AUTONOMIA E DEMOCRAZIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Settembre, 2016 @ 4:20 am

Detto altrimenti: al rientro dalle ferie, dopo giorni di mare e di letture,  … una riunione fra amici … un mio intervento richiesto in occasione della celebrazione dei 70 anni dell’accordo De Gasperi – Gruber  (post 2452)

Premessa: la mia qui di seguito è solo la testimonianza del mio apporto, non certo la  relazione sul convegno, che è stato ben più ampio del mio semplice intervento, soprattutto grazie ai contributi  – fra gli altri pur apprezzabilissimi – del Sen. Giorgio Postal e degli amici Maria Teresa Lanzinger, Roberto Sani  e  Fabio Pipinato.

Inizia

Locandina.

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Amiche, amici buongiorno. Cercherò di trattare in modo semplice un tema complesso: “Autonomia e Democrazia” … cominciando da queste due parole (e le parole sono pietre, scriveva Don Lorenzo Milani …):

1 – Autonomia, autòs – nomizein, darsi le leggi da soli.

2 – Democrazia, demos – krate. Popolo, forza-potere. Nel tempo ha assunto significati molto diversi: 1) potere sul popolo; 2) strapotere del popolo; 3) potere del popolo.

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Il problema dei nostri giorni è capire insieme verso quale di queste tre forme  di democrazia vogliamo che la nostra Autonomia ci conduca

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download (2)Ora, la nostra Autonomìa è innanzi tutto – come ci ha insegnato Don Lorenzo Guetti, fondatore della Cooperazione Trentina – un Bene Comune, ovvero, un Bene alla cui costruzione hanno contribuito tutti autonomamente e personalmente fin dall’inizio. “Comune” quindi in quanto “costruito” in comune.

Ma Autonomia è anche un Bene Territoriale, ovvero 1) espressione del popolo del luogo per il governo del luogo; 2) espressione originaria svincolata dagli schemi della politica nazionale.

Da ciò discende che la nostra Autonomia oggi più che mai si costruisce attraverso la partecipazione democratica della gente del luogo alla Politica del luogo, Politica, che è espressione dei polloi, ovvero di molti in favore di molti, ovvero del popolo, del demos. Non di pochi in favore di pochi.

Veniamo dunque alla demo-crazia

download1) Democrazia come sistema imperfetto: antica repubblica democratica di Atene. Un impero coloniale di 250.000 persone di cui solo 30.000 con diritti politici, di cui solo 5.000 si recavano alle assemblee di cui solo 10 parlavano, di cui solo uno decideva: Pericle, il quale, anche per evitare il dovuto rendiconto economico annuale (lui e l’architetto Fidia, LL.PP. all’Acropoli, costati una cifra …), si fece rieleggere consecutivamente per decenni; Pericle che lanciò Atene in ben tre guerre, tutte perse (Egitto, Siracusa e quella micidiale contro Sparta). Cito le tre guerre perché in allora la politica era soprattutto politica di guerra per cui tre guerre perse sono state tre progetti politici falliti. Il sistema fu criticato, fra gli altri, da un Anonimo ateniese, (trovate il testo in libreria) il quale da esule descrisse come, nonostante i suoi difetti, la democrazia potesse continuare a esistere. Da qui due considerazioni:

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Pericle, molto ricco: lavori pubblici, oratoria, populismo, imperialismo, potere personale, distruttore della democrazia ateniese

1) Una negativa: al Pericle di turno conviene che la democrazia resti un sistema imperfetto entro il quale destreggiarsi a piacere. Quindi a costui conviene non attivare gli organismi istituzionali; conviene sottrarsi alla competizione anche abbandonando le assemblee; conviene agitare le acque fino ad arrivare alla micidiale considerazione “si è venuta creando una situazione per cui …” frase che a suo avviso giustifica ogni sovvertimento. Tutto ciò infatti indebolisce e danneggia i meccanismi della democrazia e la fa regredire verso la sua forma più primitiva: il potere sul popolo.

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2) Una positiva: è compito dell’Autonomia, ovvero di ognuno di noi, contribuire al miglioramento del sistema democratico, attraverso la partecipazione attiva ad una vita politica democraticamente regolamentata e quindi pacifica.

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2) Democrazia come espressione della laicità, del pluralismo. 1) Laicità di primo livello ovvero autonomia del pensiero individuale: esattamente l’opposto dell’ipse dixit, del mono pensiero anche se di un “pensiero che vola alto”. 2) Laicità di secondo livello, ovvero il pluralismo dei partiti. Ed è compito della Politica fare sintesi delle istanze autonomamente espresse dalla base e dare loro attuazione, e non fare sintesi delle idee del top politico di turno.

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3) Democrazia come catena omogenea e ordinata della rappresentanza delle volontà autonomamente espresse dalla base. A) catena omogenea, in quanto gli organi politici eletti/nominati devono rispettare le linee deliberate dalle assemblee. B) catena ordinata, in quanto la Politica del Territorio deve precedere l’amministrazione del Territorio. Ogni sovvertimento di questo duplice ordine, rappresenta una violenza al sistema linfatico e vitale della Democrazia e dell’Autonomia.

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4) Democrazia come Simbolo che l’Autonomia deve difendere. Il simbolo, sia esso una bandiera, un’idea, una formula o altro ancora è un quid che unisce tutti coloro che vi si riconoscono. Esso appartiene a tutti costoro e a nessuno singolarmente. Se taluno, fosse anche il suo stesso ideatore-fondatore se ne volesse appropriare in via esclusiva, persona o partito che sia, da elemento di unione il simbolo diverrebbe elemento di divisione e di guerra, ovvero: segnerebbe la fine della pace.

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5) Democrazia e Autonomia reali e non solo percepite. E qui mi rifaccio ad un testo di Umberto Eco, il suo libro “Numero Zero”, nel quale, pur sotto forma di romanzo, ci fa comprendere come purtroppo spesso sia il giornale a fare la notizia e non – come dovrebbe essere – la notizia a fare il giornale. E una percezione errata della realtà, ingenera in chi la subisce una reazione pre-indirizzata, forzata, errata, non autonoma.

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Ho finito. Cosa può fare ognuno di noi per migliorare l’ Autonomia e la Democrazia ai fini di una vita “in pace”? Ognuno si dia la risposta. In piena autonomia e democrazia, appunto. A me basta avere posto il problema.  Vi ringrazio per la pazienza e l’attenzione.

Finisce

Che altro dire se non augurare a tutte e a tutti una  buona ripresa della vita post – feriale?

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UTOPIA_line.ù

P.S.:  da un oratore è stata citata la coincidenza dei 70 anni del De Gasperi-Gruber con i 500 anni della pubblicazione di Utopia di Thomas More (alias San Tommaso Moro, testo che suggerisco di leggere nella traduzione di Maria Lia Guardini). L’oratore ha sottolineato come oggi al posti di u-topia potremmo ricercare la eu-topia, cioè al posto di un non-luogo, il buon-luogo. Ora … mi sta bene: solo mi permetto di aggiungere che “utopia” oggi non è un obiettivo irraggiungibile, ma un obiettivo semplicemente non ancora raggiunto! E guai a noi, il non avere una utopia da perseguire!

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