POLLOI, POLIS, POLITICA … POLLI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2016 @ 7:02 am

 

Detto altrimenti: noi, debitori culturali e linguistici dell’antica Grecia …. (post 2485)

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Polloi, i molti. Polis, il luogo dei molti. Politica, l’azione dei molti/per i molti … Sta di fatto che oggi la gente tende ad allontanarsi dalla politica, perché la sente “cosa altrui, non bella”, di poche persone”.

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Il Cittadino, “cliente” della democrazia

E cominciamo dalla “politica cosa altrui”. Per comprendere, occorre rovesciare la piramide: la vecchia base (gli elettori) ne deve  diventrea il tetto e il vecchio vertice, che incide operativamente sulla realtà, il nuovo vertice che deve diventare la nuova base. Mi spiego. La politica deve essere espressione della gente, gente che deve stare al top della scala dei valori e che esprime la propria volontà. Su un livello più basso, la politica, la quale, ai sensi della nostra Costituzione, deve fare sintesi ed organizzare – rispettandone i contenuti – le molteplici istanze della gente. Infine, collocati in un “vertice che sta in basso” la politica esprime i governanti, gli esecutori della volontà popolare organizzata ed espressa dalla politica.

E invece no, questo spesso non accade. Infatti le “variazioni sul tema” delle regole (notate, non uso la parola “leggi”) che per (deplorevole) prassi consolidata governano una certa parte della politica, fanno sì che troppo spesso esista una “politica sommersa” fatta in luoghi non deputati, una trasversalità di interessi se non proprio illeciti almeno però in conflitto con la mission istituzionale, la quale spesso “governa” il tutto, compiendosi in tal modo una doppia violenza:

  1. a danno dei cittadini, perché la loro volontà espressa con il voto non è rispettata. Ciò accade, ad esempio, quando un sindaco nomina assessori esterni, ignorando i consiglieri che hanno ottenuto la più alta percentuale di voti degli elettori;
  2. a danno del sistema democratico, perchè a condurre la danza sono gli Amministratori, cioè gli organi esecutivi, i quali determinano la politica e ignorano la gente, che per loro è solo una “base inferiore da corteggiare solo in occasione delle elezioni”. Della serie: vieni qui che ti dico io di cosa hai bisogno. Un vero e proprio top down, piramide alla vecchia maniera.

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Insomma, una vera e propria “inversione termica della politica con le nuvole in basso: nebbia fitta per la gente!

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download-1E parliamo ora della “politica di pochi”. Percepita come cosa altrui (e non bella), la politica viene snobbata da molti e diventa cosa di pochi e la democrazia si trasforma di fatto in oligarchia: i soliti noti. Dicono che all’estero i partiti restano e cambiano i politici, mentre qui in Italia avviene il contrario: sono i partiti a cambiare veste e nome, ma i politici sono sempre gli stessi. E la gente si allontana dalla politica. Ben venga, dicono gli oligarchi per i quali vige l’imperativo categorico “Ghe pensi mi”. Infatti questi politici vogliono trasformare i “polloi” (molti) in “polli” (polli).

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 Altra immagine dei cittadini elettori assai gradita ai “politici top down” è stata dipinta dal Padre Dante, nel Purgatorio:  “Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l’altre stanno / timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, /addossandosi a lei, s’ella s’arresta, /semplici e quete, e lo ’mperché non sanno …”  (pecorelle o polli, la sostanza non cambia!)

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Come reagire a questo (deplorevole) stato di cose? Avendone consapevolezza, interessandosi alla cosa pubblica, avendo il coraggio di prendere posizione per la gestione di una “cosa propria”: la vera democrazia. Al riguardo Piero Calamandrei raccontava agli studenti un aneddoto: il capitano avverte i passeggeri che la nave sta affondando. Uno di essi gli risponde. “O che m’importa, un è mica mia!” (quel “mica” con la “c” aspirata visto che Calamandrei gli era un toscanaccio da poco, gli era …!).

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