ORBAN: UN “VIKTOR” CHE HA PERSO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Ottobre, 2016 @ 6:26 am

Detto altrimenti: diamo una lettura onesta al referendum ungherese   (post 2473)

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Ungheria, paese “mocratico”, ovvero “quasi democratico”. Di fatto, per carità, non certo di diritto. Infatti, solo l’esistenza del “quorum” referendario ha salvato la democrazia ed ha impedito che prevalesse la maggioranza di una minoranza. Mi riferisco ovviamente al recente referendum “contro” i 1.800 migranti che l’UE vuole assegnare ad una popolazione di 10.000.000 di Ungheresi.

Sul merito del voto io sono un europeista convinto, nel senso che l’Europa si accetta tutta o si rifiuta tutta: non si può volere la libera circolazione delle merci e dei capitali e negare quella delle persone.

Ma veniamo al metodo referendario. “Quorum” si o no? Questo è il dilemma. Ha votato il 43,23% degli aventi diritto. Per la legge ungherese il referendum è valido se vota almeno il 50% degli elettori. Se non ci fosse stato il “quorum”, il 98% di quel 43,23% che ha votato “contro” gli immigrati (rectius, contro l’UE), ovvero il 42,37% sarebbe prevalso sul 57,63% della popolazione. Se ne deduce che l’allontanamento dalla politica tende a trasformare la democrazia (governo del popolo) in una oligarchia (governo di pochi). Quindi, “quorum” no. Paradossalmente però qui interviene un ragionamento sofista, quello cioè che dimostra una tesi ed anche il suo contrario. Infatti si dice: se vuoi che il tuo pensiero abbia valore, vai a votare. Se non vai,  è’ giusto che tu sia governato da chi si impegna in politica. Quindi, “quorum” si.

Perché poco sopra ho scritto che si trattava di un voto contro l’UE? Perché il numero di immigrati assegnato dall’UE all’Ungheria è così basso rispetto al totale della popolazione, che il referendum risulta essere senza alcuna ombra di dubbio solo una manovra politica, mirata a rafforzare il carisma, la credibilità, l’autorevolezza di un premier autoritario. Della serie “accà nisciuno è fesso”.

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Ma quella bandiera … allora proprio non ti va ….

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Orb …an, che strana (tragica) assonanza di questo cognome con un altro “..an” … entrambi assertori di una legge uguale per tutti … tutti coloro che si trovano in una certa situazione e non in un’altra, quel tutti che in realtà è “una parte” del tutto: tutti quelli che la pensano come me non gli altri. Al riguardo mi chiedo: possibile che oggi non si capisca come di fronte alla globalizzazione (della produzione, dei mercati, ma soprattutto dei problemi) non si imponga la “globalizzazione” dell’Europa?

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Quo usque tandem, fino a quando, insomma, potrà reggere un sistema statale chiuso in se stesso di fronte alla globalizzazione altrui? Per non capire ciò bisogna essere orb …i. Appunto. Forse quell’ uno che voleva un forte mandato popolare, che cercava una legittimazione popolare – vedete, il mio popolo lo vuole, che ci posso fare? – cercherà comunque di leggere come vittoria una sconfitta. Ma noi orbi non siamo. Cara Ungheria, attenta! Se esci dall’UE non ti resta che tornare alle tue danze tzigane …

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P.S.: ad essere onesti ora ci starebbe bene un secondo referendum (dichiaratamente) a favore dell’Europa senza se e senza ma. Sarebbe una bella riprova, non vi pare?

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