DEMOCRAZIA VIOLATA (prima puntata)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Agosto, 2015 @ 6:59 am

Detto  altrimenti: sostanzialmente violata …    (post 2116)

In tanti ambienti:  associazioni, condominii, onlus, partiti politici, etc … spesso è previsto il voto per delega. Ciò comporta da parte del delegante la rinuncia ad ascoltare ciò che si dibatte in aula; la rinuncia  a confrontare le ragioni proprie con quelle degli altri; la rinuncia a confermare o rielaborare le proprie posizioni alla luce  delle ultime risultanze, degli ultimi ragionamenti. Taluno dice: ma se uno sta male, è malato, costretto a casa … Orbene, posso essere d’accordo per una sola delega a persona, magari accompagnata da un certificato medico o da altro documento giustificante l’assenza.

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Come le pecorelle escon del chiuso /   a una, a due, a tre, e l’altre stanno /   timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; /    e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,  / addossandosi a lei, s’ella s’arresta, / semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno; (Dante, Purgatorio, III, 79-84)

Prima violazione. Ma quando non vi limite al numero delle deleghe che un unico votante può raccogliere, allora la cosa cambia, e di molto. Cambia perché significa trasformare la democrazia del confronto di idee diverse in un confronto fra diverse “capacità di acquisizione di deleghe”.

Seconda violazione. Ancor più la democrazia è sostanzialmente violata quando in una riunione la  fase delle votazioni viene aperta prima che i candidati abbiano esposto le proprie tesi. Dice … ma devono andar via, i gha i lor mesteri da far … hanno i loro impegni … Che valore ha un voto espresso (per delega e) prima di avere ascoltato le ragioni altrui?

Terza violazione. La democrazia è sostanzialmente violata quando vi è una iniqua ed ineguale distribuzione del tempo e del momento dell’intervento assegnati a ciascun oratore. Infatti usualmente parlano prima i big del convegno. Oppure li si tiene di riserva per l’ultimo intervento, al fine di indurre i partecipanti non solo ad essere indotti a presenziare la riunione ma anche a non allontanarsi dall’aula. Nell’intervallo fra i due “momenti dei big”, i peones. E allora molta gente che fa? Si distrae, esce dall’aula … non parliamo poi del peone ammesso a parlare verso fine giornata … avrà sicuramente pochissimi ascoltatori. Ed allora, che fare? Innanzi tutto prendere atto che questo sistema rappresenta una violazione di fatto del sistema democratico. Poi, che so, intervallare gli interventi dei big con quelli dei peones: un big, un peone, un big, un peone … E a tutti lo stesso spazio, gli stessi minuti.

Quarta violazione, quella dei pullman. Già, perché talvolta si è assistito a pullman organizzati per portare cinquantina di persone a votare, giusto nel momento in cui si apre la votazione, persone che prima non erano presenti e che subito dopo spariscono perché … il pullman deve ripartire sennò sai come sale il costo del noleggio!

th16A41SV1Quinta violazione. Parla il big di turno. I suoi nemmeno lo ascoltano, ma al momento di votare, tutti compatti! Compatti, unanimi: il premio Nobel Josif Brodskij, nella prefazione del suo bel libro “Il canto del pendolo” (Adelfi) mette in guardia i giovani “Diffidate delle unanimità, delle folle osannanti, dei bilanci ben assestati, degli eserciti compatti se non altro perché più facilmente nei grandi numeri può nascondersi il male”.

E allora ecco qui la situazione democraticamente ideale: non  prevedere il voto per delega; non aprire la fase della votazione se non dopo che tutti i candidati abbiano espresso le loro tesi; intervallare gli interventi; sorteggiandone l’ordine. E a tutti gli stessi minuti.

Utopia la mia? Si, ma ricordiamoci che l’utopia non è un obiettivo irraggiungibile, bensì solo un obiettivo non ancora raggiunto!

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