RICORDI DI BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Settembre, 2016 @ 8:35 am

Detto altrimenti: oggi voglio “metterli in fila”         (post 2461)

So che c’è chi mi sta aspettando al traguardo dei 2500 post: dicembre 2011-dicembre 2016, alla media quindi di 500 post all’anno. Me ne mancano una quarantina, ma ho a disposizione ben 105 giorni, quindi scialla raga, calm  ragazzi … nessun problema! Anzi, mi sa che dovrò frenare un po’ …

E dopo tanta “democrazia” oggi mi voglio e vi voglio rilassare. Giornata piovosa, non si esce in bicicletta … bicicletta? Ecco l’idea. Mettere in fila i miei primi ricordi a pedali.

  1. Genova
    1. 4 anni. Ricevuta in regalo la biciclettina con le rotelle da Ines, la figlia del mio padrino di battesimi Dante Vannucci.
    2. 5 anni. Portato al mare sulla canna dall’amico Giancarlo Scaliti: bici da città marca Bianchi, colore verdino, con il cambio!
    3. 12 anni. Oratorio di S. Francesco d’Albaro. Cedo francobolli contro giri su bici di amici.
  2. Limone Piemonte. 14 anni. In vacanza con Giorgio Parodi. Lui due bici. Una per me.
  3. Monza. 35 anni. Prendo a noleggio una bici al Parco. E’ la fulminazione! Inizio a comperarmi le bici. Già, “le” bici, una dopo l’altra, anzi ora una a fianco delle altre.
  4. Trento. Dai 40 ai 72 anni (e spero ben oltre!): cfr. i molti post pubblicati.

Questa la mia storia a pedali. Ma ecco che su l’Adige di ieri Luigi Manuppelli ha scritto una lettera  titolata dal giornalista  “Elogio appassionato della bicicletta”. Merita che la ritrascriva:

Inizia

fiab

(Dipinto di Giovanni Soncini, Trento)

“In questi giorni con le ultime giornate estive si vedono molte persone andare al lavoro in bici. Oltre ai vantaggi ambientali, di inquinamento, di benessere fisico, si sottovaluta il benessere sociale dell’andare in bici. I pedoni nella loro frenesia si ignorano, gli automobilisti si insultano, mentre i ciclisti si sorridono. La bici è l’unica macchina guidata anche da un bambino, dove il motore è il passeggero stesso, dove è collocata l’unica catena che ti rende libero. Libero di essere dentro il paesaggio, di scrivere sull’asfalto il tuo cammino, di non pensare alla mancanza di parcheggio ovvero al suo costo orario eccessivo, di solleticare il fanciullo che è in te. La bici è la metafora della vita con i suoi sali e scendi, con le cadute e la voglia di rimetterti subito in sella, perché nella vita nulla è piatto, perché talvolta si deve cambiare marcia, perché bisogna affrontare la fatica, perché ha bisogno di qualcuno che la sorregga, perché i suoi raggi illuminano le giornate, perché la vita è un ciclo”.

Finisce

Che ne dite? Questa è poesia (la quale non deve necessariamente essere in versi o con le rime!), poesia dal greco poieo, creo. E allora non me ne vorrete se anch’io (ri) pubblico qui di seguito la mia poesia a pedali:

BICI, PERCHE’?

Perché

downloadin una chiesetta al Ghisallo

riposa sospesa

antica reliquia a pedali.

Perché

insieme a lei

tu scali la vetta

compagno soltanto a te stesso.

Perché

ti ha insegnato

ad alzare più spesso lo sguardo

a scrutare che cielo farà.

Perché

sempre incontri qualcuno

che non ha timore

di aprire la sua vita al vicino.

Perché

con il vento dei sogni

giocando

ritorni un poco bambino.

Perché

restituisce

ad un uomo affannato

profumi di suoni e colori.

Perché

in salita

ricorda ad ognuno

che volendo e insistendo si può.

E poi, … perché no?

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download-1Cercherò di contattare Luigi Manuppelli: è già socio Fiab? No? E allora gli chiederò di associarsi al nostro gruppo trentino: FIAB (Trento) – Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Per iscriversi, i programmi etc. v. internet. (oppure telefonando al tesoriere Franco Rizzi, al 3284691683).

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