I FUNERALI DEL PADRINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2015 @ 6:38 am

Detto altrimenti: una visione aziendale del fatto … anzi, del fattaccio    (post 2109)

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Vittorio Casamonica, a capo di una “famiglia” che ha “conquistato” Roma. Funerali stile capomafia, anzi, “da” capomafia! Carro funebre con sei cavalli neri, elicottero che spande petali di rosa sul corteo, Rolls Royce, manifesti “papali”, corteo di 200 auto … musica del film! Tutte le autorità sapevano. Nessuna è intervenuta. Lo scandalo fa il giro del mondo. Povera Italia!

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Mi voglio soffermare su un aspetto, su quel “tutti sapevano”. Tutti: magistratura, prefettura, carabinieri, polizia, polizia locale. Ma nessuno ha “dato l’ordine”. Ecco il punto. Tutti efficienti, nessuno efficace. Tutti presenti, nessuno responsabile perché “è mancato l’odine espresso”, è mancato il coordinamento. Della serie: ai bassi livelli “non ho istruzioni in merito, quindi non intervengo”; agli alti livelli “con tanti che siamo devo prendermi proprio io questa responsabilità? E chimmoffafà?”

Efficienza: io sono in servizio, ho timbrato il cartellino, attendo ordini che sono pronto ad eseguire. Se poi manca il risultato, mica è colpa mia! Efficacia: devo essere efficace, devo fare in modo che si raggiunga il risultato, altrimenti è inutile che io sia efficiente.

Ora il Prefetto si sente autorizzato a chiedere spiegazioni e giustificazioni a tutte le forze dell’ordine. Ieri lo stesso Prefetto non si era sentito obbligato di organizzare in anticipo e quindi di gestire ex ante il necessario coordinamento. Oggi – a buoi scappati dalla stalla – ha “il potere di”; ieri non si è fatto carico della “responsabilità di”.

Potere e responsabilità. Come è comodo tenere separate queste due attribuzioni! Io il potere, altri la responsabilità. Succede anche nelle SpA, anche in quelle piccole. Infatti vi sono due modelli gestionali:

Il primo, quello giusto: prevede delega di potere e responsabilità ai dipendenti: ognuno si deve sentire proprietario della “fetta di SpA” affidatagli. Deve prevenire, deve fare di ogni sua iniziativa un intervento “seriale”, ovvero deve fare in modo che ogni singolo inconveniente sia prevenuto e/o superato a livello di tutta la SpA. Opera senza attendere ordini, di sua iniziativa. Il risultato è che il dipendente è motivato e la SpA funziona molto meglio.

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Il secondo, quello deleterio: “Tu operi solo dietro mio ordine espresso di volta in volta. Non assumere alcuna iniziativa”. Il risultato è che il dipendente è demotivato e la Spa va male. Se il capo è assente o se gli sfugge qualcosa, sono guai. Tuttavia egli può sempre rimediare e salvare se stesso, seguendo lo schema qui a fianco.

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La motivazione del personale dipendente: il principale fattore della produzione, ben più importante del capitale e del semplice “lavoro senza motivazione”: un capo che non motiva i propri dipendenti deve essere licenziato. Quando arriveremo a capire questa semplice regoletta della gestione aziendale?

Appendice

Mi telefona un amico che ha letto il commento (favorevole al funerale!) di Giuliano Ferrara sul Foglio  e mi dice che dopo tutto, non vede quali leggi sarebbero state violate. Rispondo: uei, raga, ma scherziamo? Ci siamo dimenticati che non è lecito agire contro l’ordine pubblico, il buon costume ed il comune senso del pudore? E poi, dall’insieme della sceneggiata miliardaria, roba da mafia siciliana anni ’50, emerge chiaramente un incitamento a delinquere. Può bastare, credo.

The day after ore 07,25

La radio dice che si sta punendo l’elicotterista e – forse – anche un carabiniere ed un poliziotto i quali non avrebbero avvisato i propri superiori del fatto che … Io mi permetto di sottoporre alle lettrici ed ai lettori una sottolineatura: mi pare che si “giri intorno al problema”: a Napoli dicono “o pesce fete da capa”, il pesce inizia a puzzare dalla testa … Ritorno nella chiave aziendale di cui sopra: se quando io ero a capo di SpA, una cavolata del genere fosse stata fatta da uno dei miei dipendenti, i miei azionisti se la sarebbero presa innanzi tutto con me. Mi avrebbero detto: “Noi la paghiamo perchè cose di questo genere non succedano”.

Una class action?

Sono Italiano. L’Italia è anche mia. Da ciò che è successo mi sento offeso e danneggiato due volte: la prima, per ciò che è successo. La seconda, perchè si è permesso che succedesse. Offeso e danneggiato come persona. A chi chiedo i danni?

Una questione di soldi

Quanto è costato ai Casamonica questo “scherzo”? Hanno redditi leciti e denunciati che siano congrui con questo stile di vita? E a me, anzi, a ciascun contribuente italiano, quanto costa il dispiego di forze dell’ordine, di funzionari, prefetti, sindaci, ministri etc. per porre una pezza al fattaccio?

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