TECNOLOGIA, AMBIENTE, IMPERIALISMO del passato (o quasi)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Aprile, 2012 @ 4:53 pm

Detto altrimenti: il perchè storico dell’esistenza “Tel terzo mondo oggi” e delle “Nuove Potenze Emergenti” (ma fino a quando, emergenti? Infatti entro breve diventeranno “emerse” o retrocederanno al nostro livello).

Ho appena letto un libro: “Il predomino dell’occidente – Tecnologia, ambiente, imperialismo” di Daniel R. Headrick, Ed. Il Mulino. L’autore è Professore emerito di Storia e Scienza Sociale nella Roosevelt University di Chicago. 326 pagine, oltre 80 pagine di note, riferimenti bibliografici, letture consigliate e indici analitici. Suddivisione in capitolo snella, di agevole ed invitante lettura.

L’autore è uno storico che analizza come il rapporto fra
– l’evoluzione della tecnologia (dei trasporti e bellica)
– la scienza medica applicata agli eserciti invasori ed alle popolazioni invase
– l’ambiente dei paesi invasi
abbia influito e condizionato le politiche imperialistiche di sempre.

Ne esce un testo tecnico e storico, il quale diventa anche “morale” laddove riconosce “il merito, ovvero la vergogna agli Italiani di avere aperto la strada all’uso dei gas nervini contro innanzi tutto la popolazione inerme” o quando critica l’incredibile posizione di (sir) W. Churchill (v. infra).

Si tratta di un testo che andrebbe rielaborato in edizione ancora più snella e adottato nelle scuole. Peccato invece che molta parte della Storia sia una Storia negata. E non mi riferisco solo a quella recente, ad esempio del nostro ultimo dopoguerra. Ben lungi io dall’essere un revisionista, non ritengo condivisibile la posizione di chi vuole una lettura solo unilaterale della storia, della “storia” appunto, che in tal modo non diventa mai “Storia”.

Ma veniamo a noi, anzi, a “loro”, ai “conquistadores” di tutte le lingue: nell’ordine, del portoghese, dello spagnolo, dell’olandese, del russo, dell’inglese, dell’inglese d’America, del francese e last but not least, dell’italiano (purtroppo ci siamo dentro anche noi!). All’inizio fra i “navigatori scopritori, commercianti e limitatamente conquistatori troviamo i Vichinghi, i Polinesiani, i Persiani, i Cinesi e le nostre Repubbliche Marinare.

Caravella

Ma la grande abbuffata imperialista inizia con il 1400. Secolo delle Grandi Scoperte, come viene descritto, in modo assai superficiale, nei libri “sussidiari” delle elementari e da lì in avanti.Secolo dell’inizio delle stragi, dico io. Inizia con le caravelle e le caracche portoghesi, prime d uniche navi adatte a solcare gli oceani. E difatti Colombo navigò con una Caracca, la “Nao” Santa Maria e due caravelle. Sui libri di scuole trovate: “Pur disponendo solo di tre piccole caravelle, il nostro eroe …” In realtà gli avevano dato le navi migliori per l’epoca. E poi, Colombo, dopo tutto .. era solo uno che si era perso, che aveva sbagliato strada … Quindi fu la volta degli Spagnoli, in parallelo alla costruzione dei galeoni. Seguono a ruota olandesi, inglesi, russi e francesi e come dicevo prima, noi italiani, mica tanto “brava gente” però.

Cannoniera fluviale

Scopo delle imprese di tutti: acquistare fama ed onori per sé, aprire nuove vie al commercio di conquista e di sfruttamento delle regioni “da civilizzare”. Le armi e le navi, a favore dei “conquistadores”. Le malattie a loro favore nelle Americhe, ove la prima arma a sconfiggere gli indiani furono le pestilenze importate dall’Europa; a loro danno in America, ove a morire erano soprattutto i bianchi. Le conquista iniziali riguardarono soprattutto le coste. All’interno ci si mosse solo quando la medicina (chinino in primis) lo consentì, e comunque lungo le vie fluviali, con l’invenzione dei battelli a vapore.

Quello che però maggiormente sorprende è la motivazione e le giustificazioni che da sempre i “conquistadores”, dall’inizio del 1400 sino al 1900, hanno dato delle loro azioni: “portare la civiltà, uccidere i barbari, affermare la vittoria delle armi della civiltà contro la barbarie”. Si arrivò poi, anche recentemente (ventesimo secolo), a motivazioni sfacciatamente più “pratiche”, e cioè, da parte dell’Inghilterra (e di altri) a bombardare le popolazioni (e non i militari) ”perché i barbari non pagavano le tasse loro imposte”! Già, perché il massimo era conquistare un paese e far pagare il costo della conquista ai conquistati. La conquista del West … almeno la chiamarono “conquista”, almeno questo …  un po’ di malattie, la distruzione dei bisonti e il più fu fatto.

Vi sono stati nomi di capi politici famosissimi in USA, GB e Italia che hanno affermavano che la migliore tecnica per soggiogare quelle “razze inferiori” (sic, “razze”, e poi ci stupiamo del nazismo!) era di terrorizzare le popolazioni con bombardamenti e gas nervini per indurle a sconfessare i loro governi.

Il Ministro della Guerra Winston Churchill all’epoca dei fatti riferiti

Mitragliatrici, cannoni, bombe, gas, aerei contro lance e frecce e poi contro fucili. Un esempio? Guerra anglo egiziana per la conquista del Sudan, 1898. 25.000 soldati all’attacco di 50.000 dervisci. Battaglia di Omdurnman. da parte inglese, 48 morti e 428 feriti. Fra i dervisci, 9.000 uccisi e 18.000 feriti. (Sir) Winston Churchill , nel suo libro “The river war”, in italiano tradotto in “Riconquistare Kartum” di questa battaglia scrive: “ … il trionfo più significativo mai conseguito dalle armi della scienza sui barbari”.
Lo stesso Churchill, nell’aprile del 1920, durante l’aggressione inglese all’Iraq, suggeriva “l’iprite, che infliggerebbe un’adeguata punizione ai nativi recalcitranti …” !! ministro inglese successore di Churchill, Laming Worthington-Evans, suggerì il “bombardamento di donne bambini nei villaggi, per ottenere l’acquiescenza della popolazione”.

Tutte le terre obiettivo delle conquiste erano “rivendicate”, “servivano a espandere …”, “è nostro interesse imprescindibile dominarle” etc… “ci servono. Usiamo il terrore …”

Un concetto: alle armi della scienza fu più facile vincere contro stati organizzati che non contro gruppi di tribù e di montanari. Man mano che la scienza delle armi progrediva, i “barbari” entravano in possesso delle armi della precedente generazione e tanto loro bastava per cercare di difendersi ove le battaglie non si fossero svolte in campo aperto.

Il Gen. Pietro Badoglio durante la guerra d'Africa

Noi Italiani, primi ad usare i nervini, (n Africa). Mussolini al generale Badoglio, capo della forza di invasione in Etiopia. “ Bombardare i civili, seminare il terrore. Bombe e nervini, anche a spruzzo, sui campi, sulle fonti, sulle mandrie, sui villaggi …”. Vittorio Mussolini, aviatore: “Prima abbiamo lanciato bombe incendiarie. Era divertentissimo (sic!). Cinquemila uomini a terra, accerchiati dal fuoco e noi a bombardali dall’alto. Era divertentissimo (sic)”.

Non aggiungo altro se non che sul Vietnam fu sganciata una quantità di bombe tripla di quella sganciata durante la seconda guerra mondiale. E gli Usa si dovettero ritirare. Stesse cose per quanto riguarda l’imperialismo di tutti i popoli già citati, Russia compresa., in Afghanistan. ad esempio. Non temete, ce ne è per tutti, purtroppo!

Il libro non è “partigiano”, non è “politico”. E’ storico. E’ una testimonianza contro la guerra, la sopraffazione, il razzismo, lo sfruttamento dell’ “altro”. A mio avviso, condivisibile in tutto. E’ una dimostrazione di come, se non altro, tutto ciò, nel medio termine, si ritorca contro l’oppressore. E allora, perché mai? E l’Autore del libro non è “di sinistra”, non è contro gli USA … è uno stimato professore di un’Università USA!

Oggi alcuni di quei paesi stanno “emergendo”, grazie alla tecnologia che prima hanno imparato da noi e che ora, più stimolati di noi, migliorano e a loro volta ci rivendono. Ma anche questi Paesi dovrebbero imparare la lezione della storia. La Cina stessa, ad esempio, sta già “delocalizzando” le sue unità produttive dalla costa del Pacifico all’interno, dove la manodopera costa assai meno … anzi .. può essere sfruttata: e ci risiamo … e di diritti civili? Manco a parlarne. ed allora? Fino a quando durerà?

Veniamo a noi. Noi oggi “respingiamo”, “siamo disturbati …”, “non sappiamo come mai abbiamo gli immigrati” …” ma se ne stiano a casa loro” … al massimo “ aiutiamoli a casa loro”! Ma noi, a “casa nostra” non ci siamo stati! Ed allora? Se il mondo oggi è così disuguale, lo dobbiamo a noi stessi, soprattutto a ciò che abbiamo fatto dal 1400 in poi. Ed allora, affrontiamo queste situazioni con altra conoscenza dei fatti storici, antichi e recenti, con altro senso di responsabilità, con altra coscienza umana.

E non ci lamentiamo di loro, degli immigrati, di chi dice a casa loro le medicine,il cibo, l’acqua o non esistono o costano troppo, che l’agricoltura è distrutta, che a comandare sono bande di razziatori, che le malattie imperversano. Infatti, “chi è causa del suo mal pianga se stesso” ovvero, in altre lingue, così forse anche gli altri capiscono: “As you make your bed, so you must lie in it”, ovvero, “Wer der Grund seines Unglücks ist, beweine sich selbst”. Lamentiamoci di noi stessi, e poi tiriamoci su le maniche e cerchiamo di rimediare alle nostre malefatte. Lo so … lo so … voi che leggete non eravate ancora nati … e nemmeno io, se è per questo. Tuttavia abbiamo tutti in eredità un pesante debito.