DONATELLA CONZATTI: FESTA DELLA DONNA 2015, 8 MARZO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Marzo, 2015 @ 7:02 am

Detto altrimenti: come onorare – e uso questo termine senza alcuna ironia – questa ricorrenza?     (post 1954)

 Post 1954, anno 1954 – 3 gennaio: arriva la TV nelle case degli Italiani!

thGU8JY1BJMe lo stavo chiedendo da tempo. Come onorare, celebrare, sottolineare degnamente  questa ricorrenza, senza cadere nell’ovvio, nello sdolcinato, nello scontato. Dicono che a me le idee non mancano, che ho la penna  (ops .. la tastiera!) facile, ma tant’è … ero un po’ in crisi. Capita anche nelle migliori famiglie. Ed ecco che ieri, durante un convegno, improvvisamente, la soluzione: un’amica, Donatella Conzatti, segretaria di un partito politico, l’ UPT- Unione per il Trentino, ha chiuso i lavori con una relazione che ha risolto il mio problema e che vi trascrivo qui di seguito.

th5O5AAY41(Il convegno? Si è trattato de “Il Trentino cambia passo” presso il Polo Tecnologico di Rovereto, lavori ai quali ho partecipato io stesso (v. post precedente) perché – da uomo d’azienda qual sono – si è  lavorato sui “contenuti” e non sui “contenitori”; si è discusso delle “politiche della vita civile” e non della “politica”; si è riflettuto sul “da farsi” e non sul “da dirsi”. Ma veniamo alla celebrazione della Festa della Donna. Ecco l’intervento di chiusura di Donna (“Domina” … dal latino) Donatella:

 Inizia (le foto sono inserimenti miei)

La società trentina presenta alcuni elementi peculiari che la contraddistinguono rispetto ai territori limitrofi. Ovviamente non siamo un’isola e il quadro generale determina per certi versi anche la nostra situazione. Tuttavia, a mio avviso, permane una nostra specificità dovuta ad alcuni fattori.

In primo luogo, come evidente, l’autonomia speciale, tradotta in decenni di autogoverno e fornita di una cospicua dote finanziaria.

Poi, un tessuto sociale non ancora sfibrato, come invece accade in altre regioni italiane: dal volontariato all’associazionismo, dai cori alle società sportive, penso che tutti noi siamo impegnati in qualche modo in attività comunitarie che superano le logiche individuali. Questo assetto “comunitario” si ritrova – e trae origine – nelle antiche consuetudini che prevedevano la gestione collettiva di alcuni beni, come testimoniano gli usi civici, la cura e lo sfruttamento delle foreste e così via. Il Trentino è la terra dei consorzi e delle cooperative, testimonianza di quanto il “fare insieme” produca un vantaggio e un benessere per tutti.

In terzo luogo, soprattutto in questi ultimi lustri, la nostra provincia ha cercato di rispondere alle sfide della globalizzazione puntando sull’innovazione e sulla cultura. L’università, i centri di ricerca, i musei, le biblioteche sparse sul territorio, piccole associazioni che però sono decisive per la formazione continua, rendono il Trentino una felice anomalia.

Tuttavia esiste anche il rovescio della medaglia. Recenti studi, come quello dell’Irvapp guidato dal professor Schizzerotto – già citato da Cattani questa mattina -, descrivono una società bloccata il cui l’immobilismo prevale su qualsiasi spinta innovativa.

L’idea che mi sono fatta avendo modo di leggere il Trentino da un’angolatura provinciale con conoscenza abbastanza dettagliata di molti territori è che le linee di sviluppo tracciate che si basano:

  • – sulla nostra specialità,
  • – sull’assetto comunitario della società,
  • – sulla scelta di puntare su ricerca, innovazione e formazione continua,
  • – sull’attenzione ad un welfare d’eccellenza,
  • – sulla cura del paesaggio e
  • – sulla spinta verso lo sviluppo economico, per creare occupazione

Anche qualora si volesse ulteriormente cercare direttrici innovative, basta alzare lo sguardo verso le best practice internazionali oppure verso gli studi d’avanguardia come – ad esempio – il Progetto di ricerca “Italy 2030” condotto alla Kennedy School of Government della Harvard University. Potrei quindi oggi condurvi in un ragionamento che tocchi i punti più salienti di questo studio. Farei probabilmente un buon compito (anche dicendo dose nuove, come piace al Trentino benpensante) ma non vi direi la verità. La verità dal mio punto di vista s’intende.

Perché io vedo che il VERO problema stia in realtà nella SCARSA propensione all’intraprendenza, al coraggio ed nella scarsa voglia di evoluzione. Vedo come alla radice di questo immobilismo ci sia il carattere di un popolo.

Vedo quindi un problema sociale ed antropologico più che delle DIRETTRICI DI SVILUPPO che invece, reputo corrette, MA NON SUFFICIENTEMENTE ALIMENTATE DALL’ENERGIA DELLE NOSTRE COMUNITA’ E DELLE NOSTRE PERSONE.

Credo quindi di essere utile alla nostra riflessione descrivendovi ciò che ho vissuto e raccontandovi alcuni aneddoti del mio ultimo anno da segretaria politica.

… sorridono perché gli amici sanno che dico quello che penso e temono che questo mio prossimo intervento non sia sufficientemente “moderato” … sanno che il messaggio più vero e forte che vorrei gridare al trentino è “giù dai divani“!!

Ma non si può, dai magari qualcuno capisce … che in realtà vuoi dire “iniziate a pensare con la vostra testa“!! Poi magari dai fastidio a qualcuno e non ti arriva più il posto in PAT per il figlio. Ma perché mai dovremmo pensare che sia qualcuno a trovarci il posto?? Ma soprattutto perché mai dovremmo immaginare di sognare un posto in PAT?? In Trentino dobbiamo iniziare a sognare di poter essere liberi pensatori, liberi di intraprendere, liberi di sbagliare, liberi di dire. Liberi di fare anche vignette! Tè non avremo mica paura che ci arrivi il commando e si debba mettere su FB je suis charlie.

Anche perché su FB ci troviamo già il nostrano je suis Robòl, sottotitolato “quando la realtà supera la violenza e l’immaginazione”. Perché la violenza verbale e lo stolking in Trentino quasi emula i commando che hanno lasciato nello sgomento Parigi e tutti noi!!

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Il fiore? La mimosa! – Il cielo? Quello  del Trentino!

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Ma questa verità solo le donne sono capaci di dirla. Eh si, le donne! Quelle che domani festeggiano la propria Giornata Internazionale. Le donne, quelle che in Trentino si mobilitano per chiedere la doppia preferenza di genere nella totale indifferenza dell’altro genere, quelle che si laureano in maggior numero e meglio degli uomini, quelle che nell’avanzamento di carriera spariscono, quelle che se fanno politica e la fanno dura sono  “Donne catìve“, quelle che – se si rendono intraprendenti nei partiti tradizionalisti – vengono descritte come pericolose per il partito che rischia di divenire “il partito della patata”!!

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“Patata”?? Ebbene sì, proprio testuale e nessun riferimento al tubero! Anche i più giovani dei tradizionalisti se ne accorgono e sussurrano “ma non è che sia una affermazione sessista?” ed altri rassicurano:  “Ma no, dai il boss ha fatto la battuta“. E io che penso “hai voglia a fare riunioni del forum parità“!! Eh, perché … dai … qui – in Trentino – il messaggio subliminale privo di edulcorazioni è: che la tasa, la piasa e la staga a casa“. E invece. E invece si prendono i partiti!! E tutti a dire “Tanto no la rege“. Per forza pur di farti fuori se ne stanno fermi immobili sui divani per mesi, pensando Prima o dopo la se straca“! E invece no. La donna che ha preso il partito, fa accordi politici. Propone agli alleati di fare le primarie – pericolosisssimo strumento di democrazia diretta che può sconvolgere persino lo status quo (lo status quo ante, per dirla con precisione!).

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E allora, a tre mesi dalle elezioni amministrative, si svegliano e scendono dai divani! Armati di paternalismo ti piombano nel bel mezzo delle trattative delle amministrative – proprio mentre la pressione è massima nel gestire i carissimi amici di coalizione, sia quelli di stampo hooligans che quelli stile soviet – e ti scrivono. (Te lo scrivono. Perché parlare, no. Per prima cosa perché si dà il senso di riconoscere l’altro – l’altra – e poi perchè non è probabilmente una modalità che può caratterizzare l’epoca del neo-umanesimo democratico). Bene. Comunque ti scrivono. Ti scrivono una mail alle 8.30 del mattino da discutere nella riunione che si apre nella successiva mezz’ora. Dove si legge:

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La stessa “chiarezza” delle “grida” manzoniane lette al povero Renzo dall’Avvocato Azzeccagarbugli …

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“… inoltre, alimenta l’industriosa attitudine di chi abita la marca confinaria e le terre alte a regolamentare e manutenere le dimensioni materiali e spirituali del proprio spazio civico… (e ancora) quello spazio, infine, che nel tempo si è fatto telaio per la trama di una vicenda storica ed istituzionale intessuta in un modo asssssssolutamente originale rispetto al più ampio farsi dei disegni nazionali e del continente europeo“…

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E ti chiedi sommessamente: ma se devo rileggerla tre volte io, io con una laurea, un master di secondo livello, un esame di stato per l’abilitazione alla professione e il patafel di mediatore presso la CCIAA … quante volte devono leggerla i popolari? Ah vabbè giusto ma sono una donna e non sono un intellettuale. Ah vabbè giusto ma sono una donna e non sono un intellettuale.

Evviva la politica popolareeeeeee!!! O forse democratica? Popolare-democratica, democraticapopolare…(…) Vedremo cosa conviene. Intanto popolare. La politica vicino alle persone, quella che intercetta i bisogni reali, quella che sta in ascolto. Ah sì, quella che sta talmente in ascolto che la povera Rovereto…..vabbè non si può dire.

Li, anzi qui, la vicenda è presto raccontata. È come quando sei sposato e perdi la testa per un’altra (cosa che alle donne non succede in Trentino!!) ma scegli di stare con la moglie ufficiale. La coalizione. La coalizione il bene comune! Bene bene. “Bande armate” e tattiche da gioco degli scacchi della domenica pomeriggio (muovo il cavallo, sposto l’alfiere e scacco matto!) scacco matto agli amici delle coalizione, che si disintegrano, ma pazienza è un “bene comune”.

Un bene talmente comune, di uso comune si intende, che chiunque può alzarsi e dire beh questi PATTini, UPTini e PDini sono tutti dei PINGuini: inadeguati, dallo sguardo corto, privi di sogno, litigiosi… e lo si ripete talmente tante volte da convincersene e da materializzare la magia: i salvatori. Quelli glocali, locali e globali. Gli stessi “assssssolutamente originali” citati prima!!

E poi vai per strada e inciampi nelle vetrine chiuse, vai in Studio (di commercialista, n.d.r.) e trovi clienti in lacrime perché non riescono a pagare gli F24. Vai alla Caritas dove sei ben felice che accolgano gli extracomunitari ma ti trovi molti dei tuoi. Spulci i concorsi per netturbino e ci rovi moltissimi laureati. Vai fuori da un liceo e origli una conversazione “L’ho lasciato. Ma non gliel’ho ancora detto perché il cellulare non aveva campo“. Relazioni d’oggi.

Bene signori. Noi siamo qui per fare la nostra parte. Concretamente. Cosa? Sussurrano che siamo troppo dorotei? Fossimo nati trent’anni prima forse. Ora siamo solo figli del nostro tempo che vogliono costruire il futuro del Trentino!! Le linee di indirizzo politico, il messaggio originale emerso oggi, caratterizzano in termini forti nostro partito: territoriale in primis e da terza via per quanto riguarda lo spazio politico.

Finchè ci sarà caratterizzazione del messaggio, persone che lo tengono vivo e lo fanno evolvere e un popolo che vi si riconosce, possiamo affermare certezza che il vero atto di coraggio sia quello di continuare sulla nostra rotta.

 Finisce

Brava Donatella! Buon 8 marzo, auguri sinceri a te e a tutte le Donne-Dominae!