INCONTRI: NADIA IORIATTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Febbraio, 2015 @ 4:36 pm

Detto altrimenti: da un libro ad una Persona

IMG_2729

Nadia Ioriatti (a destra nella foto) ad una presentazione del suo libro “Io tinta di aria”

Nadia Ioriatti. Scrittrice. Per incontrarla salgo a Villazzano, sulla collina di Trento. Pochi minuti d’auto, c’è chi la fa a piedi. Mi riceve la sua aiutante filippina Connie: al  terzo piano. Ok. E quindi “La signora arriva subito”. Prego … Nell’attesa mi guardo intorno. La sala non è grande, ma quanto basta. Da un lato, fiori e piante ben curate ad incorniciare una grande finestra. Giù in basso Trento, circondata dalle sua montagne. A destra scaffali: libri. Mi colpisce la lunga serie Einaudi. Li scorro, molti li ho anch’io. Altri editori fra cui Adelphi: stesso ritrovarsi con vecchi amici, libri anch’essi. E’ il primo approccio a tu per tu con Nadia e a mio avviso inizia benissimo. Ancora grazie ai libri. Già, perchè ho conosciuto Nadiagrazie al suo libro “Io tinta di aria” (Curcu e Genovese), libro che l’Autrice ha accettato di presentare anche  a Librincontri  al Cafède la Paix, nelle riunioni organizzate e gestite dalla mia collega blogger Gran Lettrice Mirna Moretti. E da cosa nasce cosa. Infatti non è per parlare del libro che ho chiesto a Nadia di ricevermi, libro peraltro che trovate ottimamente recensito da Mirna nel suo blog, ma per incontrare la  Persona.

th1TL73N08Comunque del suo lavoro letterario qualcosa voglio dirla anch’io, anzi, voglio riportarla anch’io, dalla recensione di Carlo Dogheria comparsa su Questo Trentino n. 1 gennaio 2014, pagg. 46, 47: Dogheria cita dalla prefazione di Piergiorgio Cattani: alla fine del libro si vorrebbe continuare a leggere qualcosa. Per saperne di più. E poi egli stesso continua: romanzo confessione di un personaggio complesso, brutalmente sincero, sfaccettato, assolutamente credibile. Una antologia (n.d.r.) di infanzia (un po’ repressa, n.d.r.) e malattia, infanzia che cessa di colpo a vent’anni. Sposata all’improvviso, un bimbo in arrivo, un inizio difficile. Il lavoro, poi, rovvisa, la malattia: “Sono uscita da quell’ambulatorio con mille anni addosso, passando impietrita fra i pazienti divenuti compagni di battaglia”. Anche il sarcasmo: “Se vado in strada i miei occhi sono all’altezza del sedere delle persone e mi sento a disagio, come stessi spiando l”intimità degli altr”. In conclusione: un racconto duro, avvincente, profondamente introspettivo, realistico (e coraggioso, educativo, n.d.r.).

IMG_2877Sono in casa sua. Si schiude la porta e entra Nadia, sulla carrozzina. Già, perchè Nadia è affetta dalla sclerosi multipla che le impedisce di camminare ma non di vivere una vita intellettuale ricchissima. Abbiamo parlato a lungo, io prendevo appunti e inizialmente pensavo di trasformare il tutto in una intervista, ma ora che sono alla tastiera, le parole escono da sole dalla penna (tastiera) e non mi va di interrompere questo flusso naturale, per essere schiavo del virgolettato, dei due punti, del corsivo.

Nadia è in pensione da anni, prima del previsto a causa della malattia. Lavorava in Provincia, da ultimo all’Ufficio Collaudi e Patenti del Servizio Impianti a Fune. Fino a quale anno? Fino al 2006. Allora, dico io, sei tu che hai collaudato, tanti anni fa, gli impianti sciistici del Tonale! Ma ma solo per la parte amministrativa, aggiunge. Ed io ero Presidente di quelle società: la Sirt, Grandi Funivie Passo Paradiso e da ultimo la Carosello Tonale che ho addirittura “inventato” io, società  e nome! Come è piccolo il mondo!

La famiglia: due figli, separata dal marito: Gli amici? Tanti, vecchi e nuovi (io? Nuovissimo, aggiungo, e grazie per essere inserito in questo contesto!). Altri non più. Perchà? Me lo spiega: E’ molto difficile stare a contatto con la malattia, specie se è lunga e debilitante come la sclerosi. Se hai amici appassionati di montagna, funghi o ballo … sono gli stessi interessi a dividere. Devi fare un passo indietro, capire e cercare altre passioni come cinema e teatro.

Il numero di QT che riporta la recensione

Il numero di QT che riporta la recensione di Carlo Dogheria

Nadia scrive per QT-Questotrentino: ha una pagina tutta sua, argomento libero. Inoltre ha scritto molti racconti, in gran parte autobiografici, alcuni dei quali raggruppati nel suo primo libro “Io tinta di ariaâ”  che poi è l’anagramma del suo nome. Una raccolta che è stata definita come un romanzo a sua insaputa. Molti altri racconti sono stati pubblicati su QT,  perchè ha capito che piacciono molto quelli autobiografici. Solo che è stato ed è difficile concentrarli in 4000-5000 battute. Come ti capisco, Nadia!

Scatto alcune foto, mi offre un tè, no grazie, sto bene così. In realtà non voglio distrarmi dal nostro interloquire. Mi parla della sua famiglia, io le parlo della mia. Sembriamo vecchi amici che si siano incontrati dopo tanti anni, vecchi compagni di scuola. L’aggettivo vecchi – sia chiaro!- è solo riferito allo status di amici, studenti, non ad altro. Infatti Nadia è giovane e giovanile, nonostante il peso di cui la sorte le ha fatto carico. Giovanile quanto ad interessi, vivacità  di pensiero, le tante cose che fa. Giovanile anche se non sorride. Comprensibilissimo..

Sai, mi dice, vorrei vedere se riesco a traferirmi in città,  sarei più vicina a tanti amici. Vedremo se potrò esserti utile. Io o qualche amico (amici, farsi vivi con me, per favore! N.d.r.)

IMG_2710

Mirna Moretti, in rosso, di spalle, gestisce la presentazione-discussione di “Io tinta di aria” a Librinciontri-Cafè de la Paix, gennaio 2015

Che studi hai fatto, Nadia? Purtroppo non il classico, il mio rammarico. Quello che ho imparato lo devo ai libri che ho letto. E ti pare poco, aggiungo! Nadia, devi metterti maggiormente in contatto con Mirna Moretti la mia collega blogger Gran Lettrice! Anche perchè, come tu mi dici, ami i libri al  femminile ovvero scritti da donne o per la sensibilità  delle donne. Come Mirna. Nadia mi cita alcune sue autrici: Marguerite Yourcenar (Memorie di Adriano; Come l’acqua che scorre; Pellegrina e straniera); Natalia Ginzburg (Lessico familiare); Elena Ferrante; Lalla Romano; Alice Munro; Crista Wolf; Maria Messina (Gente che passa, Piccoli gorghi  Sellerio, 1940, Maria Messina malata della mia stessa malattia, ed io non lo sapevo. Mi parla dello splendido libro che sta leggendo di Magda Saba (La Porta) e di uno nuovo Storia di Iomeneo e altre metamorfosi di Santo Cerfeda, che poi è un amico che frequenta Librincontri: lo leggerò, grazie a te.

Nadia, mi permetto di suggerirti Suite francese di Irene Nemirowski, anzi, non lo comperare: voglio essere io a regalartelo, perchè poi verrai con noi alla riunione dell’ Accademia delle Muse per una discussione collegiale su questo bellissimo romanzo storico quasi autobiografico. D’accordo. Infatti ho già  parlato in tal senso a Cristina, la Presidente dell’Accademia e padrona di casa della sede, visto cha la sede è casa sua. E già  che ci sono ti inserisco nell’indirizzario e-mail degli Accademici.

Stefania Neonato al fortepiano

Stefania Neonato al fortepiano

Altri interessi, Nadia? Si, il teatro, il cinema, l’impegno sociale, la musica. La musica? Ma sai che la figlia di Mirna, Stefania Neonato è professoressa di pianoforte e di fortepiano? Fortepiano, mi chiede, me ne parli, Riccardo? Si, certo. Ecco. mi sono detto, ora farai una gran bella figura, “forte” tu stesso di quanto hai imparato da Stefania: costruzione in legno, la diversa sonorità  rispetto al pianoforte, il diverso andamento del suono che precipita  immediatamente per poi sfumare solo nella sua parte finale, la diversa (minore) corsa del tasto, la diversa (minore) forza di percussione. Nadia, devo fare in modo che tu ti incontri con Stefania, che comunque sul fortepiano potrebbe dirti qualcosa di più già  qui con un suo commento al post!

Sono passate due ore e mezza e non ce ne siamo accorti. Vorrà pur dire qualcosa! Nadia, verrò presto a ri-trovarti e ti porterò Suite francese.