STIPENDI PUBBLICI D’ORO, ANZI … DI PLATINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Ottobre, 2015 @ 8:02 am

Detto altrimenti: pare che nella finanziaria …..   (post 2151)

Pare. Dice … già oggi esistono tre fasce massime: 240, 192 e 120 (mila euri all’anno lordi). Ma a me risulta che in alcune grosse municipalizzate gli emolumenti di tre colleghi, il Presidente, l’Amministratore Delegato e il Direttore Generale si aggirino intorno ai 500 mila euri l’anno lordi ognuno! E allora? E allora “le leggi son ma chi pon mano ad esse?” E poi ci sono i capi della nostra Polizia, anzi, c’è  “il” capo che si incassa tre volte lo stipendio del suo collega della CIA made in USA e via di questo passo.

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Cumuli, la prima vocale è una “u” non una “i” !

Dice … ma quelle persone hanno una grande responsabilità. Eh no, cari miei, ecchevvordì? Che quando un manager pubblico (uno preso a caso, e non facciamo nomi per rispetto della privacy), uno  preso a caso (ma non troppo!), ha mandato in perdita per milioni e milioni di euri l’Alitalia e/o le ferrovie, ecchè … dopo, essendo “responsabile” è stato condannato a ripagare tutte le perdite? E quand’anche: avrebbe i denari da restituire? Dice … ma se li paghiamo di meno se ne vanno, ce li porta via la concorrenza. Ebbene sì, che se li prendano pure questi nostri campioni! Voglio vedere se non succede loro come alla Bella di Campiglia, quella che tutti la vogliono e nessun se la piglia!

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Vedete amiche lettrici ed amici lettori, io parlo per esperienza personale (e scusate l’autocitazione). Da giovane manager sono stato dirigente capo della Finanza Italia della più grande società finanziaria italiana (era una finanziaria pubblica) e da quasi pensionato a capo di una piccolissima SpA (comunale) della mobilità in una città di 15.000 abitanti. Io ero sempre lo stesso. Ho conseguito risultati molto significativi in entrambi gli ambiti. Solo che nella Finanziaria i miei risultati erano amplificati dall’enorme dimensione della società, per cui erano “grandi”. La “quantità” del mio merito (se mai il merito si potesse “pesare”) era la stessa nei due ambienti. Il mio stipendio? Nella finanziaria era cinque volte quello di un impiegato di banca, ovvero alto ma non esagerato. Nella piccola Spa io ricoprivo tre ruoli, Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale (così l’Ente Pubblico Azionista risparmiava!) e venivo retribuito con una “paghetta” di poco superiore a quella di uno dei capi-ufficio a me sottoposti.  In quest’ultimo caso, i miei risultati, grandi se rapportati agli obiettivi che mi erano stati fissati, venivano valutati piccoli ova “misurati” con la dimensione della società e quindi poco remunerati.

Come concludo? Che è (anche) la dimensione dell’ambito entro il quale siete chiamati ad operare che fra “grande” o “piccolo” il vostro apporto, il quale comunque deve essere valutato alla luce della sua “strategicità”. Mi spiego: è strategico ciò che è indispensabile e insostituibile. Orbene, a mio avviso tanti super manager pubblici stragapagti non sono affatto strategici, nel senso che se lanciassimo un bando di gara internazionale per reperire i manager da collocare al loro posto offrendo una retribuzione pari ad un terzo di quella oggi pagata ai nostri eroi, avremo delle belle sorprese, nel senso che ci arriverebbero i curricula di decine di persone super qualificate. Non ci credete? E allora facciamo la prova! Vedremo chi alla fine avrà avuto ragione!