IN BICICLETTA, ROVISTANDO TRA I RIFIUTI – ECOLOGICAL CYCLING

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2015 @ 10:26 am

Detto altrimenti: pedalando dall’Olanda all’Australia, tappa in Adelaide fra gli sprechi della cosiddetta civiltà     (post 1892)

Post 1892, anno 1892. Lo scandalo della Banca Romana. Autorizzata a stampare moneta, ne aveva stampata “un po’ … riservatamente” per usi personali. Evvabbè … chessaràmmai .. diremmo oggi (2015) …

Leggete il mio post del 7 novembre 2014 . Ero al bicgrill di Nomi (Trento). Incontro alcuni amici in compagnia di un ragazzone, Matthew, che sta pedalando dall’Olanda fino in Australia. Mi danno il suo link per seguirne l’avventura . http://arctic-cycler.com/2014/10/04/day-22-98km-trento-manerba/.

Iscrivendosi al suo blog lo si segue tappa tappa. Arrivato in Turchia mi sono chiesto come avrebbe fatto a superare le zone di guerra. Risposta: in aereo fino in Australia! Pausa invernale. Dopo un po’ si rifà vivo e riprendono le “trasmissioni” via internet. Vi traduco (malamente, ma il senso è corretto) la prima, arrivata proprio oggi, 21 gennaio 2015, dall’indirizzo mail comment-reply@wordpress.com

Inizia

Dumpster Diving in Adelaide (immersione in un mare di rifiuti a caccia di cibo in Adelaide)

Durante la  pausa invernale scriverò alcuni post-non-a-pedali su alcune mie riflessioni ed esperienze. Ricomincerò a pedalare nel prossimo mese di marzo.

“Annusa questo”, mi sussurra Jeremy, mentre scruta attentamente dentro un grosso bidone. Vedo del bianco. “Qualcuno pensa che questo cibo non sia più utilizzabile”. Un mucchio di pane ancora fresco quasi galleggia in mezzo ad un lago di … farina. “Quanto spreco! E nel momento che io me ne servo mi sento quasi un ladro, un fuggitivo”. Ho capito: stiamo “rubando” gli scarti di un supermarket in Adelaide.

Questa attività è definita “dumpster diving”, immersione nei rifiuti, ovvero recuperare cibo dagli scarti dei supermercati. Ne avevo sentito parlare la prima volta a Dubrovnik allorchè un ciclista come me, Clement, mi disse che aveva percorso 3.000 km dalla Francia senza spendere un euro per mangiare. E un altro pedalatore, Florian, ha utilizzato la stessa risorsa nella sua pedalata dalla Germania all’Australia.

Dumpster divingSiamo nel cuore della notte. Nel retro del supermercato. Le bici sono parcheggiate e assicurate. Siamo armati di pile frontali. I nostri sensi sono allertati. Gli impiegati del supermercato sono ancora all’interno? Corriamo rischi? Non è che il camion della spazzatura viene a portarci via il nostro bottino … Jeremy, il nostro “istruttore di dumpster diving” ci fa avvicinare ad un sacco. L’odore che ne esce è indistinto. Ne estraiamo cartoni di latte e di succhi di frutta integri, ancora freddi e non scaduti; pane, focacce e dolci d’ogni sorta, impacchettati ed integri … insomma, più ci “immergiamo”, più recuperiamo.

Penso. Società dei consumi e dello spreco. Per noi questo cibo è gratuito, ma altri hanno lavorato e pagato per produrlo. Avrei preferito comperarlo questo cibo … per mia fortuna io ho abbastanza denaro. Comunque questo spreco non va bene, non è giusto …

 Finisce, ed io concludo

Il problema è mondiale. Una gran parte dell’umanità è obesa. Una grandissima parte dell’Umanità patisce la fame e di fame muore (le lettere minuscole e le maiuscole non sono utilizzate a caso).

 Appendice libraria

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Mi viene in mente un grande navigatore solitario, Bernard Moitessier (fra i suoi numerosi libri suggerisco la lettura di “Tamata e l’alleanza”). Senza soldi fece più volte il giso del mondo a vela, costruendosi le cime dagli spezzoni di cime che recuperava fra i rifiuti, chiedendo ed ottenendo dalle ditte produttrici biscotti per cani,. etc..

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Comunque, la bicicletta è anche tutto questo. In tutt’altro contesto … a proposito di libri … sto leggendo “Breaking News” di Frank Schaetzing (Editricenord). A pagina 140 un brano-bici, sia pure in tutt’altro contesto, ripeto. Eccolo:

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“La bicicletta aiuterà il singolo a far valere i suoi diritti. I pedoni si trascinano con lentezza e tristezza incomprensibili. Una pedalata, e li superiamo. Nulla è per noi troppo vicino o troppo lontano. Questo veicolo diventa così un paradigma intelligente del destino delle idee, della loro sofferenza e del loro magnifico trionfo finale”

 Mica male, vero? Che ne dite?

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