BICICLETTE DA IMMIGRATI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2016 @ 7:16 am

Detto altrimenti: dai … che li avrete visti anche voi!                            post 2288)

 Anteprima

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(foto d’archivio internet)

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Blogger e foto. Come avviene che hai sempre da scrivere qualcosa, ogni giorno? E’ facile. Basta “vedere” ciò che normalmente di “guarda” soltanto. “Vedere” cosa si cela dietro ciò che ti circonda, vedere e cercare di capire. Poi “fermi” il tutto con una di quelle nuove macchine fotografiche tascabili: il telefonino. Gli hai tolto le funzioni “rumore allo scatto” e “flash”: in tal modo, avvicinando il telefono all’orecchio, facendo finta di telefonare, in realtà puoi cercar di scattare qualche foto senza che il rumore o il lampo di luce ti tradisca.

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th3SUQKGDCBlogger e città. Mentre cammini per la tua città per una commissione qualsiasi (qualsiasi sì, ma sia chiaro: non commissione “parlamentare”- V. dopo!) , nello stesso tempo sei automaticamente in caccia di argomenti. Sei un osservatore attento pronto a cogliere ogni elemento positivo o negativo della tua città. Quello che dovrebbe fare il Sindaco di ogni città, anche di quelle piccole, di quelle “sotto tot mila abitanti”, ovvero di quelle che ti consentono di essere allo stesso tempo anche un parlamentare. Ma come farà poi a capire la propria città stando a Roma, e come farà poi a studiarsi a Roma i faldoni che vediamo ammucchiati sui tavoli delle commissioni (queste sì parlamentari!)  avendo in mente la sua città … ?

Ora possiamo cominciare

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La foto non è un gran che, ma in quelle condizioni … e poi, ingrandendola …

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Da segretario provinciale della Fiab Trento – Federazione Italiana Amici della Bicicletta, qualche post fa ho parlato di certe biciclette. Oggi scrivo di altre. Persone di colore: africani, filippini, asiatici in genere, a pedalare su biciclettine molto piccole con il sellino molto rialzato per consentire loro una pedalata “comunque”, ma non tanto da non essere dannosa per le loro ginocchia come avviene ogni volta che la gamba – nella pedalata –  non può distendersi come dovrebbe. Hanno un porta pacchi pieno di depliant pubblicitari, suonano ad alcuni campanelli, qualcuno apre, oloro entrano, depositano la loro pubblicità nelle bussole della posta  se ne vanno. Da dove vengono? Dove vanno? Ieri ho avuto risposta. Il cortile di un grosso supermercato del fai da te a Trento. Sto per risalite in macchina quando vengo superato da una fila di questi ciclisti. Istintivamente mi guardo intorno. In un angolo del cortile due furgoni bianchi. Caricano le biciclettine (ecco finalmente svelato il motivo della loro ridotta dimensione!), caricano tutti i ciclisti e se ne vanno. Riesco a mala pena a scattare una foto, con sistema da agente segreto sopra descritto. Restano alcune domande: caporalato a pedali? Lavoro in nero? In nero? Non del tutto: infatti solo alcuni ciclisti sono neri; altri sono mulatti, altri di colorazione “asiatica” …

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WP_20160216_007Salgo in macchina, mi accodo ad uno dei due furgoni. In zona stazione ferroviaria scarica alcuni ciclisti che proseguono a piedi. Riesco a parcheggiare l’auto, li seguo. Sotto i portici l’odore del kebab, i colori delle merci di empori “tutto a 5 euro o giù di lì”,  una città diversa da quella della stazione presso la quale usualmente posteggio in fretta per aspettare un amico che arriva in treno, quando, distratto dalla valutazione del mio previsto tempo d’attesa, conseguenza del previsto  ritardo del treno, guardo senza vedere nulla dell’umanità che mi circonda. Oggi i miei “pedinati” entrano in uno di questi negozietti, acquistano un panino ripieno di qualcosa, una lattina di Coca Cola a temperatura ambiente a vanno a mangiare sulle panchine dei giardini pubblici prospicienti la stazione. Che vogliono di più? Niente di meglio che un buon panino imbottito dopo una salutare pedalata …

Avete visto? Per “fare” il blogger occorre essere anche un po’ “scerlocolms” 

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