MALTRATTAMENTI O TORTURE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2015 @ 4:17 pm

Detto altrimenti: le parole sono pietre, usiamole con attenzione      (post 2166)

Il reato di tortura non esiste ancora nell’ordinamento giuridico italiano. Peccato. Infatti la tortura è una azione gravissima. Dice … ma quando si configura la fattispecie? Quando è che il maltrattamento diventa tortura?

Trento. Un esempio di questi giorni: in una valle della nostra terra un tale è arrabbiato contro il proprio asinello perché l’animale si rifiuta di camminare. Lo lega al paraurti dell’auto e lo trascina sull’asfalto. Viene scoperto e denunciato per maltrattamenti ad animali. L’asinello, ferito all’inverosimile, viene abbattuto dal veterinario. Sul fatto mi permetto di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature:

  • si è trattato di maltrattamenti (sia pure di animali) o di una vera e propria tortura?
  • il colpevole merita la stessa punizione di chi lega un cane alla cuccia con una catena troppo corta?
  • quale può essere il grado di pericolosità sociale (anche verso le persone) di un uomo che concepisce a attua una simile azione?
  • In definitiva, quale sarà sanzione comminata al responsabile? Una contravvenzione? Un’ammenda?

Roma. 4 anni di sconto della pena (!?), da 20 a 16, ad un uomo “maltrattante” che a forza di percosse ha massacrato e  ridotto alla inabilità irreversibile del 100% Chiara, la propria fidanzata diciottenne, infierendo su di lei a calci con scarpe antinfortunistiche con la punta rinforzata in metallo. Ecco, anche in questo caso la legge parla di uomo “maltrattante” e non “torturante”. Le parole sono pietre … dicevo, utilizzando un’espressione di Don Lorenzo Milani.

Quo usque tandem … fino a quando, insomma?

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