IL TRENTINO CAMBIA (il) PASSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Marzo, 2015 @ 5:27 pm

Detto altrimenti: il 6 dicembre 2011 pubblicavo il mio primo post: “Il Trentino che vorrei”. Oggi, 1952 articoli dopo,  parlo del Turismo che vorrei …   (post n. 1953)

Post 1953, anno 1953 – De Gasperi viene “scaricato” dalla DC perché contrario ad un riavvicinamento alle destre ex fasciste. Enrico Mattei crea l’ENI.

Innanzi tutto, credo che sia chiarificatore l’intervento di apertura di Donatella Conzatti.

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th5O5AAY41Grazie, per aver scelto di essere con noi oggi! I nostri relatori ci condurranno, questa mattina, in un’analisi socio- antropologica dei cittadini trentini, considerati come singoli e nelle loro varie forme di aggregazione. Desidero quindi svolgere il mio compito di introduzione alla loro analisi, con una riflessione sulla forma partito più idonea a riaggregare le persone attorno ad una forte idea di futuro. Già a fine 2013, durante i lavoro di preparazione dell’evento CAMBIA PASSO 1, ci eravamo resi conto che il modello del “partito degli amministratori” non permetteva di colmare la distanza tra cittadini e palazzo e confermava invece la coincidenza tra potere/responsabilità di governo con quello delle scelte politiche. Così facendo si era, nei casi più estremi, tolta la politica dalle scelte amministrative oppure, contemperando la coincidenza tra governo e politica, si era però annullato il sano contraddittorio democratico all’interno dei partiti e la salutare capacità di pressione e controllo dei partiti rispetto alle scelte di governo. Serviva cambiare passo rispetto a questo assetto. Con l’obiettivo di:

  1. riavvicinare i cittadini alla politica partitica intesa come associazione in grado di far emergere modelli di sviluppo caratterizzati da valori di riferimento;
  2. ridare dignità ad un popolo al quale si riconosce la capacità di influenza dominante, per il tramite della mediazione all’interno dei partiti, sulle scelte di governo ed amministrative;
  3. rendere un popolo consapevole della propria facoltà di controllo;
  4. rendere un popolo responsabile del proprio ruolo di energia costruttiva.

La realtà con la quale oggi abbiamo a che fare ci regala invece un popolo che, privato della capacità di influenza si ritira negli estremismi, nel rancore e nell’opposizione anche violenta, come la manifestazione fascioleghista di Piazza del popolo di una settimana fa ci conferma. Per svolgere il nostro ruolo di partito utile nel tempo, attuale ed innovativo nel messaggio, ribadiamo che per noi i livelli di azione non possono essere solo due: cittadini – palazzo ma tre, cittadini – partiti – palazzo. Abbiamo riaffermato la forza costruttiva dirompente dei polmoni intermedi: i partiti. E con ciò mettendo in discussione il modello leaderista che prima con Berlusconi ed ora con Renzi, Grillo e Salvini domina a livello nazionale. Un modello maschile e verticista che attribuisce al popolo il ruolo passivo limitato di un like/mi piace o al più di un ragionamento chiuso in un tweet di 140 caratteri. Quindi, per riavvicinare i cittadini alla politica, il partito ha attivato tavole rotonde territoriali aperte, in cui esperti del settore e cittadini potevano confrontarsi con l’obiettivo di conoscere, creare massa critica, abitudine al libero arbitrio, capacità di autovalutazione delle proposte. Per ripristinare l’abitudine del partito ad essere lobby d’influenza e di controllo delle scelte di governo, abbiamo creato dei laboratori tematici permanenti, come quelli in cui si dibatterà oggi pomeriggio.

Spazi, nei quali fare emergere idee evolutive mettendo a confronto mondi, punti di vista e competenze diverse. Con l’obiettivo non solo di migliorare il modello esistente ma di elaborare un nuovo e migliore modello da suggerire alle istituzioni. Il lavoro è impegnativo e contrastato.

Da una parte, il partito semina libero arbitrio, insinua il dubbio che l’autonomia senza autoresponsabilizzazione sia un concetto astratto. Affermando per contro con decisione che Autonomia è in primis, rendersi autonomi, nel pensiero, economicamente, nelle libertà di scelta. E quindi prima di riscrivere giuridicamente il III° Statuto dell’autonomia diciamoci che per riscrivere la costituzione di un popolo, quest’ultimo deve percepirsi come tale e quindi parte propulsiva di un progetto di ridefinizione delle proprie regole di convivenza.

Dall’altra, il sistema consolidato lavora per ripristinare la comoda sensazione di un popolo, che la sicurezza e la rassicurazione possano essere garantiti da un soggetto diverso ed esterno da ciascuno di noi. Il messaggio del “sta tranquillo ci penso io”. Diciamoci la verità: non è più il tempo per stare tranquilli. Perché la capacità del tessuto economico di sostenere un territorio si sta indebolendo, la coesione sociale si sfibra e la capacità delle persone di fare comunità lascia spazio all’individualismo e il territorio non riesce più a garantire opportunità ai giovani, specialmente quelli più qualificati, che si trovano a concorrere in Trentino per un posto da operatore ecologico!

La necessità di rivitalizzare un territorio si scontra, anche politicamente, con la necessità di troppo pochi di automantenersi nei propri ruoli. Uno scontro che genera conflitti profondi, tra generazioni, tra generi, tra innovatori e conservatori. Uno scontro quotidiano che negli ultimi mesi viene plasticamente rappresentato sui quotidiani locali.

Ma attenzione, sono proprio coloro che si pongono ora come “salvatori della patria” i primi a creare i presupposti per evitare di accompagnare l’evoluzione, ma anzi ad alimentare un conflitto che permette loro di rinforzarsi nel ruolo, salvifico e paternalista. Una spirale negativa che lascia nel contempo non solo una generazione ma anche un territorio privo di nuove opportunità per rilanciare se stesso.

C’è di che essere delusi? Forse si! Ma senza mai lasciare spazio alla rassegnazione e al pessimismo. La voglia di futuro prevale. L’energia generativa non si ferma, trova solo altre vie.

La resilienza (la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà) è una qualità che proviamo a trasmettere in modo virale ad una generazione con l’esempio quotidiano.

Perchè la parola suona, ma l’esempio tuona!!

Questa testimonianza vuole essere una traccia viva, utile affinchè il giornalista Piergiorgio Cattani ci guidi nella analisi – anche critica – del Sistema di potere in Trentino, il Prof. Luca Mori ci conduca nella Sua riflessione sul conflitto generativo in politica e affinchè il Prof. Delai ci aiuti a comprendere come la saldatura popolo – (partiti) – palazzo sia indispensabile per la riscrittura del Terzo Statuto dell’Autonomia. Parlando di resilienza e di opportunità di un territorio ascolteremo le esperienze di chi in Trentino è nato e cresciuto ma che ha dovuto costruire altrove la propria fortuna e missione. Ascolteremo i suggerimenti che vorranno dare a noi, noi che desideriamo trovare la nostra missione qui. Buon lavoro a tutti. E proprio perché è la vigilia della Giornata internazionale della donna, a tutte soprattutto alle amiche “resilienti”.

Finisce.

Salto l’ampio dibattito, salvo poi riportare separatamente in post successivi, singoli interventi. Espongo qui due interventi “tecnici”, il mio e quello di Giuseppe Panizza.

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Prendo lo spunto del convegno odierno dell’ UPT, Unione per il Trentino, dal Titolo “Il Trentino cambia passo” e pubblico due interventi in materia di turismo: il mio e quello di Giuseppe Panizza.

Il mio intervento

Buongiorno. Avviso che da questa sera stessa troverete il testo del mio intervento sul mio blog www.trentoblog.it/riccardolucatti alla voce “Il Trentino cambia passo” e che ne chiederò la pubblicazione sul sito dell’organizzatore UPT. Ho qui i biglietti con il riferimento preciso.

Innanzi tutto espongo brevemente i concetti di fondo che dovrebbero stare alla base dei ragionamenti in materia di management, anche turistico.

  1. Non “migliorare l’attuale turismo Trentino” bensì realizzare “il migliore turismo Trentino in assoluto”.
  2. Autonomia trentina anche nel turismo, come “carattere” ovvero capacità creativa originaria.
  3. Managerialità nel turismo. Il mercato del turismo si muove: occorre trasformare una necessità in una opportunità.
  4. Non più autoreferenzialità.
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    Comunicazione, communis actio, azione comune

    Non dobbiamo avere paura di avere idee, di proporle e di provare a realizzarle. Forse perché non abbiamo idee nuove o temiamo di dire cose scontate o irrealizzabili, troppo spesso andiamo a rimorchio dell’esistente. E anche quando abbiamo un’idea nuova, spesso – per nostra incapacità o pigrizia o per timore che poi non sia finanziata – non la organizziamo fino a farla diventare un vero e proprio progetto. Quindi, innanzi tutto dobbiamo avere idee nuove e trasformarle quanto meno in pre-progetto credibile e quindi potenzialmente finanziabile dal pubblico e dal privato. Basta con gli ammiccamenti o con dichiarazioni distratte e superficiali che non sanno andare oltre una generica affermazione di intenti.

  6. Diamo sempre centralità ad ogni idea-problema anche se poi non siano in grado di dare subito la stessa centralità anche a tutte le loro soluzioni.
  7. Non accettiamo più l’ atteggiamento mentale di chi vuole far concentrare l’attenzione sul “suo” problema come se fosse l’unico, rifiutando di inserirlo all’interno della graduatoria delle priorità.
  8. Anche se poi si è costretti dalla limitatezza dei mezzi a fare scelte di priorità, non abbandoniamo mai la visione d’insieme di tutti i problemi e la revisione permanente del loro ordine di priorità.
  9. Il punto principale non è tassa di soggiorno si/no, detassazioni varie si/no, acquisto di spazi pubblicitari si/no, bensì il marketing di prodotto, ovvero il perfezionamento dei prodotti turistici già offerti; la creazione di nuovi; l’offerta del tutto alla clientela in modo efficace.

 Entro ora nel vivo della mia esposizione articolata  su tre punti:

  1.  Alcuni nuovi prodotti turistici
  2. Gestione, finanziamento, promozione
  3. Due progetti concreti e attuali:  lago, monti

1 – Alcuni nuovi prodotti turistici

 1 –Le molte reti trentine non ancora del tutto attivate e vendite come tali

  • th9JTRJ4W3Arte: affreschi dei Baschenis; Chiese (che vanno censite e “vendute”- si veda la splendida chiesa dell’Immacolata di Riva del Garda, inspiegabilmente non venduta con regolarità – v. carenza dell’impianto di illuminazione!);
  • Agriturismo: malghe anche in quota;
  • Natura: i canyon;
  • Storia: i castelli;
  • Piste ciclabili. Valorizziamo l’azione delle nostre associazioni (FIAB; UISP, etc.). Occorre gestire unitariamente il nostro sistema di piste ciclabili, uniformando e completando la segnaletica, la rete dei bicigrill, il raccordo con il sistema bolzanino e veneto. Occorre completare al più presto i collegamenti fra le varie piste (Valle dell’Adige, Valle dei Laghi, Valsugana) evitando che tutto si riduca a ditte di fuori regione che vengono a far business sulle piste create e manutenzionate con le nostre risorse: Trento BikeCity,  Trentino BikeLand!
  • Scuole Superiori Trentine: Mountain Bike; Volo a Vela; Parapendio; Elicotterismo da Montagna; Sci di Fondo; Alpinismo; Sci alpinismo; Escursionismo; Soccorso Alpino; Cultura Amatoriale Agricola dell’Orto e della Vigna (presso agritur), etc..
  • Eventi culturali: i Musei-Biblioteche devono diventare un tutt’uno come era in Alessandria d’Egitto nel terzo secolo a. C. (sistema culturale che meriterebbe un approfondimento specifico che mi riservo di fare in altra sede). E poi, mostre, circoli privati, concerti e associazioni private onlus (Associazione Amici della Musica Riva del Garda, Giardino delle Arti Trento), iniziative di circoli culturali privati … tutto in rete! Occorre incentivare, organizzare, cofinanziare e dare centralità a questo importante “motore di turismo”.
  • Il turismo dei centri storici. Per ogni città e paese occorre cercare di vendere il centro storico di ogni città e paese come se fosse una città murata: bandiere storiche alle porte: partiamo da lì!
  • fe04f470f38352e4b035616d07823ae2[1]I dislivelli, una risorsa non solo in inverno. Tuttavia occorre andare verso la “Trento 2000” sia con il collegamento funiviario al Bondone oppure con quello assai più semplice da realizzare Zambana Vecchia-Fai, con quel che segue …! In Austria esiste già una rete di ben 17 funivie che portano in quota i ciclo – escursionisti e i camminatori per farli planare su di una rete di 660 km di piste ciclo pedonali (Progetto, ormai realizzato, denominato “Tirol Mountain Bike Safari”: si veda l’ultimo numero di BC-La rivista della FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, anno 4, n. 5 di settembre-ottobre 2014, alle pagine 36-3). O vogliamo aspettare che Bolzano, dopo la Dobbiaco-Lienz, attivi il Giro dei Passi per le biciclette?
  • Mobilità e sosta delle auto dei turisti e dei residenti. Quando per otto anni ero a capo della APM di Riva del Garda proposi una tessera unica della sosta per l’intera Regione. Partecipava alle riunioni anche Bolzano, che sta attuando un progetto provinciale. E noi? Tutto si è fermato ad una lettera-indagine che riuscii a far inviare ai Comuni dall’assessore provinciale competente. E poi, tariffe TIR differenziate per fasce orarie sull’A222. Prenotazione dei posti sosta per i pullman turistici come a Siena.

 2 – Gestione, finanziamento, promozione

  1. Quanto alla gestione. Si potrebbero creare nuove cooperative (giovanili) il cui start up fosse finanziato dal settore pubblico e da quello alberghiero, per l’organizzazione, la gestione e la vendita dei nuovi prodotti turistici.
  2. Quanto al finanziamento. Si potrebbero ricercare Main Sponsor Privati Cofinanziatori di parti del territorio o di singole iniziative di offerta turistica, come a suo tempo fu la famiglia Agnelli per la stazione sciistica del Colle del Sestriere, ad esempio per la sponsorizzazione di componenti culturali o prodotti/progetti turistici.
  3. Quanto a Trentino Marketing SpA, essa dovrebbe cambiare molto e
    1. ridefinire il rapporto con le varie APT;
    2. promuovere le leggi eventualmente necessarie alla realizzare gli obiettivi sopra elencati;
    3. realizzare un’unica piattaforma informativa ovvero un’unica banca dati di tutte le manifestazioni offerte (concerti, eventi letterari, eventi sportivi, eventi culturali in genere, sagre, mostre, etc.) alimentabile on line da tutti i soggetti a ciò formalmente accreditati e consultabile on line da chiunque attraverso computer, tablet, telefonino, etc. potendosene estrarre i dati secondo qualsiasi combinazione: ad esempio, quali concerti si tangano in certi orari in una determinata località o quali chiese siano visitabili in quel pomeriggio in tutta la provincia, etc..

 3 – Due progetti concreti e attuali: lago, monti

Neve fra le vele

Anche in inverno: così destagionalizziamo!

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A – Lago di Garda: 1) Scuola Superiore di Perfezionamento Velico Classe Crociera, a metà concettualmente e geograficamente fra i Glemans francesi e la italiana Caprera – 2) Mostra Mercato permanente del naviglio minore a vela. 3) Film Festival Internazionale della Navigazione a Vela (sarebbe un unicum in Europa e nel mondo) di cui ho già disponibile un primo ben strutturato dossier. Il tutto pre-ricercando un importante 4) Main sponsor di area che contribuisca a dare alla zona una valenza internazionale anche oltre quella che ha già per le regate veliche e la fiera delle scarpe.

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 B – Montagna: leggo il 28 febbraio e il 3 marzo sul Corriere che la Provincia vuole investire sui sistemi delle stazioni sciistiche, e mi sta bene. Solo che a mio avviso l’operazione di razionalizzazione e finanziamento non potrebbe essere mirata soprattutto o esclusivamente ad accorpare le diverse società “partecipate e trentine”, quanto bensì anche ad intervenire sulla loro strutturazione societaria e operativa in bacini funzionali omogenei indipendentemente dalla loro natura pubblica, privata o trentina.

 E allora parliamo delle stazioni sciistiche trentine. Quelle “basse” e quelle “alte”. La crisi di neve ed economica della clientela invernale rischia di compromettere l’equilibrio economico di quelle “basse”. Ed allora investiamo la clientela “estiva” degli impianti: ciclisti e pedoni “da discesa” soprattutto sulle stazioni “basse”, e valorizziamo al massimo le potenzialità invernali di quelle “alte”: in particolare del Passo del Tonale – Ponte di Legno.

 Infatti il  2014 è stato l’anno più caldo degli ultimi 150 anni, ed allora … il Trentino non cambia solo passo: il Trentino deve anche cambiare il Passo … quello del Tonale – Ponte di Legno!

thTRU73YOTCirca 25 anni fa io stesso, in qualità di Direttore dell’ ISA presieduta da Bruno Kessler ero stato da lui nominato Presidente delle nostre due società impiantistiche del Passo (Sirt e Grandi Funivie Passo Paradiso). In tale veste – sviluppando l’ennesima intuizione di Bruno Kessler – realizzai la prima fase del salvataggio e rilancio del turismo invernale del Passo, riunificando le nostre società, costituendo l’attuale Carosello Tonale SpA, alleggerendone l’indebitamento e cedendola agli operatori della zona per una gestione “locale”. Quindi 1) meno debiti; 2) riunificazione; 3) gestione locale.

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Giuseppe Panizza

Subito dopo una persona qui presente che mi piacerebbe che prendesse la parola dopo di me, titolare di un Hotel al Tonale, maestro di sci, Istruttore e allenatore nazionale (Marc Girardelli!), già Presidente della Carosello e AD della Paradiso, istruttore di istruttori, attuale consulente di numerose stazioni sciistiche lombarde fra le quali Foppolo –  parlo di Giuseppe Panizza - si fece carico di realizzare con successo la seconda fase del rilancio, realizzando ulteriori accorpamenti, investimenti e sinergie gestionali.

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Presena: impianti a 3000 m., cima a 3068)

Oggi a mio avviso dobbiamo tutti ascoltare la sua idea per la terza fase di sviluppo dell’area: riunificare le tre attuali società funiviarie del passo. Ascoltiamo Giuseppe Panizza, perché dobbiamo trasformare una nostra comune idea antica ma attuale in un progetto. Le persone che possono gestire “in loco” questo progetto ci sono. I termini del progetto sono i seguenti: riunificare le tre attuali società impiantistiche, razionalizzare e investimenti e gestione, ridurre i costi, aumentare la potenzialità di attrazione dell’intera area, porre le basi per finanziamenti europei interregionali Lombardia-Trentino. Il tutto magari attraverso un’unica Società, magari  in Accomandita per Azioni nella quale agli Azionisti di maggioranza sia ovviamente lasciata la maggioranza dei dividendi, e agli Azionisti di minoranza – locali – sia lasciata la gestione. Ecco perché chiedo agli organizzatori di chiamare a parlare Giuseppe Panizza.

Rovereto, 7 marzo 2015 – Riccardo Lucatti

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 Intervento di Giuseppe Panizza

Buongiorno a tutti. Innanzi tutto, nel ricordo di Bruno Kessler, ringrazio l’amico Riccardo,  socio promotore e fondatore della “Carosello Tonale SpA” e ideatore anche del nome stesso della società,  per avermi coinvolto in questa iniziativa e avermi dato modo di esporre le mie idee sulla gestione unificata ed unitaria delle società di impianti funiviari del Passo del Tonale – Ponte di Legno. Innanzi tutto alcuni dati:

  1. Dislivelli: da 3000 m. del Presena ai 1.200 di Temù;
  2. Posti letto: Ponte di Legno, Temù, 20.000 – Al Passo: 5000;
  3. Società impiantistiche:
    • Carosello Tonale, a maggioranza di capitale pubblico trentino, fatturato circa 6,5 milioni, bilancio in sostanziale pareggio;
    • Sit, a maggioranza di capitale pubblico Lombardo, fatturato circa 7 milioni, utile circa 0,5 milioni grazie al contributo di ricavi delle sue attuali centraline idroelettriche (+1,8 milioni), in procinto di attivarne una ulteriore;
    • Sinval, privata, fatturato 2- 2,5 milioni.

Un esempio negativo delle “gestioni separate” delle diverse società: la Carosello sta realizzando il secondo tronco della funivia che sale al ghiacciaio: dal Passo Paradiso (m. 2.550) alla base della Cima Presena (m. 3000 m.). Ciò raddoppierà gli incassi degli impianti attuali (seggiovia+ancore) ma potrebbe indurre la SIT a progettare ulteriori impianti  per cercare di pareggiare l’aumento degli incassi altrui. Il che – se realizzato all’interno di una pianificazione con coordinata – sarebbe una improduttiva e antieconomica rincorsa verso una concorrenza interna al sistema.

L’alternativa è riunificare le tre società. Ciò consentirà di:

  1. th[10]Trasformare una dannosa e non produttiva concorrenza interna in una concorrenza esterna, ovvero in una concorrenza nei confronti delle altre stazioni sciistiche;
  2. elevare di molto lo standard del comprensorio Passo del Tonale – Ponte di Legno;
  3. unire la funzionalità e attrattività delle nostre altitudini alla potenzialità d’utenza e finanziaria lombarda;
  4. creare una sinergia funzionale interna consentendo di concentrare energie e risorse sul  collegamento a monte Valbiolo –  Bleis;
  5. dotare la parte terminale inferiore della pista “Alpino” di una deviazione verso destra, verso la stazione intermedia della cabinovia che Sale da Ponte di Legno, la cui potenzialità va aumentata;
  6. riattivare la Seggiovia Alveo Presena;
  7. ottenere forti risparmi gestionali;
  8. accedere a contributi interregionali;
  9. aumentare l’impiego di manodopera locale;
  10. generare utili da destinare a dividendi e a investimenti.

CONCLUDO. Io sono assolutamente documentato rispetto a ciò che sto affermando ed inoltre credo fermamente che in loco vi siamo le persone adatte a farsi carico della trasformazione di questa idea in progetto e del progetto in una realtà e da questa sede propongo che la politica di faccia carico di dare il suo imprimatur ad una iniziativa che trasformerà il turismo del Passo del Tonale – Ponte di Legno in un turismo di primissimo livello in ambito internazionale. Infatti mentre tanto di parla di Europa, Euregio, Comunità di Valle …. perchè non attivare un progetto transfrontaliero biprovinciale fra Trento e Brescia? Ne avremmo tutti da guadagnare. Ai miei concittadini trentini ad alla politica trentina dico: l’alleanza con i Lombardi non è da temere, è da ricercare!

Rovereto, 7 marzo 2015  – Giuseppe Panizza