UCCISO UN MARITO, UN PADRE DI FAMIGLIA, UN MEDICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Ottobre, 2016 @ 7:30 am

Detto altrimenti: questo è un “postaltrui”, ovvero un post scritto da una persona diversa dal vostro solito blogger   (post 2497)

Amici, hanno travolto ed ucciso una Persona (il Dr. Fabio Cappelletti). Era in bicicletta o con la bicicletta a mano. Non importa. Con o senza bicicletta, non cambia nulla. Il mio Presidente della Fiab Trento, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Guglielmo Duman, ha scritto questa lettera al giornale (io l’ ho trascritta e aggiunto le foto):

INIZIA

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Italia

S. Michele all’Adige, sera del 24 ottobre 2016. Un medico. Era stato il mio medico. Il dottor Cappelletti era in bicicletta oppure la stava conducendo a mano. Presumibilmente sarebbe stato investito anche se non avesse avuto con se’ la bicicletta. Un limite orario di 50 kmh molto probabilmente non rispettato da una Fiat pirata. L’investitore si è dato alla fuga. Probabilmente “omicidio stradale” con omissione di soccorso. Fino a 10 anni di carcere. Ma il carcere non restituirà l’uomo alla sua famiglia ed alla società. Per questo motivo il legislatore e l’amministratore non se la possono cavare con la repressione: occorre la prevenzione.

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Olanda

Olanda del dopoguerra. Incrementi annui del PIL oltre il 100%. Aumento enorme delle auto in circolazione. 700 bambini negli anni uccisi in incidenti stradali. La popolazione scende in piazza. La politica si sposta dalle auto alle piste ciclabili. 700 bambini? Io dico che anche una sola vittima della strada deve farci cambiare il modo di guidare. Infatti anche una sola vita umana vale più di qualsiasi altro valore. E allora facciamo prevenzione.

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Prevenzione è cultura politica, è diversa organizzazione delle forze dell’ordine che dagli uffici e dalle multe per sosta vietata devono essere spostate a sanzionare l’eccesso di velocità; la velocità e la guida pericolosa sul bagnato e di notte, soprattutto poi nei confronti di pedoni e ciclisti; il mancato rispetto della distanza di sicurezza; i sorpassi alla “formula uno” di auto e ciclisti; la circolazione nelle rotatorie.

Limiti di velocità? Provate per un giorno a rispettarli rigorosamente: bisognerebbe filmare le proteste e i solleciti a suon di clacson e di improperi da parte degli automobilisti che seguono la vostra auto! Volete fare una sola prova? Rispettate i 40kmh prescritti nelle rampe di accesso e uscita dall’autostrada. Poi ne riparliamo.

E veniamo ai ciclisti, a noi ciclisti, urbani ed extra urbani. Pare che siamo gli “immigrati della circolazione” che si vogliono infiltrare a tutti i costi fra pedoni e automobilisti. Peccato che tutta l’Europa il ciclismo (urbano e non) sia in fortissimo sviluppo: salute, turismo, economia, mobilità e qualità della vita se ne avvantaggiano. Ed allora cosa si aspetta a fare le cose seriamente?

Pedalo. Sento il rumore di un motore dietro di me. Se il numero di giri del motore diminuisce e l’auto rallenta, l’auto risulta essere straniera (più spesso svizzera, tedesca, austriaca, olandese, inglese). Se invece il motore ruggisce nervosamente e l’auto mi supera stringendomi sul bordo strada, essa è quasi sempre nostrana. Una volta ha stretto troppo e mi ha investito. Perché continuiamo a permettere tutto questo?

wp_20160925_017Bolzano ha da anni promosso il Radtag, il giorno della bicicletta. Cominciamo da qui, dal copiare gli esempi virtuosi dei nostri vicini; istituiamo regole comunali più specifiche di quelle spesso troppo generiche del Codice della Strada; mandiamo le forze dell’ordine a fare servizio in bicicletta sulle nostre piste ciclabili, urbane e non, per prevenire, istruire, reprimere. Quante altre vittime ci dovranno essere prima che si intervenga?

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Guglielmo Duman – Presidente FIAB Trento – Federazione Italiana Amici della Bicicletta

FINISCE