DAMNATIO MEMORIAE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Aprile, 2016 @ 8:49 am

Detto altrimenti: … in chiave moderna                    (post 2357)

thWAWPGUGGDa internet: “damnatio memoriae” è una locuzione in lingua latina che significa letteralmente condanna della memoria. Nel diritto romano indicava una pena consistente nella cancellazione della memoria di una persona e nella distruzione di qualsiasi traccia che potesse tramandarla ai posteri, come se non fosse mai esistita. Si trattava di una pena particolarmente aspra riservata agli hostes, ossia ai nemici di Roma e del senato, reali o presunti o divenuti tali dopo essere caduti in disgrazia del potere politico.

E oggi? Anche oggi, in ambiti e scale diverse, ma anche oggi … Alcuni esempi? Vabbè, ma senza fare nomi intesi?

Una Associazione di volontariato retta per tanti anni da una stessa presidenza, molto attiva, molto operativa, ricca di conoscenza e di conoscenze e di risultati. Alla scadenza dell’ultimo mandato la nuova presidenza si trova di fronte ad un bivio: continuare l’opera della precedente gestione, arricchendola, il che comporterebbe il farsi carico di una grande mole di lavoro e di responsabilità ed il confronto con il passato, oppure. Oppure cosa, direte voi?! Oppure – magari con la scusa di cambiarne l’indirizzo della sede legale – cercare di rifondare formalmente e/o sostanzialmente l’Associazione e ripartire da zero o quasi, su basi più ridotte. Ma per fare questo bisogna cancellare il passato, ogni segno simbolo della precedente gestione e delle precedenti persone, che quindi sono condannate ad una moderna “damnatio memoriae”: cancellazione dei simboli, di ciò che può “ricondurre a-“, di ciò che può unire il passato al futuro: si toglie il nome dal libretto del bilancio, si cancella l’indirizzo e-mail, ci si appropria sotto nome diverso o anche dello stesso nome delle idee e delle realizzazioni altrui. Ed è fatta.

Questa stessa cosa può accadere anche in una SpA, soprattutto – anzi, specialmente se! – se la persona “condannanda” (da condannarsi, perifrastica passiva) alla damnatio memoriae ha agito bene. Infatti, nella pseudo morale odierna, guai a dovere essere riconoscenti a qualcuno! Molto meglio dannarne la memoria o quanto meno ignorare lui e la sua opera.

thSGZ3K8WPMa facciamo un distinguo. Infatti vi è damnatio e damnatio, quella di chi ha agito bene e quella di chi ha agito male. Quest’anno ricorrono 400 anni dalla morte di William Shakespeare. nella sua “Orazione funebre di Mrcantonio alla morte di Giulio Cesare”, Shakespeare fa dire ad Marcantonio:

The evil that men do lives after them; the good is oft interred with their bones. So let it be with Cesar, ovvero, il male che gli uomini fanno (in tutti i casi, n.d.r.) vive dopo di loro; il bene è spesso sotterrato con le loro ossa. Lasciamo che sia così anche per Cesare.

Ora, io concordo solo parzialmente con la valutazione implicitamente pessimistica insita nelle constatazioni del grande drammaturgo, nel senso che la memoria del male passato a mio avviso non è un male (scusate il gioco di parole): la memoria di quel male va conservata, non per vendicarsene quanto per impedirne una ripetizione. Per questo motivo si mantiene aperta la visita ai campi di sterminio nazisti. Per questo motivo io non concordo del tutto con la cancellazione a colpi di scalpello delle effigi fasciste: che stiano lì, a ricordarci il male del fascismo acciocchè non si ripeta.

Sono invece – purtroppo – d’accordo con Sir William che spesso (“oft”, “often”) il bene fatto da taluno viene seppellito con il suo autore.

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Concludo con una considerazione “moderna” in quanto “attuale”: la damnatio memoriae di chi ha agito bene rappresenta un danno per il settore in cui quella persona aveva operato: la distruzione della memoria storica, l’interruzione di un processo di crescita, la regressione di cultura e di civiltà. Un po’ come quando – ieri come oggi – i barbari d’oltr’Alpe o dell’Isis distruggevano e distruggono ciò che non comprendono, ciò che non sono in grado di produrre o riprodurre essi stessi, ciò che li ricollega (i simboli, ecco: ciò che collega a-) ad altro.

Ecco cosa fanno oggi, i nuovi barbari di certe SpA e Associazioni che ricorrono a questo tipo di damnatio memoriae, solo per non confrontarsi con chi è stato ed è migliore di loro.

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