leggi …ecco, basterebbe fare queste poche cose e l’Italia sarebbe ai primissimi posti della graduatoria mondiale. Poche cose … Dice … la tua è pura utopia! E ci risiamo con l’Utopia di Thomas Moore – già perché Tommaso Moro era inglese e poi lo hanno anche fatto santo  – Utopia non (ancora) come programma di governo, ma come Idea del Buon Governo. Almeno “quella l’Idea” (napoletanismo) lasciatecela, cribbio!