ALBERTO CAVANNA SCRITTORE (E AMICO!)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Gennaio, 2015 @ 8:09 am

Detto altrimenti: Alberto, accendo Radio 3 e ti sento parlare di un tuo nuovo libro …    (post 1908)

Post 1908, anno 1908. Terremoto di Messina: solo in città, 80.000 morti. L’Austria si annette la Bosnia Erzegovina. Vienna: la stampa invita ad approfittare dell’occasione per muovere una guerra preventiva all’Italia. Roma: Gabriella Spalletti Rasponi, primo Congresso Nazionale delle donne.

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… e nel frattempo, molti altri titoli e molti premi letterari: complimenti, Alberto! Alla via così, avanti tutta!

Caro Alberto ti scrivo. Un giorno, per caso, avevo “scovato” in libreria il tuo “Bacicio do Tin” … (romanzo storico a vela) e poi il “Da bosco e da riviera”, ovvero gente (autobiografica?) che sa vivere tutte le situazioni e tutti i rapporti umani … il tuo motore di ricerca aveva scoperto che un tale, io, parlava bene dei tuoi lavori: siamo entrati in contatto, tu, Ligure ivi residente, io Ligure nato a Genova e ivi residente a Trento in via … (ricordi nel La donna della domenica? Tizio, “ …nato a Palermo e ivi residente a Torino in via … Maccome? Non va bene? Quando abitavo a Palermo andava benissimo!). Sei venuto a Trento nostro ospite all’ Accademia delle Muse (Presidente Cristina Endrizzi) a parlarci personalmente della gente “da bosco e da riviera” e di quella che procede “A piccoli colpi di remo” … e di questo ti ringraziano ancora! Siamo diventati amici. Ieri, 28 gennaio 2015, accendo Radio 3 e ti sento parlare del tuo ulteriore lavoro “Il dolore del mare”. Andrò subito a procurarmelo, ne parlerò volentieri nel nostro gruppo di lettura Librincontri gestito dalla mia collega blogger Mirna Moretti (oppure: lo faresti un secondo viaggio a Trento? Magari …! fammi sapere) Nel frattempo, non potendo recensire un libro non ancora letto, copio da internet:

9788865943595[2]

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Nella piccola isola ligure di Palmaria gli echi del mondo arrivano attutiti ma non meno feroci. Elvira, sposa giovanissima a cui la guerra ha sottratto il marito caduto nelle trincee del Piave, cresce il figlio Ermes con premura, trasmettendogli i valori di un regolato universo familiare nel quale le donne sono da secoli il fulcro di una vita dura strappata agli scogli e al mare. Ma i tempi sono infausti, e anche sull’isola si consuma lentamente il dramma di gente semplice e indifesa, ignara del flagello che sta per esplodere. Con questo suo nuovo romanzo, Alberto Cavanna racconta gli anni difficili fra i due conflitti mondiali visti dalla prospettiva di un’appartata comunità isolana: un piccolo mondo antico, forgiato dal lavoro e dalla quotidiana lotta con la natura, destinato a essere risucchiato nell’abisso della storia.

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Il dolore, il male, ne ho parlato due post fa. Oggi si tratta del mare, con la “r”, ma pur sempre di dolore. Un racconto il tuo di grandi eventi visti da “piccola gente ignara”. Ed è proprio questa “piccola dimensione ottica” che mi affascina, perché io credo fermamente che i grandi personaggi della Storia siano proprio le persone che l’hanno vissuta e sofferta senza “fare la Storia” sulle cronache, nei monumenti equestri, nei libri di scuola: le “Persone Ignote”, eroiche e degne di memoria al pari del “Milite Ignoto”. La gente comune, insomma, quella che è a mio sommesso avvio la vera padrona del mondo, così spesso derubata del Premio Nobel per la Vita comunque vissuta. Bravo Alberto e ancora “grazie!” per l’arricchimento che ci procuri.

Firmato Riccardo. Ecco … vedi? Ci sono cascato anch’io … la Storia …. quel “Firmato Diaz” tutto sommato affascina …! Ch’io sia un Padre Zappata …? Comunque … chissà se il tuo “motore di ricerca” mi pesca anche ‘sta volta!?  Scignuria sciù Cavanna, scià me staghe ben … se vedemmu!

Il mare? Eccolo: “Mare” di Giovanni Pascoli

M’affaccio alla finestra e vedo il mare:

vedo le stelle passare, onde passare:

un guizzo chiama, un palpito risponde.

Ecco sospira l’acqua, alita il vento:

sul mare è apparso un bel ponte d’argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,

per chi dunque sei fatto e dove meni?

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